Andar per mare ha sempre affascinato gli uomini di ogni tempo. Alcuni partivano alla ricerca di nuovi porti, di denaro, terre e tesori da conquistare e sfruttare, altri per ragioni commerciali o politiche, per favorire le migrazioni e allentare i conflitti sociali. Non è mai mancato chi naviga verso l’ignoto per conoscere, per esplorare, anche a costo di rischiare la vita e di perdere tutto, nave ed equipaggio.
La navigazione, come si può notare dalle espressioni del nostro linguaggio quotidiano, ha molti punti in comune con la vita. Capita a tutti di essere in alto mare, di andare a tutta randa o di perdere la rotta. E nella vita quotidiana tutti, più o meno consapevolmente, scegliamo un porto da raggiungere, un piccolo o un grande obiettivo.
I miti dell’antichità sono stati elaborati dai Sapienti per trasmettere delle profonde verità relative all’uomo, al cosmo e a Dio. Per nascondere e comunicare a chi era abbastanza sveglio da capire le tecniche di autosuperamento, la rivelazione divina.
La letteratura di ogni tempo narra numerosi viaggi per mare, basti pensare, per fare solo un esempio, al mito degli Argonauti, i cinquanta straordinari eroi greci che guidati da Giasone a bordo della nave Argo salparono alla ricerca del vello d’oro, che simboleggia uno stato di coscienza, la massima realizzazione spirituale alla quale un uomo e una donna possano aspirare.