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La Spezia ricorda Don Milani a 50 anni dalla morte In evidenza

Giovedì 16 novembre l'incontro con Agostino Burberi e la proiezione di “Barbiana ’65. La lezione di Don Milani”.

 

Giovedì 16 novembre l’Associazione Culturale Mediterraneo ricorderà la figura di don Lorenzo Milani a cinquant’anni dalla morte.
Alle 10,30 Agostino Burberi, uno dei primi sei ragazzi della scuola di Barbiana, incontrerà i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Statale n. 1 presso l’Auditorium della Scuola Media Jean Piaget (via Benedicenti, 3). Seguirà un buffet offerto dall’Istituto, preparato dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero Casini.
Burberi sarà presente anche alle 17 al Cinema Il Nuovo (via Colombo, 99), dove sarà presentato il film di Alessandro D’Alessandro “Barbiana ’65. La lezione di Don Milani”.

“La scuola di Barbiana -dice Giorgio Pagano, Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo- accoglieva solo operai e contadini, perché intendeva eliminare la differenza culturale che esisteva tra questi e altri strati sociali. Per questo don Milani la definiva scuola classista, nel senso cioè di scelta dei poveri. Questo suo schieramento, sempre giustificato alla luce del Vangelo, era un aspetto costantemente presente nella sua attività scolastica e pastorale che trapelava continuamente. Ed è, nella nostra società sempre più diseguale e nella nostra scuola che ha ancora così grande difficoltà a scegliere i poveri, di grande attualità”.

La lezione di don Milani emergerà dalla testimonianza di Agostino Burberi e dal film di D’Alessandro, che recupera integralmente il materiale filmato girato dallo stesso regista nel dicembre del 1965 a Barbiana, protagonisti Don Lorenzo Milani e i suoi allievi. “E’ un pensiero concreto -spiega Pagano- di straordinaria organicità, che fa di Barbiana un'esperienza intellettuale, radicale, utopica e politica, di livello almeno europeo. Ben oltre i confini di un piccolo paese, di una nazione, e del suo tempo”.

Il regista D'Alessandro, l'unico a cui don Milani concesse di effettuare delle riprese della vita nella sua scuola per lasciare un documento ai suoi ragazzi, era salito a Barbiana per un'inchiesta sull'obiezione di coscienza a cui si era aggiunta la voce di don Lorenzo. Il filmato originale dell'epoca mostra alcuni momenti e aspetti fondamentali della Scuola di Barbiana: la scrittura collettiva, la lettura dei giornali, i ragazzi più grandi che insegnano a quelli più piccoli. Ma c'è anche il lavoro manuale svolto dai ragazzi (o la loro partecipazione alla Messa, in cui vediamo don Milani sull'altare celebrare ma solo "per finta", per la macchina da presa, dopo una scelta consapevole e condivisa con il regista). Intorno a queste immagini del 1965 si sviluppa il racconto con le testimonianze di Adele Corradi, l'insegnante che ha vissuto l'esperienza di Barbiana con don Lorenzo, di Beniamino Deidda, ex Procuratore Generale di Firenze che dopo la morte di don Lorenzo ha continuato a insegnare ai ragazzi della scuola di Barbiana, e don Luigi Ciotti. Scuola, Costituzione e Vangelo sono i tre pilastri su cui si sviluppa il pensiero milaniano, che trova il suo culmine nella lettura che don Lorenzo fa davanti alla macchina da presa della sua Lettera ai Giudici, il testo scritto per difendersi dalle accuse di Apologia di reato nel processo che lo attende a Roma. Il filmato restituisce con grande forza la voce e l'immagine di un uomo che oggi più che mai ripropone con forza il tema della coscienza e dell'obbedienza, della giustizia e della solidarietà, della scuola che deve permettere a tutti di diventare sovrani di sé stessi. Il film-documentario su don Lorenzo e i suoi ragazzi di Barbiana nasce dal recupero del materiale girato da Angelo D'Alessandro nel dicembre 1965 a Barbiana, ritrovato dal figlio Alessandro dopo la morte del padre. È l'unico documento esistente con don Milani in scena. È lo stesso don Lorenzo che narra, che parla, che spiega.

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