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Impresa 4.0, la politica industriale punta sulla digitalizzazione... e la piccola Liguria parte avvantaggiata In evidenza

di Emanuela Cavallo - Il Roadshow Impresa 4.0 di Confindustria digitale arriva alla Spezia: nella cornice di Villa Marigola a Lerici fa il punto sullo sviluppo digitale e tecnologico e soprattutto guarda agli strumenti a disposizione delle imprese per incentivarlo. Oltre a portare le testimonianze di realtà territoriali che già hanno trasformato la propria azienda in un'impresa digitale.

"Questo evento richiama aziende di tutta la Liguria, per diffondere l'enorme possibilità che la tecnologia consente, di cui gli imprenditori non sono ancora consapevoli. A livello spezzino abbiamo il Distretto ligure delle tecnologie marine a testimonianza che ci sono parecchie aziende, non solo grandi ma anche piccole, che investono nelle tecnologie. Oggi dobbiamo guardare oltre, a riprova di avere capacità di fare investimento e sviluppo non solo in questo settore": afferma la padrona di casa dell'evento, Francesca Cozzani, Presidente Confindustria la Spezia.

"La situazione territoriale della Liguria vede per l'87% piccole e medie imprese sotto i 49 addetti, le altre grandi realtà sono già dotate tecnologicamente di mezzi per sostenere questo sviluppo. - Spiega il Presidente di Confindustria Liguria e Genova Giuseppe Zampini - Al momento l'alta tecnologia del distretto di Genova e in minima parte anche alla Spezia tengono ancora grazie all'internazionalizzazione. Il timore è che di fronte ad una ripresa che langue, la manifattura è aumentata rispetto al precedente bimestre, ma resta indietro rispetto all'Europa. Senza la capacità di agganciare il livello europeo ci saranno problemi per l'occupazione".

"Molte delle nostre imprese sono sature, ossia hanno più personale che carico di lavoro. Il motivo per cui si mantiene il personale è per le competenze. Non si può introdurre uno sviluppo digitale in un'azienda che non ha capacità, parlare di industria 4.0 vuol dire parlare di competenze - prosegue Zampini - non si può infatti introdurre uno sviluppo digitale in un'azienda che non ha capacità professionali all'altezza. Cioè significa assumere personale già focalizzato. In Ansaldo Energia, di cui sono presidente e sono stato per 16 anni A.D., abbiamo assunto mille giovani. Oggi la fabbrica fa tre volte la produzione di allora con metà impiegati perché abbiamo portato tutte persone diplomate. Gli operai sono in grado di affrontare il controllo numerico e la tecnica della digitalizzazione. E' un percorso lungo che, però, grazie agli interventi del governo anche sulla legge di bilancio può essere agevolato. Ma non pensiamo che sia la panacea di tutti i mali e che con questo convegno tutti diventano digitalizzati".

"L'ultima legge di bilancio contiene misure importanti per andare in contro tendenza alla riduzione degli investimenti in tecnologie e macchinari da cui è maggiormente dipeso il tracollo in competitività del nostro Paese"- parte dagli incentivi messi sul piatto nell'ultima finanziaria l'intervento del Ministro dello sviluppo Economico Carlo Calenda, trasmesso all'interno del convegno. "Nel passato - aggiunge il Ministro - la politica industriale decideva su quali settori puntare, ora questo processo è superato. Rispetto alle imprese, il governo non sa su quali settore puntare e si limita a creare gli strumenti per rendere attuativo lo sviluppo. La vecchia struttura usava incentivi a bando con condizioni complicate; ora con il Ministero dell'Economia sono stati previsti incentivi fiscali automatici per chi investe nell'ingresso della tecnologia digitale nella manifattura. Il confine tra produzione e servizi è cambiato."

"Gli incentivi fiscali sono trasversali rispetto a tutta la filiera dell'industria 4.0, abbiamo creato più condizioni di finanziabilità, rafforzando il fondo centrale di garanzia - 22 miliardi di euro a garanzia delle imprese e agevolando chi investe - prosegue il Ministro Calenda - Abbiamo spostato il rating di copertura a livello più basso per imprese che hanno difficoltà di credito: prima veniva data con una copertura dell'80%, oltre alla Nuova Sabatini, ossia la proroga sino al 31 dicembre 2018 per i finanziamenti agevolati alle PMI che acquistano nuovi macchinari. Ma la misura più rilevante per il 4.0 è l'iperammortamento pensato appositamente per gli investimenti in digitalizzazione, incentivati al 250%. Ci saranno precisazioni tramite una circolare per chiarimenti sul provvedimento, ma non decreti legge attuativi. Puntiamo all'innovazione ed internazionalizzazione in modo semplice e veloce. Questo Piano vuole diffondere il valore dell'innovazione e sostenerla con contributi e sgravi fiscali. Abbiamo fatto un cambiamento culturale le imprese sanno cosa devono fare e lo faranno".

"Stiamo decidendo se far crescere e fare sopravvivere le aziende, se mettere sotto analisi le nostre aziende e renderle competitive. Non è un discorso strumentale e tecnologico, è proprio un'economia diversa. Con Industria 4.0 il Paese si è dotato per la prima volta di una politica industriale basata sull'innovazione digitale - commenta Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale - La Politica governativa ha dato un segnale forte, con l'ipermmortamento significa che su 1 milione di euro investiti 300 mila euro tornano in risparmi fiscali. Abbiamo accumulato un forte ritardo in questi ultimi 15 anni. Oggi c'è la possibilità di crescita con una serie di provvedimenti che non sono soltanto incentivi ma riguardano la formazione e la professionalità. Bisogna riprogettare la nostra economia partendo dall'impresa, soprattutto dalle pmi, dalle filiere, dai territori. La Liguria da questo punto di vista ha una base di partenza molto solida. Qui esistono molte startup, molti giovani che stanno scommettendo il loro futuro su queste tecnologie. Ritengo ci siano le condizioni per fare sistema, mettendo insieme per la prima volta iniziative che finora hanno lavorato in modo troppo indipendente, che non hanno graffiato sul territorio, non hanno portato valore sulle imprese".

Viene affrontato quindi il tema degli incentivi per la digitalizzazione governativi e delle misure regionali, con la partecipazione del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: "La Liguria - sostiene - sta vivendo un grande cambiamento dal punto di vista industriale, ma il know how deve essere utilizzato. Il nostro è un territorio difficile che paga in gap infrastrutturale ma ha dei vantaggi dati dal clima, dalle capacità e dal posizionamento strategico verso i poli economici più rilevanti. Al contempo bisogna puntare sul turismo e sull'industria connessa, oltre che sul terziario avanzato in termini di ricerca e di sviluppo compatibile con l'ambiente. Il modello è quello dei parchi tecnologici come quello degli Erzelli. Senza dimenticare temi importanti di base, come la banda larga e wi-fi che rappresentano infrastrutture fondamentali".

Fa il punto sulla situazione e sui bandi attivi l'Assessore allo Sviluppo economico Edoardo Rixi: "La Liguria High Tech ha avuto dal 2001 al 2014 uno sviluppo del 41% con una crescita dell'81% del fatturato. Il fatto di essere una Regione piccola prima era uno svantaggio oggi è un'opportunità con la rivoluzione digitale. Vogliamo porre al centro delle priorità la qualità della vita, legata anche al fatto che nel 2016 abbiamo registrato 15 milioni di presenze turistiche. Gli elementi che erano negativi ora diventano fattori positivi: per esempio il costo del lavoro dei nostri ingegneri è il 20% in meno rispetto ad altre regioni. Abbiamo due distretti tecnologici e cinque poli di ricerca. Grazie al fondo Tranched cover e i bandi Por Fesr le imprese hanno strumenti e contributi attivi; stiamo cercando di migliorare il sistema dei bandi che comunque con la digitalizzazione ha fatto risparmiare tempo. Gli indirizzi saranno sempre di più verso progetti diretti e non fondi strutturali, la Regione si deve dare un obiettivo a cui dare priorità al fine di arrivarne a termine in tempi brevi".

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