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Latte spezzino dimezzato e pesca insidiata, la battaglia di una Coldiretti "rigenerata". La via biologica per salvare la zootecnia da latte. Intanto prosegue la battaglia per l'etichettatura. E un'idea: "Energia dagli scarti colturali". In evidenza

A poco più di due mesi di insediamento dei nuovi vertici e del nuovo consiglio provinciali, la Coldiretti spezzina si è riunita ieri presso la sede sarzanese di Pallodola per lanciare e mettere a punto l'azione dell'organizzazione sul territorio, illustrata in conferenza stampa dalla presidente Sara Baccelli e dal direttore provinciale Domenico Pautasso, affiancati da Valentina di Franco (Coldiretti Donna Impresa) e Davide Zoppi (Coldiretti Giovani Impresa).


Da registrare, innanzitutto, una rigenerazione della classe dirigenziale, con la contestuale divisione di mansioni all'interno del consiglio in base alle competenze di ogni membro: Sabrina Molinari si occuperà della zootecnia, Fabio Scapparone dell'olivicoltura, Fabio Lambruschi e Alessandro Neri della viticoltura, Lorenzo Viviani della pesca, Valentina Di Franco dell'agricoltura sociale, Fabrizio Giannelli dell'apicoltura, Davide Zoppi di territorio, ambiente, agriturismo e recupero terre incolte, e Sara Baccelli di orticoltura e vendita diretta.

Tra le novità da segnalare, la scelta di tenere aperto l'intera settimana l'ufficio Coldiretti di Brugnato, sia la mattina, sia il pomeriggio. Prima era aperto soltanto due mattine. Altro punto di rilievo, la volontà di proseguire con l'organizzazione di mercati di Campagna Amica: a fine mese ne partiranno due in territorio sarzanese, con cadenza settimanale. Ed è legata a questo impegno la volontà di promuovere la creazione di una rete di prodotti e produttori volta a supportare e soddisfare puntualmente le richieste dei consumatori. E ancora, l'organizzazione vuole battere la strada dell'educazione alimentare nelle scuole. "Un progetto a cui tengo molto - ha detto la Baccelli -, da realizzare facendo formazione e stringendo accordi con le mense scolastiche perché scelgano prodotti locali e certificati. Mangiare bene è stare bene".

Altro tema cruciale è quello delle energie rinnovabili da scarti colturali. "Da sarmenti di ulivo e vite e dalla pulizia del sottobosco - ha osservato il direttore Pautasso - potremmo ottenere chippato e poi fare pellet. Sarebbe un processo virtuoso, non si dovrebbe inventare nulla e coinvolgerebbe diversi soggetti: produttori, trasformatori, e quelle realtà istituzionali e private intenzionate a riscaldare i propri ambienti con il pellet. Proporremo questa idea anche al Gal".

Il vertice di Pallodola è stata anche occasione per mettere sul tavolo due problemi scottanti, causati da simili dinamiche: la crisi del latte vaccino e della pesca.
Il latte vaccino prodotto e consegnato dalle aziende zootecniche spezzine nel 2015 è calato del 17.1% rispetto al 2014: da 983 a 817 tonnellate. Un dato preoccupante, che però non è niente se si va a confrontare l'inizio del 2016 con il medesimo periodo del 2015. Nei mesi di gennaio e febbraio dello scorso anno, infatti, la provincia spezzina - che conta una sessantina di imprese del settore, concentrate in alta Val di Vara, ma con l'importante eccezione di Marinella - ha prodotto e consegnato 197 tonnellate di latte. Nel medesimo intervallo del 2016, si è registrato un crollo di oltre il 50%: 96 tonnellate. Una spia preoccupante, che segnala fin troppo chiaramente la sofferenza del settore. La colpa è del massiccio afflusso di prodotto estero. "Un'importazione selvaggia, a costi decisamente inferiori, da paesi come Lituania, Austria, Germania, Francia - ha spiegato il direttore provinciale Domenico Pautasso -. Produrre una tonnellata di latte nello spezzino costa 37-38 centesimi, e si rischia di guadagnarne 30 per ogni tonnellata venduta: l'azienda, così, va sotto, e non ha più convenienza a produrre. Ecco il perché del calo della produzione. Le zootecniche da latte rischiano di scomparire".

Simile il discorso sul pesce. Che si tratti di acciughe, orate, spigole, mitili, il ragionamento è sempre lo stesso: immissioni sul mercato di prodotto straniero - per esempio spagnolo o croato - tagliano le gambe ai pescatori spezzini (una trentina di attività) e liguri, costretti a vedere il loro prodotto, che è fresco e certificato, spesso pagato a prezzi stracciati dai grossisti. Da sottolineare, tra l'altro, come, a fronte del magro pagamento riconosciuto ai pescatori, ci sia un rincaro lungo la filiera, spesso superiore al 100%, che pesa sulle tasche del consumatore. "Tre piatti di pesce su quattro - sottolinea Lorenzo Viviani, responsabile del settore pesca di Coldiretti La Spezia - sono stranieri. Non perché manchi il prodotto italiano. Ma perché, a causa della concorrenza del pescato estero - una produzione poco certificata e di dubbia freschezza -, non riusciamo a commercializzare il nostro".

Cosa fare? La soluzione, per il pesce, come per il latte, si chiama etichettatura, una campagna che Coldiretti sta portando avanti sull'intero territorio nazionale. "L'etichettatura obbligatoria, per la quale la nostra organizzazione si sta battendo - ha dichiarato la Baccelli - è fondamentale per combattere la concorrenza sleale di quei paesi dove la manodopera ha costi molto bassi e vigono meno restrizioni ed obblighi, anche in relazione all'utilizzo di sostanze nocive. E' una battaglia per la trasparenza, la sicurezza e la qualità".
Ma per il problema del latte vaccino spezzino, Coldiretti ha un'ulteriore carta. "Per risollevare la situazione, crediamo che una soluzione sia sostenere e potenziare il passaggio dal latte convenzionale al latte biologico. Un produzione che, così, potrebbe essere destinata alla Cooperativa casearia Val di Vara di Varese Ligure e alla Ars Food di San Pietro Vara".

Dati delle consegne mensili di latte di vacca nelle varie Regioni italiane (tonnellate)

LIGURIA
LIGURIA TOTALE 2014: 3.044
LIGURIA TOTALE 2015: 2916 (-4.2% rispetto al 2014)
LIGURIA GEN-FEB 2016: 97+102 (199), -62.4% rispetto a GEN-FEB 2015
LIGURIA GEN-FEB 2015: 273+257 (530).

PROVINCIA DELLA SPEZIA
LA SPEZIA 2014: 983
LA SPEZIA 2015: 817 (-17.1% rispetto al 2014)
LA SPEZIA GEN-FEB 2016: 45+51 (96), -51% rispetto a GEN-FEB 2015
LA SPEZIA GEN-FEB 205: 103+94 (197)

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