fbpx

Accedi al tuo account

Nome utente*
Password *
Ricordami

M5S, Battistini se ne va, insulti e minacce sui social: “andrebbe fucilato alla schiena” In evidenza

di Gianluca Solinas – Oggi Francesco Battistini, con un gesto plateale che ricorda illustri precedenti nella storia repubblicana (quindi escludendo scilipotismi vari), si è autosospeso dal Movimento 5 Stelle in Regione Liguria.

La sua uscita, ora criticata con toni veementi, tanto per usare un eufemismo, sulle chat del movimento, è dovuta ad un'incompatibilità resa palese dalle scelte verticistiche di un gruppo di persone che lo hanno palesemente messo ai margini quasi si trattasse di un caso di mobbing.
Senza voler entrare nel merito delle scelte fatte dal consigliere regionale, dobbiamo però dar voce e visibilità a ciò che sta avvenendo, non da oggi, all'interno del movimento guidato da Beppe Grillo.

Le cose che si possono leggere sui social sono quanto di più aberrante e palesemente trasparente si possa chiedere per chi come noi cerca di dare conto delle vicende politiche locali.
Coperti da un illusorio paravento rappresentato dalla rete, in molti si sono scagliati contro la scelta del consigliere, accusandolo di essere un venduto, un traditore, uno da "fucilare".

Ora, senza voler essere moralisti (in giro ce ne sono già troppi), leggere queste cose a firma di "squadristi" che incitano alla violenza, dimostra solo quanto già scritto da chi osserva il movimento pentastellato con curiosità ed interesse da anni, osservandone il mutamento e le somiglianze sempre più abbondanti con quelli che parecchio tempo fa, vestiti elegantemente di nero, andavano in giro a "purgare", con olio di ricino e manganelli, coloro i quali non si sottomettevano all'ideologia fascista.
Con una differenza: per ora questi "squadristi da tastiera" non si sentono ancora abbastanza forti da andare sotto casa dei dissidenti refrattari al pensiero unico per prenderli a calci e minacciarli fisicamente. Che sia vigliaccheria o un residuo di senso della misura non è dato sapere.

Possiamo leggere sul post di Donatella Del Turco, candidato sindaco per il Comune della Spezia, un avvertimento "Io non perdono!". Di seguito, una pletora di commenti al veleno e di accuse di essersi venduto (Spia del PD, deve essere fucilato, traditore, etc.), rivolte al consigliere regionale reo a quanto pare di avere un proprio cervello, una propria coscienza, un proprio rapporto con i cittadini che ne hanno sempre apprezzato l'impegno e la competenza nello svolgimento del suo compito di "martellatore" relativo specialmente alla disastrata sanità ligure.

Il nostro Francesco Truscia ha raggiunto telefonicamente la candidata sindaco alla Spezia, e le ha chiesto cosa pensasse dei commenti apparsi sui social network ed in parte ("andrebbe fucilato") anche sui commenti nella sua pagina fb.
"Si tratta di una violenza verbale che fa emergere l'amarezza per aver perso un portavoce. Si tratta della manifestazione della delusione dell'elettorato. Noi non votiamo le persone ma l'idea. Una persona che esce dal Movimento deve dimettersi e tornare al suo lavoro per fare spazio a chi porta avanti le idee del M5S. È una delusione totale anche perché siamo amici, io l'ho votato alle regionarie. Non è il regolamento ad essere cambiato, semmai è l'atteggiamento di qualcuno che è cambiato. Se lui si fosse candidato con una lista civica alle regionali non sarebbe andato da nessuna parte. Ho sofferto molto per questa sua scelta, lo vivo come un tradimento, è un tradimento alle regole. Lui si deve dimettere!"

Ci saremmo aspettati (dopo che lei stessa aveva dato il via ai commenti accusandolo di tradimento e appellandolo con un "non ti perdono" nel suo post) almeno una presa di distanze dalle minacce e non un pallido tentativo di giustificarle derubricandole a semplici reazioni emotive.

Se nemmeno dai vertici, locali, regionali o nazionali, vengono richiami contro minacce e violenza, anche se verbale, da parte degli attivisti, ritenere che la superficialità sia una caratteristica intrinseca all'attuale movimento, credo sia un'obiezione più che giustificata dai fatti.

Questa secondo il movimento grillesco, sarebbe democrazia. Quella democrazia invocata a parole, sempre disattesa nel corso degli anni, sovrastata da una rabbia cieca per la quale ogni deviazione dal coro si trasforma in tradimento e ostracismo.
Fa davvero effetto vedere come chi, per ruolo e per responsabilità, avrebbe il dovere civile di smorzare le tensioni e riportare il dialogo su un piano concreto e dibattere sui temi, sia invece muto, sordo e cieco e anzi contribuisca al diffondersi dell'odio fino ad arrivare alle minacce.

Sfido chiunque a trovare mancanze e poca professionalità nell'operato di Battistini in Regione. Ha sempre dato filo da torcere alla maggioranza e la sua competenza puntualità sui temi importanti gli è riconosciuta da tutti, così come la sua onestà intellettuale.
La verità, per chi osserva dall'esterno le scomposte vicende grilline, limitandosi all'ambito locale e tralasciando le vicende nazionali, sembra proprio quella di una persona capace, disponibile, appassionata e che mai si è trattenuta sui temi che impongono la massima cura ed attenzione rispetto al bene comune, dalla sanità al lavoro. Una persona che ci ha sempre messo la faccia e che, rispetto alla media del movimento, ha solo la colpa di sovrastare (lo dicono i fatti) di parecchie spanne altri rappresentanti che di solido hanno a quanto pare solo i muscoli sublinguali, atti a consolare deretani siti più in alto, in barba al tanto sbandierato "uno vale uno".
Se uno valesse uno ci si renderebbe conto che occupare uno scranno in assemblee e "direfarebaciareculi" senza porre domande non è fare politica, non è occuparsi del bene del prossimo, non è rispondere alle esigenze dei cittadini che hanno votato.

Si potrà accusare Francesco Battistini di non essere allineato. Di aver combattuto battaglie senza guardare in faccia nessuno. Di non aver risposto "obbedisco" sempre e comunque.
Non si può accusarlo di essere un traditore perché ha dimostrato, con i fatti e non a chiacchiere, di essersi sempre schierato per il bene e il futuro della sua terra, la nostra terra anche a costo di sollevare le ire di questi quattro vigliacchi da tastiera, di questi soggetti che vorrebbero rappresentare il cambiamento.
Questo tipo di cambiamento lo abbiamo già vissuto, se non noi i nostri nonni e ci è voluto troppo tempo per liberarci dallo squadrismo e dalle minacce, dal pensiero unico e preconfezionato, dai dettami del capo e dalla paura di esprimere liberamente le proprie idee.

Se ripenso alle speranze che il MoVimento 5 Stelle aveva dato a milioni di italiani all'inizio, mi chiedo dove sono finite le idee, la trasparenza, l'allegria e lo sbeffeggio ai potenti, ai politici di casta, ai corrotti, a quell'Italia sull'orlo del baratro che con lungimiranza (sembrava) si dovesse cambiare dal basso.
Ora si vuole il potere non importa come. Gli "yes men" sono ovunque, le contraddizioni vengono sottaciute, il dialogo è scomparso dall'orizzonte e a poco servirà Rousseau, una piattaforma sterile che non potrà far altro che definire correttamente in linguaggio legale le scelte degli uomini. Non tutti gli uomini si badi, solo quelli scelti dal capo, quelli che sanno dire si senza criticare, discutere, pensare autonomamente.

Ora avrete un altro giornalista da considerare nemico e di parte, come di solito fate con chi osa criticare. La differenza è che il sottoscritto si considera un cittadino che vive in una democrazia e quindi libero di esprimere le proprie idee e valutazioni riguardo la realtà. Realtà che a quanto pare vi è sconosciuta visto che preferite l'autoreferenzialità e la voce del padrone. Dal mio personale punto di vista le minacce, anche quelle sui social network andrebbero perseguite a norma di legge, la responsabilità di ciò che si dice o si scrive fa parte della quotidianità dei giornalisti che criticate ogni giorno facendo di tutt'erba un fascio e sbagliando senza se e senza ma.

Chi minaccia e chi non interviene per fermare questa gente avendone il potere è destinato a pentirsene amaramente. Speriamo solo di non dovercene pentire tutti.

È GRATIS! Compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna stampa.

Gazzetta della Spezia & Provincia non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio con una piccola donazione. GRAZIE

Vota questo articolo
(0 Voti)
Redazione Gazzetta della Spezia

Redazione Gazzetta della Spezia
Via Fontevivo, 19F - 19123 La Spezia

Tel. 0187980450
Email: redazione@gazzettadellaspezia.it

www.gazzettadellaspezia.it

Articoli correlati (da tag)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

Studio Legale Dallara

Informiamo che in questo sito sono utilizzati "cookies di sessione" necessari per ottimizzare la navigazione, ma anche "cookies di analisi" per elaborare statistiche e "cookies di terze parti".
Puoi avere maggiori dettagli e bloccare l’uso di tutti o solo di alcuni cookies, visionando l'informativa estesa.
Se invece prosegui con la navigazione sul presente sito, è implicito che esprimi il consenso all’uso dei suddetti cookies.