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Il Museo Lia ospita opere selezionate delle collezioni civiche. Apertura al pubblico giovedì 29 giugno alle 17.30.

La mostra di opere selezionate delle collezioni civiche rappresenta una preziosa integrazione alla mostra del ventennale del Museo Lia L’elogio della bellezza, prorogata fino al 27 agosto. Dalle Collezioni Civiche sono state infatti selezionate opere che dimostrano la eterogeneità e la ricchezza delle raccolte del Comune della Spezia.

Dal Museo del Castello arrivano in mostra tre reperti marmorei che provengono da Luni, colonia romana fondata nel 177 a.C. in seguito alla vittoria dei Romani sui Liguri. Si tratta di frammenti di grande suggestione provenienti dai depositi del museo, svelandone le potenzialità per ulteriori esposizioni: una spalla con braccio di figura femminile vestita con abito (stola) chiuso da una serie di bottoncini, una mano maschile che regge l’elsa di una spada e una zampa di felino probabile terminale di sostegno di un tavolo (trapezoforo). Appartenevano alla collezione Fabbricotti che fu acquisita dal Comune della Spezia nel 1938, in seguito al fallimento della famiglia Fabbricotti, industriali del marmo, che avevano raccolto circa 9000 pezzi archeologici. I materiali sono estremamente eterogenei tra loro e sono stati esposti al Castello per tipologie. Un nucleo assai numeroso è costituito dai materiali marmorei rappresentati da elementi architettonici, statuari di grandi e piccole dimensioni ed epigrafici. Luni estrasse in maniera intensiva il marmo dalle cave Apuane che poi lavorò in posto per rivestire i suoi edifici pubblici e commerciò sfruttando la facilità di accesso sia alle vie marittime, sia a quelle terrestri.

Il Museo Etnografico mette invece in mostra i materiali delle tribù di nativi americani Ponca e Omaha, confluito nelle raccolte civiche con la donazione dei figli del senatore Giovanni Capellini nel 1925. Questi, nel 1863, aveva intrapreso un viaggio nel Nebraska e nelle regioni dell’America nord-occidentale per studiarne geologia e mineralogia. Dal Canada aveva attraversato diversi territori, fino all’incontro con le tribù Ponca e Omaha (appartenenti alla famiglia Sioux) stanziate fin dal 1845 lungo il fiume Missouri. Cacciatori di bisonti, erano fra i gruppi meglio conosciuti: negli anni Trenta dell'Ottocento erano stati descritti e studiati da George Catlin e da Massimiliano di Wied. Terminato il viaggio, Capellini portò con sé quattordici casse di materiali: una conteneva le “curiosità indiane”. La raccolta non è formata da molti pezzi ma è importantissima poiché è perfettamente databile e collocabile nell'epoca immediatamente antecedente alla reclusione dei nativi nelle riserve. Gli oggetti sono quindi ancora originali e non si tratta di manufatti realizzati per gli europei. Inoltre, alcuni pezzi furono donati personalmente dagli stessi proprietari, fra cui il capo La Fleche.

Dal Museo del Sigillo vengono esposti sei pezzi di grande rilievo: il Sigillo troncoconico di giada bruna, appartenuto ai sovrani cinesi dello stato di Guangling durante la dinastia Wei (III-V secolo), ornato dall’intaglio di un Taotie, aggressivo mostro tutelare raffigurato sin dal Neolitico su oggetti sacri e rituali; la matrice di bronzo “a navetta”, utilizzata dal 1288 al 1342 da Napoleone Orsini che, citato da Dante (Tu pre omnibus, Urse, ...) e amico e committente di Simone Martini, fu ritratto da Giotto nella Basilica inferiore di san Francesco di Assisi; un esemplare d’avorio che reca una matrice intagliata dall’inglese Nathaniel Marchant, considerato il miglior incisore del XVIII secolo, e ritrae il profilo dell’attore David Garrick, assorto di fronte a un busto di Shakespeare; la splendida agata dell’impugnatura a sezione ottagonale che, incisa con il nome Rafaiel e la data 1777, è appartenuta alla famiglia di ritrattisti operante alla corte dei sultani ottomani nel palazzo di Topkapi; il sigillo d’oro e smeraldi, risalente alla metà del XIX secolo, proveniente dalla collezione personale di re Farouk; l’impugnatura d’oro sormontata da una perla scaramazza ed ornata da diamanti e zaffiri, già appartenente alla collezione Bulgari, che fu realizzata attorno al 1910 per Charles Asshmeton-Smith di Vaynol, baronetto e fine caricaturista dilettante per Vanity Fair.

La Palazzina delle Arti sarà presente con tre opere di Agostino Fossati (1930 – 1904), il più significativo autore della scuola pittorica spezzina dell’Ottocento, che nasce appunto attorno alla sua figura di artista e di educatore nelle scuole pubbliche locali. Saranno esposti: Antica piazza del municipio (Olio su tavola, cm 40 x 31, Civiche collezioni d’arte, inv. 176); La Spezia, la marina coi giardini (Olio su tela, cm 70 x 132, Civiche collezioni d’arte, inv. 133); Gli Stagnoni (Olio su tela, cm 33 x 49; Civiche collezioni d’arte, inv. 47). Questi tre dipinti fanno parte delle vedute della Spezia, un tema a lui carissimo e molto amato dalla committenza cittadina, che lasciano una imperitura testimonianza dell’ambiente urbano prima delle trasformazioni militari.

Dal CAMeC infine arriva l’opera di Jean Dubuffet (Le Havre, 1901 - Parigi, 1985) Figure au basement bleu del 1971 ( polistirene e acrilico, CAMeC, collezione Cozzani, inv. n. 613). L’opera proviene dalla galleria Jeanne Bucher di Parigi, storica e importante sede espositiva nata nel 1925 come libreria-galleria e casa editrice d’arte, tuttora esistente. La ricerca di Dubuffet rappresenta un momento di svolta e innovazione nell’arte del Novecento per il suo inedito interesse nei confronti dell’espressione primordiale e spontanea tipica dell’immaginario dei bambini, dei folli e degli emarginati. Egli conia la definizione, appunto, di Art Brut (grezza), che propone la spontaneità e la brutalità della narrazione e della rappresentazione, intenzionalmente priva di convenzioni, nel nome di una irriverente anticultura. Per molte opere plastiche, come quella in esposizione, l’autore impiega materiali alternativi e anticlassici, come il polistirolo.

La mostra Tesori dai Musei è a cura del gruppo di lavoro dei musei civici coordinato dalla Direttrice Marzia Ratti e composto da: Eleonora Acerbi, Donatella Alessi, Francesca Giorgi, Andrea Marmori, Giacomo Paolicchi, Anna Rozzi.

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Museo Civico Amedeo Lia

Museo Civico Amedeo Lia
Via Del Prione, 234
19124 La Spezia

Tel. 0187/731100

museolia.spezianet.it/

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