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Confcommercio: "Il bar, una tradizione che tiene"

Nonostante le difficoltà economiche e nonostante la spesa per i consumi alimentari domestici sia in forte calo, gli italiani e gli spezzini continuano a spendere nei pubblici esercizi, soprattutto nei bar.

Il bar rimane infatti il luogo preferito dagli italiani per fare colazione, segnale di una tradizione, tutta italiana, che regge.

Con uno scontrino medio che non supera i 2,50 euro la colazione al bar genera un volume d'affari di 3,9 miliardi di euro pari al 21% del valore complessivo delle vendite del canale.

Brioche e cornetti, quasi sempre accompagnati da caffè o cappuccino sono la combinazione preferita per la colazione al bar. In crescita, ma ancora marginale, il consumo di prodotti alternativi come spremute, succhi di frutta, spremute, yogurt e cibi salati.

Il prezzo medio della tazzina di caffè è 1 euro mentre quello del cappuccino è di 1,30 euro.

Per il direttore provinciale Confcommercio, Roberto Martini "E' encomiabile la capacità con il quale il Pubblico Esercizio italiano riesce a mantenere il prezzo della tazzina a prezzi fortemente inferiori rispetto alla media europea, con costi per il servizio che imporrebbero un pubblico riconoscimento per un servizio che meriterebbe ben altri prezzi".

Nell'ultimo anno la dinamica dei prezzi della caffetteria si è mantenuta costantemente (e largamente) al di sotto dell'inflazione generale. Anche per la pausa di metà mattina o per il break pomeridiano il bar rimane, con oltre il 40% delle occasioni di consumo, il luogo più frequentato dagli italiani.

Con una densità di 2,8 esercizi ogni mille abitanti, un orario medio di apertura giornaliero che supera le dodici ore, il bar è il luogo di prossimità per eccellenza, che accoglie clienti ma anche e soprattutto lavoratori, indistintamente tra uomini e donne e fasce di età.

I dipendenti stranieri sono il 22% del totale. Ma le donne hanno un ruolo di rilievo anche come imprenditori. Oggi le imprese che hanno almeno una donna con una carica attiva nelle imprese del settore sono il 56,5% del totale, con quote che sfiorano anche il 70%.

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