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Opzione Donna: il trattamento pensionistico anticipato dedicato a tutte le lavoratrici

Tutto quello che c'è da sapere

Parlando in tema di lavoro e di Trattamento pensionistico Opzione Donna; vogliamo fare riferimento oggi proprio all'opzione donna, trattasi di un'opportunità dedicata alle lavoratrici sia del comparto pubblico, che delle occupazioni private, di andare in pensione in modalità anticipata, con un assegno calcolato sul sistema di retribuzione, cioè con criterio contributivo; un' opzione che è stata introdotta dalla Legge Maroni numero 243/04 e poi rivalutata e ripresa nel corso della Riforma delle Pensioni Fornero del 2011 e ulteriormente prorogata dalla Legge di Bilancio.

In questo modo le donne possono andare in pensione anticipatamente, ovvero se hanno raggiunto i 35 anni di contributi al 31 dicembre del 2019 per il 2020, mentre per il 2021 invece è richiesto di aver raggiunto i 35 anni di contributi al 31/12 /2020. Le donne che possono beneficiare di questa opzione sono tutte le lavoratrici iscritte regolarmente all'assicurazione generale obbligatoria, metodi esclusivi o sostitutivi che gestiscono i contributi alla data del 31 dicembre 1995.

 

Chi può richiedere e chi no la pensione tramite Opzione Donna


Non possono richiedere la pensione anticipata invece le lavoratrici iscritte alla gestione separata; l'assegno previdenziale però per chi vuole usufruire dell'opzione donna viene ricalcolato con il criterio contributivo, e solo e soltanto con questo metodo. La domanda può essere presentata anche attraverso i servizi on-line o tramite patronati; la pensione inizia ad essere erogata in base ai meccanismi delle finestre mobili a distanza di 12 mesi per la maturazione dei diritti per le dipendenti e a 18 mesi per i diritti delle lavoratrici autonome; ulteriori proroghe fanno riferimento alle lavoratrici nate nel 1961 e autonome e alle lavoratrici nate nel 1962 ma dipendenti; con i requisiti contributivi richiesti. Le finestre mobili vanno a decorrenza nel 2021 e con decorrenza 2022.

 

Minimo richiesto 35 anni di contributi


Ovviamente entrambe le categorie devono aver raggiunto almeno 35 anni di contributi; prosegue inoltre il provvedimento di non applicazione per gli adeguamenti alla speranza di vita. Queste modifiche sono state apportate dalla Legge di Bilancio 2021 all'articolo 1 comma 476 della legge numero 160 del 2019; in base alla quale possono andare in pensione anticipata le lavoratrici che nel corso del 2020 hanno compiuto 58 anni.

Ma la quota età sale a 59 per le lavoratrici autonome, in entrambi i casi la prima rata dell'assegno di pensione viene erogato dopo 12 mesi a lavoratrici private dipendenti e dopo 18 mesi per le lavoratrici autonome. Ovviamente dopo la valutazione e la maturazione dei requisiti richiesti dalla legge opzione donna.

 

Modalità per l'inoltro della domanda di pensione anticipata

Nello specifico le modalità sono anche abbastanza semplici, ovvero la domanda di pensione anticipata poteva essere presentata a scelta della lavoratrice nel 2020 o attendere il 2021, questa è una scelta libera non sottoposta a nessun tipo di limitazione e nella quale non rientra nessun riferimento alla proroga che ha termini di riferimento solo nei confronti della maturazione del requisito stesso.

La novità che concerne la Legge di Bilancio permette a un bacino più ampio di lavoratrici di accedere alla pensione anticipata, mentre per le finestre mobili bisogna sottolineare che è possibile per la lavoratrice continuare a svolgere le sue mansioni, in questo determinato periodo, perché è una delle opzioni sicuramente più vantaggiose poiché la persona in questione riceve regolarmente lo stipendio fino alla decorrenza del termine utile all'erogazione della prima rata di pensione.

Questa è la soluzione più idonea poiché se la richiedente della pensione anticipata smette di lavorare prima può intercorrere un periodo di mesi scoperti da un’entrata fissa; questo se l'interruzione del rapporto di lavoro avviene troppo presto in rispetto alla decorrenza della pensione stessa richiesta. Le dimissioni vanno presentate solo quando l'INPS ha accettato la domanda e ha comunicato all'interessata la data di decorrenza dell'erogazione della prima rata di pensione. Ecco perché le dimissioni dal posto di lavoro vanno presentate in base al CCNL e all'anzianità di servizio.

 

Calcolare i contributi in modo esatto


Altri dettagli importanti che riguardano la domanda di pensione anticipata è il calcolo dei contributi; in questo contesto bisogna ricordarsi che non vengono mai tenuti in considerazione e calcolati i contributi per malattia. Questi non sono validi per raggiungere i 35 anni di contributi richiesti per poter usufruire dell'opzione donna, sono invece contemplati entro 52 settimane annue i contributi obbligatori da riscatto o da ricongiunzione. Sono validi quelli volontari e quelli figurativi; sia chiaro quindi che non vengono mai calcolati invece quelli accreditati per malattia e per disoccupazione.

Questo è molto importante da tenere presente e da ricordare per il calcolo esatto dei 35 anni, per non rischiare che venga rigettata la domanda di pensione. Per verificare la quantità di contributi da versare a titolo volontario è necessario conteggiare tutti i contributi validi già versati; tutti questi dati possono essere richiesti all'istituto di previdenza sociale attraverso i servizi online; infatti all'interno dell'area riservata sul portale dell'INPS è possibile consultare l'estratto conto previdenziale completo, con tutti i dati che possono servire alla lavoratrice per presentare in modo corretto la propria domanda di pensione anticipata.

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