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Coronavirus, Bucchioni: "Attesa per una decisione storica senza precedenti" In evidenza

Secondo il Presidente degli Agenti Marittimi del Porto della Spezia l'Unione Europea è al bivio per scongiurare la crisi.

 

Giovedì 23 aprile sarà una data cruciale da segnare sul diario della nostra storia: i leader dei 27 Stati Ue discuteranno in videoconferenza per approvare il pacchetto di strumenti con cui evitare il collasso dell' Eurozona. E’ infatti una data importante per il futuro di tutti noi, tenuto conto che il ritardo delle decisioni continua a creare incertezze e gravissimi danni. E mentre tutti gli operatori di Porto e Logistica hanno continuato ad adempiere alla loro funzione strategica per l’economia e il lavoro del Paese, credo proprio per questo che si imponga una riflessione su quanto sta accadendo.

Abbiamo vissuto tempi in cui il timore per il futuro era rappresentato dall'orso sovietico e non pochi italiani sostenevano “better red that dead” che era in linea con il precedente “Francia o Spagna purché se magna”. E' questo il meccanismo psicologico che ci rende acquiescenti alla sottrazione di libertà che stiamo subendo nella speranza che serva a ridarci la normalità in tempi non troppo dilatati?

Credo piuttosto che la stragrande maggioranza degli italiani si sia affidata a chi riveste i ruoli istituzionali competenti ad affrontare la pandemia fidando nella capacità degli stessi di adottare i provvedimenti giusti. Purtroppo non ci vengono offerte molte ragioni per avere fiducia. Si parte da un ottimismo di maniera affermando che abbiamo il miglior sistema sanitario possibile che siamo preparati ad affrontare il virus, ed in pochi giorni scopriamo che non ci sono le mascherine, i guanti, gli occhiali, i camici monouso, neppure per gli operatori sanitari. Senza parlare dei posti per la terapia intensiva.

Dopo Caporetto vennero richiamati i ragazzi del '99 ed oggi gli studenti in medicina e i medici in pensione.

Nel contempo si dà spettacolo con criticabili contrapposizioni con l'Unione Europea senza il cui sostegno vorrei sapere come si intenderebbe finanziare il nuovo ed il vecchio debito pubblico: forse con un prestito forzoso a carico dei cittadini? Oppure e più facilmente con una nuova tassa patrimoniale?

Altrettanto criticabili i conflitti tra regioni e governo centrale che inducono nei cittadini legittime perplessità sulle capacità e competenze istituzionali che vengono espresse. Possiamo sperare che dal presente disastro si metta in moto una revisione istituzionale che dia certezze?

Nel frattempo muoiono oltre 120 medici, un numero imprecisato di infermieri e personale sanitario, oltre 120.000 persone ed i contagi si sviluppano negli ospedali e nei ricoveri per anziani.

Ogni morte è un dramma umano e tragiche oggi sono le circostanze che non consentono l'umano conforto dei propri cari sul letto di morte e il consolatorio rito funebre. Può sembrare mancanza di umanità ma la saggezza dei popoli dice che “chi muore giace e chi vive si dà pace”. Ma sarà difficile anche darsi pace perché fosche sono le previsioni che riguardano il sistema economico e quindi le imprese, il lavoro, il benessere della gente.

Le proiezioni che riguardano il PIL del 2020 variano dal -6 al -15 mentre l'aumento del debito pubblico e del deficit del bilancio statale saranno imponenti. Certo è che tutti gli stati ritengono di dover dare liquidità ai sistemi economici in misura mai vista prima e per noi è indispensabile avere il su-porto di UE, BEI, BCE, e anche del MES oltreché mantenere la fiducia dei cittadini che finanziano in parte l'enorme debito già agli atti e ai quali occorrerà rivolgersi anche per il futuro. Ideologica l'opposizione al MES se si considera l'ammontare (circa 35 miliardi di €) rispetto alle dimensione del debito (oltre 2.400 miliardi di €). Imprevedibile è anche l'effetto che avrà sui conti pubblici il cumulo di garanzie statali sui prestiti e i vari provvedimenti di sostegno alle famiglie.


Giorgio Santiago Bucchioni
Presidente Agenti Marittimi del Porto della Spezia

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