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Confedilizia: "Se si vuole, le tasse si può sempre abbassarle" In evidenza

L'aumento dell'Imu sull'Ici ha generato l'effetto di una patrimoniale immobiliare straordinaria di 355 miliardi. "Se si vuole, le tasse si può sempre abbassarle. L'hanno dimostrato Reagan e la Thatcher. Ma bisogna essere convinti di una grande verità: che solo la diminuzione delle tasse elimina gli sprechi, affamando la Bestia della spesa pubblica".

Lo ha dichiarato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, chiudendo a Firenze un convegno organizzato dalla Confederazione della proprietà immobiliare in collaborazione con la Fondazione Cesifin Alberto Predieri. I lavori, aperti dal Presidente Cesifin prof. Giuseppe Morbidelli, hanno visto la partecipazione di numerosi cattedratici e di un folto pubblico che ha affollato Palazzo Incontri. "In tema di tassazione degli immobili – ha detto nella sua relazione il prof. Alfonso Celotto, ordinario a Roma – è necessario avere a mente un principio affermato dalla Corte costituzionale esattamente vent'anni fa: quello dell'ancoraggio al reddito ritraibile, in assenza del quale è forte il rischio di una tassazione tale da superare il reddito effettivo, con la conseguenza di una sostanziale progressiva erosione del bene". Il prof. Francesco Forte, emerito alla Sapienza di Roma, ha sottolineato che "l'aumento dell'Imu sull'Ici ha generato l'effetto di una patrimoniale immobiliare straordinaria di 355 miliardi di euro, causando una massiccia caduta dei valori del mercato edilizio". Secondo il prof. Gianfranco Gaffuri, ordinario a Milano, il reddito è per eccellenza indice di capacità contributiva "poiché il suo prelievo, qualora non raggiunga misure confiscatorie, non ha, di norma, effetti demolitori occulti". "Gravezze fiscali straordinarie, quindi una tantum, sul patrimonio si possono tollerare solo in tempi – ha sottolineato il prof. Gaffuri – drammaticamente calamitosi". Il prof. Carlo Lottieri, Direttore Dipartimento Teoria politica dell'Istituto Bruno Leoni, ha dal canto suo evidenziato che "la crescita esponenziale della tassazione non comporta unicamente una distorsione dei comportamenti economici, e nemmeno soltanto una serie di ingiustizie e disequilibri a favore dei politicamente più forti, dato che l'espansione dello Stato implica altresì il dilagare di comportamenti parassitari e, quale conseguenza, un rapido declino dell'intera civiltà". Il prof. Giuseppe Marini, ordinario a Roma, dopo aver sottolineato che l'imposizione patrimoniale sugli immobili è una delle più diffuse forme impositive del nostro sistema tributario, ha detto: "La politica fiscale nel settore immobiliare degli ultimi anni è stata condizionata (e in questo senso pregiudicata) da quella che può essere definita, senza esagerare, una vera e propria «diffidenza antropologica» verso un tipo sociale ben definito, il proprietario di abitazione". Nell'ultima relazione il prof. Giovanni Marongiu, emerito a Genova, ha evidenziato che l'azione dei Comuni riguarda oggi soprattutto la socialità e che non è quindi oggi più giustificabile che il tributo locale gravi solo sulla proprietà in ragione dei servizi che i Comuni apprestano per gli immobili.

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