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Quando La Pira si interessò all’arte dei pittori sarzanesi

Prosegue sino al 10 ottobre, al Museo diocesano di Sarzana, nell’antico oratorio della Firmafede, la mostra storico-artistica dedicata al pittore secentesco Domenico Fiasella, detto “il Sarzana”.

La mostra, inaugurata alla fine di giugno alla presenza del vescovo, è aperta dal giovedì alla domenica dalle 18 alle 23, ed il sabato mattina anche dalle 10.30 alle 12.30. In questo modo rappresenta un evento artistico di primaria importanza nell’ambito delle manifestazioni culturali estive a Sarzana e in Val di Magra.

La mostra si tiene a sessant’anni esatti di distanza da un altro evento artistico di livello nazionale svoltosi in città dal 22 luglio al 31 agosto 1961: la mostra “Arte a Sarzana dal XII al XVII secolo”, che venne allestita, a cura di Pasquale Rotondi, nell’allora edificio scolastico di viale XXI Luglio, oggi purtroppo chiuso ormai da anni in quanto inagibile. Proprio Fiasella era stato a suo modo, insieme allo straordinario crocifisso di Maestro Guglielmo del 1138, uno dei grandi “protagonisti” di quella mostra.

In una delle aule dell’edificio, infatti, era stato esposto il dipinto “San Lazzaro implora la Vergine per la città di Sarzana” (nella foto). Il dipinto è importante anche per un dettaglio non trascurabile: il “Sarzana” vi dipinse infatti, sullo sfondo, il profilo urbanistico della città natale, con le mura, i campanili, il forte detto di Castruccio, e costituisce quindi un contributo significativo alla conoscenza della città di un tempo. Conservato con cura nella chiesa parrocchiale di San Lazzaro, alla periferia di Sarzana, il dipinto è stato portato in città solo in rare occasioni, come appunto quella del 1961 e, sessant’anni dopo esatti, quella attuale nel Museo diocesano, coordinata dalla direttrice Barbara Sisti e dai suoi giovani collaboratori.

Ad ottobre, al termine della mostra, la tela tornerà nella sua sede naturale. Va detto che, nella storia della pittura della Val di Magra, quello di Fiasella è anche il nome di un circolo di pittori, intitolato appunto “Domenico Fiasella”, che a partire dal 1953 e per alcuni decenni rappresentò a Sarzana una vera e propria scuola di esperienza pittorica, anch’essa riconosciuta a livello nazionale. Lo aveva documentato anni or sono uno dei protagonisti di quella vicenda, Bruno Rolla, rievocando un’iniziativa che anch’essa ormai risale proprio a sessant’anni or sono: una mostra del circolo “Fiasella” organizzata a Roma al centro di cultura delle Marche grazie all’impegno del presidente del circolo di allora, Franco Franchini, e del presidente dell’Eni Enrico Mattei, di cui Franchini era collaboratore.

La mostra ebbe notevole risonanza e venne visitata, tra gli altri, dal sindaco di Firenze Giorgio La Pira, come documentano alcune foto dell’epoca. Il nome del Fiasella, in quelle che possiamo definire le sue varie declinazioni, resta un nome importante per la storia dell’arte e della cultura in Val di Magra. La rassegna al Museo diocesano, “Domenico Fiasella pittore celeberrimo”, si svolge quest’anno in concomitanza con il restauro, avvenuto grazie ai fondi diocesani dell’8xmille e concluso di recente, della tela “Vocazione di san Giacomo e di san Giovanni”, che torna così in esposizione al Museo.

testo di Egidio Banti

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