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Il Premio Montale Fuori di Casa torna a Sarzana per premiare Rampini e Treni In evidenza

A loro vanno, rispettivamente, il premio per la sezione saggistica e per la sezione Montal/arte. La consegna sabato 12 agosto alle ore 21,00 in Piazza De Andrè.

 

Il Premio Montale Fuori di Casa – XXI edizione, dopo Genova, Firenze e Milano, torna nuovamente a Sarzana il 12 agosto, nella sua sede storica, dove a luglio è già stata assegnata la sezione Narrativa allo psichiatra Vittorino Andreoli, per conferire altri due riconoscimenti: al giornalista Federico Rampini, inviato di Repubblica da New York, il Premio per la Saggistica e all'artista Paolo Treni il Premio Montale/Arte giovani.
La manifestazione avrà inizio alle ore 21,00 nella piazzetta De Andrè, dove il Comune di Sarzana ha inaugurato un palco dedicato proprio al grande musicista ligure.
A ricevere i premiati saranno il Sindaco di Sarzana, Alessio Cavarra, e l'Assessore alla Cultura del Comune, Nicola Caprioni.

In apertura di serata salirà sul palco il giovane artista Paolo Treni, presentato dalla Presidente del Premio, Adriana Beverini, e che farà un suo piccolo intervento illustrando al pubblico la tecnica che utilizza per le sue creazioni in Plexiglas.
Dalle ore 22,00, sarà poi la volta di Federico Rampini, presentato dalla Vice Presidente del Premio, Barbara Sussi, e che dialogherà sul palco con Mariangela Guandalini e Giorgio Pagano, Presidente della Associazione Culturale Mediterraneo, che collabora a questo evento.
Nella motivazione del Premio a Rampini viene riportata una frase di Eugenio Montale del 1963 nella quale il prossimo Nobel per la Letteratura affermava di amare i tempi nei quali era nato perché preferiva vivere sul filo della corrente anziché vegetare nella palude di un’età senza tempo: "Preferisco vivere in un’età che conosce le sue piaghe piuttosto che nella sterminata stagione in cui le piaghe erano coperte dalle bende dell’ipocrisia”.
Ed è proprio per questo, per aver riconosciuto ed esaminato con sguardo critico, nei suoi libri e dalle pagine di Repubblica, le “piaghe” di questo nostro tempo storico, che viene assegnato a Federico Rampini il Premio Montale Fuori di Casa per la Saggistica. Dallo sviluppo inarrestabile della Cina, al tema del caos ambientale e della deriva tecnologica, sino ai rischi della globalizzazione, come ben si evidenzia nel suo ultimo saggio “Il Tradimento. Globalizzazione e immigrazione. Le menzogne delle élite” (Mondadori ed.). In esso Rampini analizza anche il problema dell’immigrazione spiegando che “Senza una guida, abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme... Alla paura si risponde con la fuga all'indietro, verso il recupero di identità nazionali. Si cerca di alzare il ponte levatoio. Di isolarsi da tutto il male che viene da «là fuori»”.
Come è consuetudine del Premio, al pubblico presente verrà donato a fine serata proprio quest’ultimo libro di Rampini (sino ad esaurimento copie), grazie alla collaborazione instaurata con Crèdit Agricole Carispezia.

Dedicata al Montale critico d'arte è invece la sezione Montal/Arte giovani che, inaugurata a Milano nel 2016 con la premiazione della designer Angela Resina, vede vincitore quest'anno Paolo Treni, artista eclettico, poeta visuale che supera le categorie preconfezionate di Artista/Designer e che, attraverso una sua personale ricerca, reinventandolo ed attualizzandolo, attinge ad un classico senza tempo. Treni realizza le sue creazioni su supporto in Plexiglas, ma avvalendosi delle potenzialità offerte dalla rivoluzione tecnologica in corso e grazie ad un complesso procedimento, fa sì che questo materiale semplice e neutro diventi un medium eccezionale, capace di esprimere una risonanza emotiva immediata tra autore e spettatore.
Come si legge nella motivazione: "Sensibile agli stimoli che gli provengono dalle altre arti, in particolare, dal teatro e dalla poesia, Treni ha saputo cogliere nell'opera di Eugenio Montale, quella frammentazione dello spirito e quell'aspirazione al distacco dalle passioni che sono anche sue proprie e che l'artista ha approfondito grazie allo studio teatrale della maschera neutra, intesa come base di partenza di ogni successiva trasposizione emotiva. Al grande poeta lo avvicinano anche l'interesse per certi tipi di contrasti cromatici, e per il colore inteso come gradazione e sfumatura di luce e, in special modo, l'attesa del "miracolo", tema caro a Montale e che per Treni avviene nel momento in cui il complesso procedimento di realizzazione delle sue creazioni porta alla nascita di una nuova opera”.
A Federico Rampini, l'artista donerà un prototipo di Farfalla di Dinard, papillon gioiello appositamente realizzato per l'evento.

Il Premio Montale Fuori di Casa a Sarzana è patrocinato dalla Regione Liguria e si realizza grazie al contributo del Comune di Sarzana e del Crèdit Agricole Carispezia. Un ringraziamento particolare va alla famiglia Podestà Luciardi di Sarzana.

FEDERICO RAMPINI
Nato a Genova il 25/3/1956, scrittore e giornalista italiano, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI.
In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi.
Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo, nel 2006 il Premio Saint Vincent.
È autore di numerosi saggi, tra cui: Le paure dell'America (Laterza 2003), Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana (Carocci 2004), San Francisco - Milano (Laterza 2004).
Per Mondadori ha pubblicato Kosovo (1999, insieme a Massimo D'Alema), Il secolo cinese (2005), L'impero di Cindia (2006) e L'ombra di Mao (2006).
Nel 2012 inaugura una nuova collana per Laterza ("Idòla") con un pamphlet intitolato "Non possiamo più permetterci uno Stato sociale" Falso!
Tra gli altri saggi pubblicati: Alla mia sinistra. Lettera aperta a tutti quelli che vogliono sognare insieme a me (Mondadori 2012), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro (Mondadori 2012), La via maestra. L'Europa e il ruolo dell'Italia nel mondo dialogo con il Presidente Giorgio Napolitano (2013 Mondadori), Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale (Mondadori 2013), San Francisco-Milano. Un italiano nell'altra America (Laterza 2013), La trappola dell'austerity. Perché l'ideologia del rigore blocca la ripresa (Laterza 2014), Rete padrona Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale (Feltrinelli 2014), All You Need Is Love. L'economia spiegata con le canzoni dei Beatles (Mondadori 2014) e Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne dell’élite (Mondadori 2010).


PAOLO TRENI

Paolo Treni nasce nel 1981 sul lago di Garda. Vive e lavora tra Brescia e Milano.
A Milano consegue la laurea specialistica in comunicazione presso l'Università Cattolica e si diploma alla scuola del Teatro Arsenale. L'incontro con il teatro plasma la sua ricerca artistica e lo fa entrare in contatto con il laboratorio di scenografia di Jacques Lecoq a Parigi, dove applica al “set design” il metodo di analisi del movimento sviluppato del maestro francese.
In laboratorio la sua arte da progettuale diventa processuale e lo porta a gestire l'entropia del processo alchemico che attraverso laser, smalti, pigmenti e vernici trasforma la superficie del plexiglas nel supporto in grado di accogliere il suo mondo onirico. Il plexiglas diventa medium capace di catturare l'energia della luce per poi irradiarla in uno spettro cromatico mutevole, creando risonanza emotiva tra le variazioni dei colori dovute al cambiamento di luminosità nello spazio e le sfumature suscitate nelle emozioni dell’osservatore. In una dinamica di attrazione-repulsione, lo spettatore è spinto ad esplorare la natura e l'effetto di ogni opera, muovendosi lungo la parete alla ricerca del punto nevralgico in cui i colori si accendono e la composizione prende vita. Nel percorso eclettico dell’artista, fondamentale è il progetto Le Chasseur de Lumieres presentato nel settembre 2013 a Parigi, nel prestigioso contesto della fiera Maison & Objet. Gli viene affidato il graphic design di due prototipi di termo-arredo in vetro retroilluminato. Notato da architetti e interior designer, avvia alcune determinanti collaborazioni che lo portano alla commissione di diverse opere in Plexiglas, inserite in collezioni private milanesi nel 2014. Grazie alla mostra AISTHESIS. All'origine delle sensazioni, visitata nel 2014 a Villa Panza di Biumo, scopre il valore fondamentale dell’interazione con il committente. In questo senso, sono determinanti le installazioni site-specific dei maestri dell'arte ambientale e della percezione, come Robert Irwin e James Turrel. Il legame con il committente diviene dunque per Treni parte integrante del processo creativo e nel 2015, grazie a questo modus operandi, ottiene la commissione dell'opera Afflatus Caelestis che entra nella collezione della Contessa Dania Zani Barranco, accanto a opere di illustri maestri quali Tilson, Chagall, Tancredi, Del Pezzo, Baj, Matta, Picasso, Tadini, Man Ray, Messina, Cascella, Adami, Schifano, Dorazio, Pomodoro, Novelli.

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