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Perché il Coronavirus non può essere paragonato all'influenza spagnola

Sono stati fatti molti paragoni con il passato, ma i paragoni con l'attuale pandemia non reggono

 

Non appena si è cominciato a fare più serio l'argomento Coronavirus in Italia, tanti commentatori si sono subito lanciati in paragoni più o meno improbabili. Nel fiume d'inchiostro e di parole che ancora oggi si susseguono su questo tema, la mente di molte persone è stata riportata al ricordo "della spagnola".

Sono pochi quelli ancora in vita che hanno vissuto in prima persona l'avvento dell'influenza spagnola, che ha colpito anch'essa un po' in tutto il globo tra il 1918 e il 1920. I numeri definitivi di quella emergenza furono implacabili: oltre 10 milioni di morti in tutto il mondo, o almeno questo fu il totale ufficiale delle vittime, con un bilancio per l'Italia di più di 400.000 perdite.

Nel caso della nuova pandemia dovuta al nuovo Coronavirus non si può certo escludere con totale sicurezza di arrivare allo stesso numero di defunti, ma è molto improbabile ciò. In prima battuta c'è una differenza abissale sulle conoscenze mediche, oltre alla evoluzione delle tecniche farmacologiche che sono in grado di permettere lo sviluppo di nuove medicine in modo tanto più rapido.

A partire dalla individuazione del nuovo virus, alla messa in campo di efficaci misure di contenimento del contagio fino alla creazione del vaccino, non ci sono termini di paragone oggettivi. Negli ultimi cento anni il tasso di innovazione continua a crescere  in maniera esponenziale, per cui avrebbe poco senso poter creare delle analogie fra il primo ventennio del novecento e l'epoca della intelligenza artificiale al lavoro in sanità. Di certo non mancano mai la solidarietà umana, come hanno dimostrato i giorni nostri i volontari della Croce Rossa impegnati nell'emergenza.

Anche la realtà economica è molto differente. Sia nel caso della spagnola che della pandemia in atto tutti i Paesi si sono fatti cogliere in una fase di fragilità economica, nel primo caso post bellica mentre oggi dominata dallo strascico della crisi del 2009 che non aveva ancora abbandonato l'Italia. Però ad oggi vediamo che il livello di ricchezza generale in tutto il mondo è molto aumentato rispetto al '20, poi sono molte di più gli strumenti di politica economica implementati dalle istituzioni nazionali e internazionali per affrontare eventi straordinari come questo: tanto per citarne uno su tutti, il cd. Fondo Salva Stati istituito nel 2012 per sostenere le nazioni in preoccupante difficoltà nella zona Euro.

Altro fattore importante è la diversità di educazione tra i due periodi, non solo in quanto al livello di alfabetizzazione ma anche di conoscenza in generale. Nell'ultimo decennio è forte la coscienza salutista degli italiani, che sanno dell'importanza dell'alimentazione sana e dell'integrazione con multivitaminico e sali minerali. Per rinforzare il fisico, per avere un sistema immunitario reattivo, non farsi sopraffare dalla stanchezza fisica e mentale si è compreso che le vitamine sono fondamentali in chiave preventiva. Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche sull’utilità diretta per sconfiggere il Covid-19, però servono per il mantenimento di un organismo in piena efficienza.

 

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