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Appello Coldiretti alla prossima giunta regionale: “Definire ruolo Consorzi Bonifica” In evidenza

La realtà giuridico istituzionale in cui si colloca oggi l'attività della bonifica è in larga misura diversa rispetto a quella in cui essa ha avuto origine e si è sviluppata. In passato i Consorzi di Bonifica avevano un ruolo prevalentemente indirizzato a sconfiggere il paludismo, quindi legato a una concezione della bonifica esclusivamente idraulica e igienica. 

La normativa attuale è profondamente innovativa rispetto alle disposizioni precedentemente emanate in materia: vengono disciplinati e coordinati gli interventi pubblici e privati tesi alla trasformazione o al miglioramento del comprensorio delimitato di bonifica, per il fine primario della produzione dei suoli, ma anche (e per la prima volta) di buon regime delle acque, difesa del suolo e protezione della natura.

 

Con l'espandersi dell'uso urbano, industriale e infrastrutturale del territorio e con la conseguente trasformazione avvenuta anche nell'ambito agricolo, gli equilibri raggiunti hanno iniziato a incrinarsi. Infatti, il superamento della distinzione fra territorio urbano e territorio rurale e la crescente interdipendenza fra i due, nonché la moltiplicazione degli effetti negativi dello sviluppo industriale (inquinamento, degrado ambientale, ecc.) hanno condotto, da un lato, all'abbandono di alcuni interventi tradizionali di bonifica riconducibili all'attività agricolo-forestale e, dall'altro, al progressivo intensificarsi di interventi finalizzati alla salvaguardia di interessi generalizzati sul territorio.

Negli ultimi 25 anni sono state introdotte novità di rilievo nel quadro legislativo, in particolare relative al ruolo assegnato ai Consorzi quali soggetti realizzatori delle finalità della legge, sia sul piano programmatorio, sia su quello attuativo.

Oggi, i Consorzi si trovano a operare in una realtà giuridico istituzionale profondamente diversa rispetto a quella del passato, essendo la bonifica configurata, sia nella legislazione statale, sia in quella regionale, come uno strumento ordinario di gestione del territorio; ciò si traduce, sul piano operativo, nella necessità di indirizzare l'attività oltre che alla realizzazione degli interventi di sicurezza idraulica del territorio e dell'irrigazione, verso finalità complessive di protezione dello spazio rurale, di salvaguardia del paesaggio e dell'ecosistema agrario, di tutela della quantità e della qualità delle acque.

"I Consorzi di bonifica - dichiara Domenico Pautasso, direttore Coldiretti Genova e La Spezia - sono uno strumento imprescindibile. Ecco perché Coldiretti ritiene assolutamente necessario che venga definita una legge regionale che qualifichi in modo chiaro e inequivocabile il ruolo dei Consorzio di Bonifica. In Liguria purtroppo ne opera uno solo: il Consorzio di Bonifica Canale Lunense, con sede a Sarzana. Questi enti possono diventare l'arma vincente per contrastare gli eventi calamitosi che, soprattutto in territori come la Liguria, causano costanti dissesti idrogeologici. Se nel 1882 ai Consorzi di Bonifica fu affidato il ruolo di rendere coltivabili le aree paludose del Paese, oggi gli stessi Consorzi possono e devono diventare centrali per la tutela e la salvaguardia del territorio. Coldiretti si farà parte attiva affinché sia riconosciuto questo ruolo anche in Liguria, come in altre parti del paese. Non possiamo più parlare di infrastrutture calate sul territorio se non si coinvolgono quegli enti che hanno il know-how tecnico necessario. Infine, non possiamo limitarci a pensare che i Consorzi di Bonifica siano solo al servizio dell'agricoltura, poiché le infrastrutture realizzate da tali enti hanno una valenza per la collettività. Noi ci auguriamo che la nuova giunta che governerà la Liguria nei prossimi cinque anni esamini nelle prime settimane di legislatura la proposta di legge approvata nel maggio 2014, come auspicato dalla legge regionale del 26 marzo 2015 nel quadro del riordino della difesa del suolo, in attuazione della Legge nazionale 56/2014".

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