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Don Palei: “Caritas diocesana, famiglia per i profughi” In evidenza

di Luca Palei, Direttore Caritas diocesana - Ore 11, arriva Kreta... E' questo il nome del mercantile Tarros giunto alla Spezia mercoledì 6 maggio, con a bordo 424 migranti. Trentasette di loro, eritrei, sono rimasti ospiti della Caritas diocesana.

Sono del resto ormai quindici mesi che la Caritas ha iniziato ad essere "famiglia" per i profughi dell'operazione "Mare Nostrum", ora "Triton". Guardando al cammino, possiamo proprio dire che tanta strada si è fatta. Cinquantaquattro erano i primi arrivati, il 21 marzo 2014, ed oggi sono centocinquanta. "Famiglia", perché è questo il rapporto bellissimo che viene a crearsi con questi giovani di età altalenante tra quattordici e trentaquattro, giocatori di calcio abilissimi e sani, ma soprattutto uomini, donne e bambini in cerca di una vita nuova. Operatori, cuoche, dottori volontari, insegnanti, mediatori: è una vera équipe quella che, sulle quattro strutture messe a disposizione dalla diocesi, ogni giorno cerca di aiutare quei fratelli nel dipanare un pochino la trama della loro vita. Ognuno racconta storie sul viaggio affrontato, la famiglia lasciata, gli amici persi nel deserto o in mare, insomma tanti libri ne uscirebbero, e di sicuro, purtroppo, ad alta tiratura ... Ad oggi guardiamo avanti con tremore e con trepidazione, non abbiamo idea di tempi e modi. Quando l'équipe si riunisce, parliamo tra noi di missione, e con gli occhi di Papa Francesco, così la si presenta, con quella essenzialità e concretezza che alla fatica e al sudore fa subentrare la gioia di servire i "piccoli del Vangelo". Oltre alla Cittadella della pace di Pegazzano, alla Comunità dell'Orto di Fossamastra, al centro Caritas all'interno della Protezione Civile di Santo Stefano, l'ultima struttura che si è aggiunta è ora la Comunità del Bozo a Sarzana, dove i ragazzi, in un clima davvero collaborativo, ogni giorno si impegnano per il buon andamento della casa e per la sua manutenzione, oltre ad imparare la lingua italiana con i nostri usi e costumi. Loro stessi, in un intervista televisiva, hanno voluto manifestare la gratitudine per quanto ricevono. Inoltre si sono resi disponibili per una fattiva collaborazione nella pulizia delle cunette delle strade e degli spazi limitrofi alle strutture. Ciò si unisce agli altri progetti già attivati nelle altre tre strutture, specie per quanto concerne il progetto dei "muretti a secco", per il quale i ragazzi profughi, contenti e soddisfatti, hanno meritato anche lettere di elogio da parte delle aziende delle Cinque Terre .... L'accoglienza della Caritas si unisce a quella offerta alle "Missioni" di Sarzana da don Franco Martini e presso la Croce Rossa della Spezia, alla quale va un sincero grazie per l'aiuto efficace e prezioso. Il senso dell'attività di accoglienza cerca di rispondere ai dettami del Vangelo: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare; avevo sete e mi avete dato da bere...". Nel silenzio e nell'umiltà la Caritas ha voluto proseguire, al di la dei discorsi politici, nell'accogliere ragazzi, persone, che non sono solo numeri, ma che hanno una dignità. Gestire e coordinare la loro permanenza è l'unica soluzione per fronteggiare un'emergenza senza confini, che altrimenti vedrebbe quelle persone lasciate a se stesse per strada, tenuto conto che il flusso migratorio continua senza sosta. Non lasciamoci rubare la speranza (Papa Francesco) e anzi, se possiamo, cerchiamo di regalarne un po' a chi l'ha perduta.

 

 

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