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Antigone di Angelo Tonelli: a Lerici la prima nazionale In evidenza

di Doris Fresco- Il grande grecista Angelo Tonelli porta in scena il mito femminile di Sofocle, Antigone.

Sabato 10 giugno ore 21 al teatro Astoria di Lerici, andrà in scena Antigone, opera della Compagnia Teatro Iniziatico diretta da Angelo Tonelli e che negli anni ha fatto brillare il Teatro Astoria- e non solo- di cultura e arte. Lerici punta molto sul teatro e l'alto livello della stagione, curata sempre per offrire ampia varietà di spettacoli, ospitando grandi nomi del panorama artistico nazionale, o piccole compagnie locali, è la prova di come nulla sia lasciato al caso: l'Astoria è di tutti, da chi ama ridere con le commedie recitate in dialetto lericino, a chi vuole godersi una serata pensata da uno dei più grandi grecisti contemporanei, Angelo Tonelli (qui un famoso articolo scritto su di lui da Il Giornale). 
L'opera Antigone, che andrà in scena sabato per la prima nazionale, è liberamente tratto dall’omonima tragedia di Sofocle, nella traduzione di Angelo Tonelli.
Alla regia, insieme ad Angelo Tonelli, c'è Susanna Salvi; le scenografia sono di Giuliano Diofili, con Galliana Barabini Luca Bossi Greta Di Sacco Jo Errico Sara Montefiori, Susanna Salvi, Riccardo Tagliaferro, Angelo Tonelli.
Le melodie e il canto dal vivo sono di Paola Polito che si è occupata anche di traslitterazione e traduzione dei testi messi in canto; gli arrangiamenti di Beppe de Ruggiero e i costumi di Maria S. Couture con maschere di Women at Work.
Si legge nelle note del regista Angelo Tonelli: "L'opera racconta del conflitto tra legge non scritta degli dei, dovere morale nei confronti dei trapassati, rispetto per i vincoli di sangue incarnati da Antigone, e la dedizione ottusa alla ragion di stato di Creonte, degenerata in spirito tirannico, Antigone ha goduto di grandissimo successo nel corso dei secoli, e in particolare a partire dalla traduzione poetica di Hölderlin nel 1804.
Tutto era nato dalla maledizione lanciata da Edipo contro i figli maschi, che inchiodava Eteocle e Polinice a uno scontro feroce per il potere, che sarebbe culminato nell’uccisione reciproca. Per scampare alla morte, i due fratelli decisero di regnare a turno, un anno a testa, sullacittà di Tebe, ma Eteocle venne meno al patto, e Polinice armò una schieradi guerrieri argivi che lo strinsero d’assedio. Come aveva splendidamente narrato Eschilo in Sette contro Tebe, la maledizione ebbe compimento, e i fratelli si uccisero l’un l’altro. Creonte assume il potere sulla città, e ordina che i nemici, compreso Polinice, non abbiano sepoltura. Ma Antigone decide di seppellire il fratello, trasgredendo al divieto del sovrano. Il resto della trama è noto, con Creonte che nonostante i tentativi di dissuasione da parte dell’indovino Tiresia condanna Antigone a essere seppellita viva in una grotta, e suo figlio Emone, promesso sposo della donna, che si suicida sul suo cadavere, trascinando alla morte suicida anche Euridice, sua madre e sposa di Creonte, e condannando il sovrano, dopo un pentimento tardivo, a un destino di solitudine straziata. Su tutto trionfa l’amore, di Antigone per il fratello, di Emone per la sposa promessa e immolata, a ulteriore, perpetua condanna della legge spietata del potere".

L'ingresso è gratuito.

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