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Marittimi in tumulto, 17 marzo manifestazione a Roma In evidenza

di Doris Fresco- Tra le istanze che la categoria porterà al Ministero Infrastrutture e Trasporti, si chiede chiarezza sulla questione dei corsi direttivi; mobilitazioni anche dalla Spezia.


Cosa accadrebbe se foste costretti a sostenere nuovamente gli esami più importanti della vostra vita? Gli esami per i quali avete sudato di più; quelli che vi hanno abilitato alla professione e che vi rendono competenti? Per alcuni forse l'esame più importante è stato quello della maturità; per altri un esame per l'iscrizione all'albo dei medici o degli avvocati. Bene, immaginate che vi dicano di doverli ripetere tutti, per giunta a vostre spese. Non semplici integrazioni o esami di aggiornamento, pena la declassazione.

Con una recente circolare, il MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), obbliga tantissimi marittimi italiani alla frequenza obbligatoria di corsi direttivi per comandanti e direttori di macchina. Si tratta dunque di una vera e propria imposizione, per migliaia di lavoratori.
In un primo momento le responsabilità erano state fatte ricadere sull'Unione Europea perchè dal ministero i marittimi si erano sentiti rispondere che si trattava di adeguamenti alle direttive europee: in realtà, negli ultimi giorni, si è scoperto che la direttiva europea non parlerebbe affatto di retroattività, come invece viene imposto dal ministero. La Commissione Europea, su richiesta esplicita, ha risposto chiaramente che EMSA (European Maritime Safety Agency) non ha mai detto che il direttivo dovesse essere retroattivo. Spiega Mario Piras, marittimo spezzino, direttore di macchina altamente qualificato: "Mi sono occupato personalmente di contattare l'Unione Europea, e con la mia richiesta si è avviata una procedura e nell'ultima risposta abbiamo appreso l'inesistenza della retroattività".

Per il 17 marzo è dunque prevista una manifestazione, che si preannuncia essere decisamente movimenta, che vedrà sfilare sotto il ministero l'intera categoria dei marittimi italiani, che contra oltre 30 mila persone su tutto il territorio nazionale e che anche alla Spezia è decisamente molto numerosa, contando battellieri, personale mercantile; personale di bordo imbarcato su yacht o grandi navi da crociera: la manifestazione non coinvolgerà dunque solo marittimi ufficiali in possesso di titolo direttivo- quelli costretti a ripetere i corsi- ma anche gli altri, che porteranno istanze riguardanti ad esempio, le pensioni.

Spiega Fabio Quaretti, FILT CGIL La Spezia: "Coordinare i lavoratori marittimi è senza dubbi una questione difficile: molti sono all'estero e storicamente non c'è mai stata molta sindacalizzazione; tuttavia sappiamo che questa situazione è davvero delicata e vogliamo essere presenti a Roma per far sentire al Ministero le istanze di questa categoria".

Persone già altamente qualificate, dunque, obbligate a frequentare nuovamente corsi di 300 e 570 ore, con sacrifici altissimi sia monetarie che di perdite di tempo. Raccontano altri lavoratori spezzini: "Oltre al danno economico, ancor più grave, è il danno in termini di tempo: tempo che per noi marittimi è un bene preziosissimo. La nostra professione ci spinge anche a stare lontani dalla famiglia periodicamente e non è ammissibile che tutti i sacrifici fatti fin qui, per diventare professionisti competenti, siano cancellati, costringendoci, senza nessun motivo, a sottrarre nuovamente tempo alle nostre famiglie".

Conclude invece Piras: "Siamo sempre stati abituati a frequentare corsi di aggiornamento o sostenere esami specializzanti, ma questa è una presa in giro: dopo anni di lavoro credo di aver dimostrato di sapere cose studiate sui banchi di scuola, inutile ripetere certi corsi. Spero che i miei colleghi, anche dalla Spezia, si muovano verso Roma".

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