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Confesercenti in Piazza del Popolo a Roma In evidenza

60mila persone in piazza, numerosa la delegazione Confesercenti della Spezia.

Tanti imprenditori aderenti a Confesercenti Liguria, sono partiti ieri mattina alla volta della capitale per la grande manifestazione indetta da Rete Imprese Italia per rivendicare una svolta urgente e concreta nella politica economica del Paese. È stato un evento storico, la prima mobilitazione generale delle pmi della storia italiana.

«Piazza del Popolo era strapiena, almeno 60mila persone: una partecipazione al di là delle aspettative, anche per quanto riguarda la nostra provincia», il commento a caldo della presidente di Confesercenti, Alessandro Ravecca. «Bellissima l'atmosfera che si respirava, fatta di tantissime persone e un grande spirito di corpo. Siamo scesi in campo per farci sentire e per lanciare un messaggio positivo, per dire chiaro che ci siamo e che vogliamo fare impresa, orgogliosi di essere il motore dell'Italia».

«Da tantissimo tempo il popolo delle piccole e medie imprese non scendeva in piazza per partecipare ad una manifestazione, che per le nostre aziende significa rinunciare ad un'intera giornata di lavoro e rappresenta quindi un sacrificio non da poco. È un segnale importante che abbiamo voluto lanciare al paese, in un momento di crisi drammatico».

«È stata una giornata molto positiva e molto partecipata, più di quello che si prevedeva e credo che questo sia un importante segnale per il futuro governo - riflette Alessandro Ravecca, presidente di Confesercenti La Spezia -. Non faremo più la parte dei secondi, ma vogliamo essere i primi attori dell'economia italiana, come è giusto che sia, perché rappresentiamo il 90% del pil. Oggi abbiamo dato un importante segnale, abbiamo sottolineato che ci siamo e che è necessario cambiare rotta. Mentre le grandi imprese lasciano l'Italia noi restiamo, ma vogliamo lavorare.

Al termine della manifestazione, Rete Imprese Italia ha presentato un documento contenente le proprie richieste al mondo della politica. «I temi cardine sono quelli di sempre. Prima di tutto la fiscalità, perché è necessario abbassare non solo le tasse che gravano sulle imprese, ma anche quelle che riducono il potere d'acquisto delle famiglie: solo così, infatti, potranno ripartire i consumi. E sempre per riagganciare, finalmente, la crescita e lo sviluppo, è fondamentale snellire la burocrazia, garantire la legalità e sbloccare il credito alle imprese, in modo da creare nuova occupazione e, quindi, nuova ricchezza per il paese».

I numeri nella nostra regione parlano di un saldo negativo di 900 imprese nel 2013, aumenti medi dell'80% nelle tariffe della Tares, con punte addirittura del 300% per alcune categorie. Il 40% in meno di finanziamenti garantiti dai confidi erogati dalle banche nell'ultimo anno. Sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto le imprese di Genova e della Liguria ad unirsi alla manifestazione di Rete Imprese Italia.

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