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Sesta Godano, i suoi borghi e i suoi presepi In evidenza

Ultimi giorni per visitarli.

 

Sono ancora visitabili i presepi di Sesta Godano, Santa Maria di Godano, Scogna e Mangia.

Si può inoltre visitare anche la mostra di presepi a Groppo e l'allestimento sempre visitabile dell'artista ligure Rocca in piazza San Siro. E' sempre visitabile anche il presepe di Cornice "sotto il volto" e quello di Pignona. Per visitare il presepe di Airola è necessario contattare il Santuario al numero 3471279484.

"Pomeriggio significativo questo delle visite ai presepi che aiuta anche la reciproca conoscenza - scrive Giorgio Antognoli, presidente UNPLI Provinciale, sempre attento alle manifestazioni che si svolgono sul territorio. La riflessione personale su quello di Bergassana che si richiama, a mia umile espressione, ai valori della terra e di tutto quanto ci offre".

C'è un armadio aperto nell'amena chiesa di Sant'Andrea, pare quello della nonna. Dalle ante divelte il muschio dilaga e invade il pavimento. Nel magma vegetale, caldo e profumato di fieno, si mescolano alle statuine fra i giochi di luce e ombra gli oggetti di uso comune rinvenuti nelle cantine del borgo e posizionati con esattezza ed equilibrio da Roberto Garbini, curatore dell'allestimento. C'è il tavolo di legno che forma una grotta, la sedia impagliata, il cesto con le speciali Patate di Bergassana, una volta si saliva al borgo per comprarle... Ci sono gli strumenti del sapere contadino, arnesi oggi sconosciuti ai più, che evocano ricordi un universo piccolo, semplice, antico. Ai piedi di un colle che si forma sulla cassapanca semi-aperta campeggia la scritta: mancano panni e fuoco. Si segue la strofa del canto che per eccellenza fa il natale un po' più "Natale". Le parole guidano lo sguardo fino alla capanna: "per venire a penar su questo fieno". Noi, popolo opulento e poco critico, avremmo forse preferito tener serrate le ante di quell'armadio. Le emozioni non si governano, una folata di vento ha invaso la cantina, fatto comparire l'armadio nella navata della chiesa, ne ha spalancato le ante e riversato i ricordi sul pavimento...

Prosegue Giorgio Antognoli: "Ho ascoltato le parole di Papa Francesco sull'attuale modello di sviluppo economico non più sostenibile. Trovo quindi molto appropriato il "messaggio" di detto presepe, non mutuato ancora dall'esortazione di Francesco."

L'avevo intravisto. Vado a cercarlo: nel recente passato basta Google aperto e in qualche secondo si giunge alla meta. Si tratta della "Lettera Enciclica Laudato sì del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune". Non si tratta di una conversione, quanto del ragionevole riconoscersi nell'appello ad uno sviluppo sostenibile e integrato, necessario e auspicabile per la "custodia" e la "coltivazione" del mondo.

"L'intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; l'invito a cercare altri modi di intendere l'economia; la grave responsabilità della politica internazionale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita. Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. C'è da considerare anche l'inquinamento prodotto dai rifiuti. La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia (...) Mentre "coltivare" significa arare o lavorare un terreno, "custodire" vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. La tecnoscienza, ben orientata, è in grado non solo di produrre cose realmente preziose per migliorare la qualità della vita dell'essere umano, a partire dagli oggetti di uso domestico fino ai grandi mezzi di trasporto".

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