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Levanto, “città che legge”: c'è il riconoscimento del Ministero dei Beni culturali In evidenza

Ecco che cosa ha permesso di raggiungere l'obiettivo.

 

Levanto ha ottenuto per il biennio 2018-2019 la qualifica di "Città che legge” dal Ministero dei Beni e delle attività culturali (Mibact). La cittadina rivierasca è stata inserita nell’elenco dei Comuni (sono 441 in tutta Italia) per i quali la diffusione della lettura viene praticata attraverso la creazione di infrastrutture dedicate, associazioni culturali, eventi nei quali il libro è al centro dell’attenzione.
Come indicato dal “Centro per il libro e la lettura”, che, d’intesa con l’Anci, ha promosso l’iniziativa, “dalla lettura dipendono lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico delle comunità”. Così quest’organizzazione ha deciso di “promuovere e valorizzare quelle amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura. L’intento è di riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva”.

Tra i requisiti che hanno soddisfatto il Ministero e gli organizzatori e fatto recepire la domanda inoltrata dal Comune, l’esistenza di una biblioteca civica che presenta non solo un’ampia disponibilità di libri in loco, ma anche la possibilità di attingere al vasto patrimonio letterario messo in rete da altre realtà locali; la disponibilità di attrezzature informatiche e di sale per eventi culturali. Importante anche la collaborazione con gli istituti scolastici presenti sul territorio, i cui alunni delle scuole materna e primaria partecipano periodicamente a laboratori organizzati in loco o direttamente nelle aule scolastiche, mentre la biblioteca accoglie ogni anno studenti delle scuole superiori per i progetti “scuola-lavoro”.
Inoltre, sia attraverso la biblioteca e la società “Biblion” che la gestisce, sia direttamente con iniziative proprie, il Comune di Levanto organizza periodici appuntamenti con gli autori che, soprattutto in estate, nella cornice medievale della Loggia di piazza del Popolo, portano in paese personaggi della cultura e spettatori interessati alle tematiche di attualità che vengono proposte.

La qualifica di "Città che legge" consentirà ai Comuni che possono vantarla di partecipare ai bandi per l’attribuzione di contributi economici, premi ed incentivi che il “Centro per il libro e la lettura” predisporrà per premiare i progetti più meritevoli.

“Negli ultimi anni – fa notare il sindaco, Ilario Agata – Levanto ha acquisito una forte consapevolezza della propria identità (con conseguente visibilità pubblica ed accresciuta capacità di attrazione turistica) grazie all’ottenimento di riconoscimenti di grande prestigio come la Bandiera Blu e la Bandiera Lilla e alle certificazioni ambientali Iso 14001 ed Emas. Tutte attestazioni che testimoniano l’attenzione dell’amministrazione e della comunità locale per la qualità dell’ambiente e della vita, per la valorizzazione del grande patrimonio naturalistico, storico ed architettonico e la possibilità di renderlo fruibile a tutti, anche con la realizzazione di infrastrutture e l’erogazione di servizi fruibili da tutti. Lo status di “Città che legge” in un certo senso rappresenta addirittura qualcosa di una valenza maggiore, perché attraverso la lettura (soprattutto quella guidata con i laboratori per i bimbi e gli adolescenti) i giovani apprendono nozioni, si aprono al mondo, vengono introdotti alle grandi tematiche della vita ed acquisiscono una maturità che gli consente di maturare una sensibilità che poi sfocia in nei progetti e nelle idee di grande respiro e valenza sociale destinate a migliorare un’intera collettività. Il compito di noi amministratori pubblici è accompagnarli (collaborando con le famiglie e gli educatori scolastici) in questo percorso formativo culturale mettendo loro a disposizione gli strumenti e le occasioni necessari per arricchirne il bagaglio culturale (in un momento in cui la cultura è a dir poco ‘inquinata’ dall’utilizzo troppo spesso inappropriato dei social media) in modo da prepararli ad affrontare il futuro con la necessaria apertura mentale che impongono le grandi sfide della società verso la quale ci stiamo muovendo”.

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