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M5S: Fallisce il Metodo Genova, Grillo scavalca la base e sconfessa la candidata vincente In evidenza

Di Gianluca Solinas – Il Metodo Genova, cioè quello con cui nel capoluogo ligure si è proceduto a scegliere la candidatura relativa alle prossime amministrative, risulta a quanto sembra un flop o quantomeno inadeguato a risolvere le problematiche attuali legate alla rappresentanza.


Certamente nei poteri accordati dallo statuto (o non-statuto) del Movimento al Garante, c'è anche quello di negare, togliere o accordare la certificazione alle candidature ed alle liste. Questo però non toglie che il metodo seguito possa sollevare dubbi o interrogativi.


La candidata vincente, Marika Cassimatis è stata "defenestrata" da questo post uscito sul Blog del Leader/Portavoce/Garante/Megafono/Capo politico genovese:

"Caro iscritto,
Ti scrivo perché oggi dobbiamo votare su una questione relativa alle comunali di Genova.
Nella pagina di accettazione della candidatura per i candidati alle comunarie di Genova, che tutti i candidati hanno sottoscritto online, era stabilito che: "Il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva il diritto di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del MoVimento 5 Stelle.".
In base a questa prerogativa e in qualità di garante del MoVimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l'immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l'utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis.
Dopo l'esito delle votazioni di martedì, infatti, mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del MoVimento 5 Stelle prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017.
In particolare hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti.
Questa decisione è irrevocabile. Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non ho nessun interesse se non il bene del MoVimento 5 Stelle. Siamo la forza politica su cui i cittadini ripongono le proprie speranze per un'Italia migliore, per una Genova migliore. Non possiamo permetterci nessuna sbavatura. Non possiamo permetterci di candidare persone su cui non siamo sicuri al 100%. Vi garantisco che non accadrà, nè a questa tornata delle comunali, nè alle politiche. Le nostre selezioni rispetteranno il voto online, ma saranno rigorose.
Rimetto a tutti gli iscritti certificati del MoVimento 5 Stelle la decisione se non presentare nessuna lista per le elezioni comunali di Genova o se presentare la lista, arrivata seconda per un distacco di pochi voti, con Luca Pirondini candidato sindaco. Non lasciamo la mia Genova senza questa possibilità.
Partecipa alla votazione!
La votazione sarà aperta oggi 17 marzo dalle 10:00 alle 19:00
Nel MoVimento 5 Stelle non c'è più spazio per chi cerca solo poltrone".


Ora, lasciando perdere le valutazioni di ordine puramente denigratorio, potremmo cercare di capire perché la lista vincitrice è stata davvero esclusa.


Nella giornata di oggi, 17 marzo, dalle ore 10 alle ore 19, sarà aperta la votazione online, allargata ben oltre i confini della Città metropolitana di Genova, attraverso la quale gli iscritti saranno chiamati ad una scelta fondamentale: negare la certificazione a chi ha vinto oppure far vincere d'ufficio il secondo arrivato, quel Luca Pirondini il cui nome è da sempre associato alla Capogruppo in Regione Liguria Alice Salvatore.


Senza dietrologie, ma basandoci su ciò che appare, si può pensare che il candidato vincente se lo scelgono i vertici.


A questo punto sembra evidente che le votazioni sui candidati sindaci, con il Metodo Genova che prevede che le preferenze le diano solo i candidati consiglieri e non la base (ballottaggio escluso), siano condizionate e non poco dalle decisioni prese in alto.


Le accuse di aver "ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; "odorano" di settarismo anche se osservate da lontano e fanno a pugni con quelli che regolarmente minacciano o insultano e vengono sempre ospitati senza problemi nel Movimento, almeno on line.


In pratica si evince che se qualcuno si azzarda non solo ad esprimere critiche ma anche solo a cercare di capire i perché di un malessere sempre più diffuso fra i penta stellati non ci sono vie d'uscita. Qualunque tentativo di discussione viene oscurato, qualsiasi critica al metodo viene stigmatizzata, qualsiasi persona non sia completamente d'accordo con i "vertici" viene additata come traditore o almeno questa è l'impressione.


Addirittura chi ha espresso vicinanza o solidarietà o addirittura ha chiesto spiegazioni andando al di là degli epiteti e delle offese ai fuoriusciti come Putti (dal Comune) o Battistini (dalla Regione) e molti altri, è considerato un giuda senza se e senza ma.


Il tutto senza nemmeno prevedere una remota possibilità di confronto, di dialogo che non sia quello sui social, dove fra leoni da tastiera, minacce, insulti e integralismo duro e puro non si vede una luce che possa far solo intravedere un minimo di senso democratico in un Movimento che aveva fatto dell'"uno vale uno" la propria bandiera.
Ora, non essendo iscritto al Movimento, non sono tenuto a "fidarmi" del capo. Mi chiedo però, come si possa far riferimento alla fiducia incondizionata verso chi risulta quantomeno ondivago nelle scelte e tremendamente autoritario nelle decisioni come il Beppe Grillo ultima versione.


Dispiace anche far notare come una vicenda del genere, sulla quale la base si è divisa e ha discusso (almeno sui social), e cioè l'ormai famoso Metodo Genova, possa adesso condizionare la politica penta stellata nazionale.


A qualcuno potrebbe saltare in mente di chiedere "ma allora non facevi meglio a scegliertelo tu, caro Beppe, il candidato che più ti piaceva?"


Dopotutto è quello che in pratica sta succedendo in queste ore, con la richiesta di mandare avanti la candidata vincente ma lasciandola senza certificazione oppure fare marcia indietro sul candidato preferito dai (sempre loro) vertici pluristellati. (Nella foto di copertina la votazione online di oggi).


In definitiva sembra proprio che dopo aver privato La Spezia di un candidato liberamente scelto dalla base del movimento ed addirittura acclamato in plenaria come Marco Grondacci, ora gli stessi vertici che "lo conoscevano benissimo" abbiano deciso che anche a Genova chi vince con i voti della base non conta, non vince più, non si può appoggiare perché traditore dei principi.


Si deve scegliere se Genova vuole andare avanti senza simbolo e certificazione oppure (ma guarda un po') convergere sul candidato di bandiera/partito/movimento che piace al Beppe nazionale ma che è arrivato secondo.


Si potrà dire di tutto e di più sugli altri partiti e normalmente, visto lo sfascio in cui versa il paese, ci si prende anche ma, a ben vedere, quando candidati diversi da quelli scelti dai partiti o dai leader hanno vinto, (De Magistris a Napoli solo per citare un esempio), non si ha memoria di leader che hanno chiesto alla base di sconfessare le proprie scelte affermando: "Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me".

Questo naturalmente lo si può chiedere agli iscritti al Movmento ma a tutti gli altri no.


Sarà meglio questo di un p.s. con il quale si decreta la non candidabilità? Sarà meglio delle logiche da "vecchia politica"? Sarà il caso di continuare a non credere a quello che ci raccontano i politici anche quando si autoincensano come santi privi di peccato come nel caso dei penta stellati?


Sarà così perché così deve essere? In attesa che qualcosa di simile ad un percorso congressuale o qualcosa di analogo possa offrire occasioni di dibattito serio, in attesa che la base del movimento batta un colpo, magari perché stanca di imposizioni, perché l'uno vale uno è palesemente disatteso dai fatti, magari perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio? Magari infine perché la democrazia è una cosa seria?


Vincolo di mandato a parte, sul quale le discussioni durano da cent'anni e che offre argomenti validi sia nei pro che nei contro, certo non conforta pensare a questo metodo riportato su un'eventuale futura possibilità di governo nazionale.


Ogni volta che si scrive sui Cinque Stelle si rischia di passare per "amici dei potenti o della vecchia politica, servi o venduti" mentre quello che cerchiamo di fare è solo informazione. Detto ciò, non si può restare a guardare senza cercare di interrogarsi su quello che succede, cercare di riportare gli interrogativi che da più parti (parliamo di persone non di politici) giungono a noi.


Interrogativi che esprimono sconcerto, preoccupazione per quello che oggi è davvero un Movimento che può ambire a guidare il paese (lo dicono i numeri) e che quindi ha il dovere di rispondere chiaramente alle domande che da certi comportamenti discendono. Negare che ci sia un dibattito fra i simpatizzanti penta stellati non si può, chiedere che questo dibattito venga portato alla luce e non nascosto è un dovere per chi cerca di informare e risponde ad un'esigenza primaria soprattutto per chi del Movimento fa parte pur coltivando dubbi.


Nel frattempo da più parti (ad esempio tanto per restare nel nostro territorio si può parlare di Ortonovo) liste che in origine facevano riferimento al M5S scelgono di rinunciare alla certificazione preferendo puntare su candidati e liste che davvero sono radicati sul territorio e che scelgono appunto di non sottostare ai veri e propri "diktat" che provengono dall'olimpo dove risiede, unico giudice, il Beato Beppe, Portavoce, Garante, Leader, Capopolitico e Megafono dell'ultima parola, a quanto sembra indifferente alla base quando questa non rientri nelle sue simpatie e non sia disponibile ad avallare le sue scelte.


Queste sono domande che circolano, domande dalle quali non sono esenti nemmeno gli iscritti al movimento, domande che avrebbero bisogno di spiegazioni e risposte che non siano solo estrapolate dallo statuto. Chi afferma, come il M5S, di essere nuovo e migliore rispetto al passato, non può sottrarsi alle critiche o alle richieste di spiegazioni, la trasparenza non è un optional per chi si candida a guidare una nazione.


Restiamo a disposizione come sempre per discutere nel merito e dare spazio alle ragioni del Movimento.

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