fbpx

Accedi al tuo account

Nome utente*
Password *
Ricordami

Cimitero di Lerici, la storia oltre il degrado In evidenza

di Doris Fresco- Viaggio all’interno del Campo Santo di Narbostro, tra patrioti, poeti e principesse.


Si avvicina il 2 novembre, giorno dei Morti, che per noi liguri ha un valore fondamentale: “U Ben di Morti”, infatti, ossia l’omaggio con un vero e proprio banchetto in favore dei defunti della propria famiglia, è una tradizione secolare che si perde nella notte dei tempi e richiama la storia e le vicende della Liguria antica.
Dopo molti anni in cui questa tradizione sembrava persa nel tempo, nell’ultimo periodo, anche grazie all’influenza dell’halloween anglosassone che ha riportato in auge vecchie pratiche, come l’omaggio dei dolci, molti hanno riscoperto anche il nostrano “U Ben di Morti”; non ha mai subito cambiamenti un altro aspetto più pratico della tradizione, cioè il recarsi al cimitero il giorno dei Morti per commemorare i defunti. Anche a Lerici, per l’occasione, il cimitero di Narbostro seguirà orari di apertura straordinari.
Balzato agli onori della cronaca per il degrado in cui versano certi angoli, tanto che sono stati dirottati 50 mila euro per lavori di manutenzione straordinari, il cimitero di Lerici ha, come tutti i campisanti, un grandissimo valore artistico e storico. Che siamo poeti, principi o semplici operai; che la nostra famiglia sia ricca o indigente, il cimitero riguarda tutti noi. È così che, curiosando per le viuzze di Narbostro, si possono scoprire storie antiche e preziosi ricordi.

Planimetria del Cimitero di Lerici
Ben visibile è, entrando dall’ingresso principale e svoltando a sinistra, la prima tomba, risalente al 1870. Il primo infatti ad essere tumulato qui è stato il carabiniere Giovanni Gardella, quando il vecchio cimitero fu dismesso per diventare Parco della Rimembranza.
Accanto a lui la lapide dedicata al massonico Francesco Lupi, sindaco della Loggia Massonica di Genova. Ricca di dettagli e riferimenti al simbolismo massonico, come il compasso, la lapide commemorativa fu posizionata nel maggio 1904, dopo la dipartita dell’uomo, avvenuta nel febbraio 1903 a New York: “rivolgendo alla diletta Italia il reverente saluto di cosciente cittadino”; fu poi restaurata nel centenario dai nipoti.
Spiccano, in questa originaria ala del cimitero, lapidi antiche, che qui rimarranno perché eterne, ma spesso degradate dal tempo, in alcuni casi talmente tanto consumate dagli anni che non è più possibile goderne le effigi: molte hanno visto la sostituzione con marmi di nuova fattura, restando però completamente anonime non riuscendo più, a questo punto, a risalire all’identità della salma contenuta nella tomba.

Narbostro restituisce ricordi che appartengono alla storia più profonda di Lerici: una memoria che riemerge, ad esempio, passando di fronte alla tomba di Agostino Biggi, conosciutissimo a Lerici per essersi adoperato nella pratica del trasporto delle salme durante il suo lavoro di volontario del soccorso nella Pubblica Assistenza, tanto che, narra la leggenda, era solito dormire in una bara.
Alcune storie che sono raccontate negli epitaffi, come si usava un tempo, restituiscono tutto il dramma di vite spezzate duramente, come capitato a Ildegonda Zanello (1871-1898), che si lasciò morire di stenti oppressa dalle calunnie del paese.
Ha trovato qui l’eterno riposo anche Ennia Valtriani, morta durante l’eccidio nazifascista di San Terenzo ai monti del 1944: mentre tutte le salme sono rimaste lì, la madre di Ennia si impose per riportare la salma della diciannovenne a Lerici. Lei quindi è l’unica vittima della strage a non riposare in quel luogo.
Arriviamo poi alla lunga lista di patrioti che possiamo commemorare a Narbostro dove troviamo, tra gli altri, Nino Gerini, Oronte Petriccioli, Giuseppe Petriccioli, Bruno Gazzoli, Giuseppe Casini (medaglia d’oro al valor militare).
A Narbostro giacciono anche le ceneri di Doria Palmieri Reagan, nuora del presidente degli Stati Uniti d’America, dalle solide radici lericine: fu lei che, nelle ultime volontà, indicò all’amato marito Ron che parte delle sue ceneri venissero deposte nel cimitero di Lerici, nella tomba di famiglia.


Ci sono poi le tombe di Maddalena “Madì” Di Calro, la castellana che, nonostante sia passati diversi anni dalla sua morte, è evidentemente ancora nel cuore e nei ricordi di molti lericini, avendo contribuito a farne la storia: sulla sua tomba infatti, brillano fiori freschi, segno di affetto.
C’è la tomba del medico che regalò a Lerici l’organo Agati, Pietro De Benedetti; i poeti Paolo Bertolani e Francesco Tonelli, ma anche le due principesse russe che, grazie agli sforzi di Carlo Andrea Fabbricotti, sfuggirono alla Rivoluzione Russa. Marie Elisabeth Angele de La Guerronniere Alexeieff, morta a Bagnola nel 1933 e la figlia, Vera Alexeiff principessa Ourousov, morta a Fiesole il 19 gennaio 1955. Madre e figlia scelsero di riposare a Lerici e furono sepolte in piedi, secondo il rito ortodosso, nella stessa tomba.
Delle centinaia e centinaia di persone che riposano al cimitero di Lerici, come in ogni altro cimitero, ci potrebbero essere storie altrettanto significative da raccontare. Il 2 novembre in tanti sceglieranno di recarsi a Narbostro, dove ognuno poi si troverà a vagare secondo un percorso forse lontano da queste tombe monumentali, lasciandosi guidare dalla propria personalissima storia.

È GRATIS! Compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna stampa.

Gazzetta della Spezia & Provincia non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio con una piccola donazione. GRAZIE

Vota questo articolo
(0 Voti)
Redazione Gazzetta della Spezia

Redazione Gazzetta della Spezia
Via Fontevivo, 19F - 19123 La Spezia

Tel. 0187980450
Email: redazione@gazzettadellaspezia.it

www.gazzettadellaspezia.it

Articoli correlati (da tag)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

Studio Legale Dallara

Informiamo che in questo sito sono utilizzati "cookies di sessione" necessari per ottimizzare la navigazione, ma anche "cookies di analisi" per elaborare statistiche e "cookies di terze parti".
Puoi avere maggiori dettagli e bloccare l’uso di tutti o solo di alcuni cookies, visionando l'informativa estesa.
Se invece prosegui con la navigazione sul presente sito, è implicito che esprimi il consenso all’uso dei suddetti cookies.