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La riforma del condominio, approvata il 20 novembre in via definitiva dal Senato, ha mancato l'obiettivo di attribuire allo stesso la capacità giuridica e, così, di allinearlo all'Europa.

Non ci sarà quindi, per il momento, quel salto di qualità che la Confedilizia chiedeva per la valorizzazione dell'istituto in sé e della figura degli amministratori condominiali in specie. Nonostante questo è una legge nel complesso positiva, caratterizzata in primo luogo dalla reiezione all'attacco portato in più occasioni ai diritti proprietari durante il suo iter parlamentare. È poi una legge che, pur risolvendosi in molti casi nella legificazione di prassi consolidate, recherà comunque ordine in più aspetti della vita condominiale contribuendo, nonostante qualche sbavatura ed aggravio, a semplificare i processi di autodeterminazione dei condòmini ed all'ottenimento da parte degli stessi del rispetto delle loro esigenze.

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