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Giornate spezzine della prevenzione: l'importanza è dimostrata dai numeri In evidenza

Gli esami effettuati nello stand a SpeziaExpò hanno permesso di valutare la salute dei reni di molte persone ed in diversi casi sono state scoperte patologie che i pazienti non sapevano di avere.

Sabato 18 Marzo si è svolto all'interno della Fiera Campionaria a Spezia Expò il secondo degli appuntamenti previsti nel calendario dell' VIII edizione delle Giornate spezzine della prevenzione. La giornata era dedicata alla prevenzione dell'insufficienza renale cronica, una malattia silente che, per l'impatto epidemiologico, l'elevato rischio cardio-vascolare ad essa associato e gli alti costi sociali ed economici connessi ai trattamenti sostitutivi, come la dialisi ed il trapianto, è uno dei principali argomenti nei piani di prevenzione e di programmazione sanitaria.

All'interno dello stand erano presenti il dr. Davide Rolla, direttore della S.C. Nefrologia dell'ASL 5 , la dr.ssa Daniela De Lucia, nefrologa, la dr.ssa Volpi, gli infermieri laureandi del Corso di Laurea in Infermieristica del Polo Universitario spezzino ed i volontari dell'Associazione "Amici del rene".
La giornata è stata ricondotta alla "Giornata Mondiale del Rene", che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 10 marzo, occasione preziosa per richiamare l'attenzione su una patologia diffusa, ma poco riconosciuta: l'insufficienza renale e le malattie che la provocano.
Lo studio CARHES (Cardiovascular risk in Renal patients of the Health Examination Survey) ha quantificato la diffusione della malattia renale cronica in Italia: la prevalenza è risultata del 7,5% negli uomini e del 6,5% nelle donne in una popolazione con una età compresa tra i 35 e 79 anni. Questo vuol dire che diversi milioni di individui in Italia sono portatori di insufficienza renale e spesso non sono a conoscenza di essere affetti da questa patologia. Purtroppo i numeri sono destinati ad aumentare nel tempo per diversi motivi, primo fra tutti l'invecchiamento della popolazione (la ridotta funzionalità del rene è anche la conseguenza fisiologica del deterioramento temporale dell'organo) e l'emergere della sindrome metabolica (sovrappeso, intolleranza glucidica, ipertensione arteriosa pluriennale) spesso complicate dal tabagismo.

I dati relativi alla giornata – riferiti dal dr Davide Rolla, direttore della S.C. Nefrologia e dal dr Gian Pietro Montanari, coordinatore del network "BeneEssere....in movimento" confermano, per l'appunto, quanto indicato:
- sono stati compilati 53 questionari sullo stile di vita e sono stati rilevati i seguenti parametri: altezza, peso, circonferenza addominale e valutazione dell'IMC (indice di massa corporea) pressione arteriosa; glicemia, colesterolemia totale ed esame urine con valutazione anche della microalbuminuria
- 46 persone sono state sottoposte ad ecografia.

Nel 34% dei visitatori sono stati evidenziati valori e riscontri ecografici anomali.
In particolare, in un paziente con tracce di sangue all'esame urine è stata evidenziata una probabile neoplasia renale del diametro di circa 5 cm, in 2 soggetti un'idronefrosi di natura imprecisata ed in un paziente una calcolosi attiva "infetta".
Sei pazieti all'esame urine presentavano microalbuminuria, marker di danno d'organo del soggetto affetto da ipertensione arteriosa e spia di un significativo rischio cardiovascolare.
Un paziente sovrappeso, infine, ha scoperto casualmente di essere diabetico (glicosuria franca e glicemia di 195 mg/dl)

Questi dati forniscono uno stimolo ulteriore per proseguire la prevenzione della malattia renale, con risvolti positivi non solo per la salute della comunità, ma anche economici, visto che la possibilità di ritardare di almeno 5 anni la progressione del danno renale per il 10% dei soggetti dallo stadio III allo stadio IV e di procrastinare, sempre di 5 anni, l'avvio del trattamento dialitico, permetterebbe al SSN di risparmiare risorse per 2,5 miliardi di euro.

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