Alla fine della seconda guerra mondiale, non avendo dove dormire, le diedero le chiavi del castello, e lei poco dopo cominciò ad aprirlo ai primi visitatori illustrandolo diligentemente con quel poco che sapeva. In poco tempo ne fece il rifugio per viaggiatori ed artisti di tutto il mondo che divenne poi un ostello della gioventù ufficialmente riconosciuto e noto in tutto il mondo. Uniti all'interno di quelle mura storiche, e non più in conflitto, i giovani che fino a quel momento avevano vissuto gli orrori della guerra, incontrandosi e conoscendosi, posero fine all'odio e tornò in loro la voglia di vivere, ridere, amare; e in una di quelle notti di festa, ricorda Arrigo Petacco, proprio quei giovani "nomadi" posarono, sul capo di Mady, un diadema di stagnola eleggendola: "Regina dei Vagabondi".
Possedeva il pregio, espansiva e severa, di saper intendersi con chiunque, nobili e reietti; ammirava i globe trotter e si adombrava se qualcuno, al di fuori di lei, li chiamava "vagabondi", lei li definiva uomini liberi. E gente libera era davvero, che raggiungevano Lerici con ogni mezzo, a piedi, in autostop, in bicicletta, nelle moto coi sidecar, spesso squattrinati, e a tutti lei offriva ospitalità cibo ed un letto.
Col tempo divenne nota, persino il Maresciallo Petain o il Duca di Aosta divennero suoi estimatori, giornali e rotocalchi cinematografici si occuparono di lei e cominciò a ricevere cartoline, lettere, pacchi, da tutto il mondo. Era sufficiente scrivere "Mady - Italia" e magari fare un disegnino del castello e la corrispondenza giungeva a destinazione. Per trent'anni, dal 1947 al '68, governò l'Ostello scrivendo un'altra bella storia fiorita nel Golfo dei Poeti e non per caso letterati importanti (Eliot, Hemingway, Soldati, Somerset Maughan, per citarne alcuni) scrissero di lei.
Oggi a Lerici di Mady, scomparsa nel 1984, si trovano ancora testimonianze: il bel libro-documento di Francesco Tonelli, "Mady – Regina del Castello" ristampato anastaticamente nel 2011 a cura del Consorzio del Castello e dell'Assessorato alla Cultura; "Mady, l'antica castellana del Golfo dei poeti", il film che ho avuto la fortuna di realizzare per Rai3 poco prima che ci lasciasse; foto e documenti vari sono conservati nella civica biblioteca; la sala principale del Castello è a lei dedicata e ospita permanentemente un'esposizione di sue fotografie; la scala di mattoni che porta al castello è a lei intitolata. Ma soprattutto, la sua figura è definitivamente incastonata nell'immaginario collettivo non solo lericino, tant'è vero che ancora oggi anziani signori provenienti da tutto il mondo salgono al castello chiedendo di lei con i lucciconi negli occhi. (Beppe Mecconi, Responsabile culturale del Consorzio Castello di Lerici)