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Dal 1863 ad oggi: la lunga storia d’amore delle trofie con il pesto

Ogni regione e perfino ogni città della Penisola ha le proprie perle nascoste, le proprie ricette, e ovviamente si tratta di una regola che vale anche per la Liguria

Quando si parla di cucina, ogni regione vanta le proprie tradizioni culinarie. Non a caso, l’Italia è uno dei paesi più variegati da questo punto di vista, e la dieta mediterranea lo dimostra. Ogni regione e perfino ogni città della Penisola ha le proprie perle nascoste, le proprie ricette, e ovviamente si tratta di una regola che vale anche per la Liguria. Ecco perché oggi studieremo la lunga storia d’amore delle trofie con il pesto.

La storia del pesto e della pasta al pesto

Stando alle documentazioni storiche pervenute, il pesto nasce nella sua forma “moderna” nel 1863 a Genova, per mano del cuoco Giovanni Battista Ratto. La ricetta del pesto figura, infatti, nel libro “La cuciniera genovese” di Ratto, che viene ancora oggi considerato come uno dei trattati gastronomici più importanti sulle tradizioni culinarie della Liguria. C’è un altro elemento importante da sottolineare: il pesto compare per la prima volta in questo libro di ricette, ma viene indicato con un nome che non lascia spazio a dubbi, ovvero “salsa per condire la pasta”.

Appare dunque chiaro che la genesi del pesto sia da legare a doppio filo al suo utilizzo con la pasta, e nello specifico con le trofie o trofiette. Le trofie al pesto vengono infatti considerate – a ragion veduta – come la ricetta ligure per eccellenza. Ritornando al pesto, è giusto sottolineare cosa pensano gli esperti: se da un lato la ricetta così come la conosciamo noi è piuttosto “recente”, dall’altro potrebbe essere l’evoluzione di una salsa nota come agliata, molto più antica.

Le varianti della pasta al pesto

La ricetta della classica pasta al pesto prevede ovviamente l’utilizzo del pesto ligure, da preparare fresco o da acquistare già pronto. Esistono comunque diverse varianti, che cambiano anche in base alla regione, come nel caso del famoso pesto siciliano. Il pesto classico può essere invece arricchito con altri elementi, capaci di fornire una marcia in più al gusto, come nel caso della pancetta, dei gamberetti e dei pomodorini secchi.

Per quel che riguarda la pasta da utilizzare, spesso vengono utilizzate le trofie secche, un prodotto che ha anche contribuito alla diffusione mondiale di questa ricetta anche vista la sua comodità. Va però detto che in realtà la tipologia migliore che andrebbe preferita è la pasta fresca, dato che se ne trovano vari formati comprese le trofie per l’appunto, che permettono di realizzare primi piatti ancora più gustosi.

Si continua con le varianti, chiamando in causa altre possibili aggiunte gustose, come nel caso dei pomodorini e della burrata. Nella lista non potremmo non inserire anche i fagiolini e le patate, ottimi per aggiungere freschezza alla pasta al pesto. In conclusione, pur essendo una ricetta molto classica, oggi esistono tantissime varianti da provare: si tratta di un’occasione preziosa, per chi desidera variare un po’ il menu.

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