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Donata alla chiesa di San Pietro una scultura di Carlo Giovannoni

L'opera è stata collocata alla presenza del parroco Maurizio Comparoni e del dottor Giovanni Ghetti.

"Nei giorni scorsi una commovente ed espressiva terracotta dello scultore e pittore Carlo Giovannoni (1915.1997) è stata donata dalla famiglia Giovannoni Bonati alla trecentesca chiesa di San Pietro (Porto Venere), dove è stata collocata alla presenza del parroco don Maurizio Comparoni e del dottor Giovanni Ghetti, apprezzata guida turistica, in rappresentanza dei donatori. La terracotta che si può ammirare in San Pietro è strettamente attinente all’area della figurazione, ambito frequentato da Giovannoni con elevata personalità e sottigliezze ideative sia nella scultura che nella pittura, spesso costruita da sensibili trame cromatiche che evocano il vivace clima dell’astrazione.

L’innovativa stagione del “Gruppo dei Sette”, condivisa dalla fondazione (1948) con i colleghi concittadini Vincenzo Frunzo (1910-1999), Bruno Guaschino 1907-1990), Gian Carozzi (1920-2008), Gino Bellani (1908-2003), Guglielmo Carro (1913-2001) e il lericino Giacomo Porzano (1925-2006), lo ebbe tra i protagonisti, apertamente apprezzato dal pittore Corrado Cagli (1910-1976), stimato mentore della nascita del gruppo, animato dalla “diversità delle vocazioni individuali”.

Anni dopo, il 31 maggio 1959, sarà il pittore Enrico Paulucci (1901-1999), tra i promotori del “Gruppo dei Sei” di Torino, a consegnare a Giovannoni, quale presidente della giuria, il primo premio della indimenticabile “Estemporanea” di Piazza Brin, partecipata da ottimi artisti, non solo locali.

Giovannoni aveva esposto il 2 maggio del medesimo anno a Lugano (Galleria “Giardino) insieme a Calogero Datola (1911-1976), Angelo Prini (1912-1999) e Rino Mordacci (1912-2007), facendo propria la breve parentesi del Gruppo “La Spezia”, sostenuto dal critico Ferruccio Battolini (1923-2007).

Lascio il capitolo, appena accennato, riguardante l’esperienza pittorica di Giovannoni per sostare dinanzi alla pregevole opera, datata 1963, al centro del generoso gesto della citata famiglia spezzina, che anticipa il magnifico “Cristo deposto” in legno, di ben maggiori dimensioni, custodito nella chiesa di N.S. della Salute in piazza Brin, portato in processione nella ricorrenza del Venerdì Santo.

Alla formazione di Giovannoni, artista che vanta un’autorevole biografia quanto ad attività espositiva (nel 1951 è alla VI Quadriennale di Roma) e a lusinghieri apparati critici, hanno recato un significativo contributo le amabili e fondamentali istruzioni ricevute sin da giovanissimo da Angiolo Del Santo (1882-1938), validissimo educatore nella modellazione della materia ed altrettanto esemplare nel comunicare gli aspetti morali insiti nella professione artistica.

Chissà quante volte Giovannoni, la cui produzione sacra annovera tra l’altro la “Via Crucis” e l’“Altare” della chiesa di S. Bernardo Abate e il “Sacro Cuore” nel santuario di Sant’Antonio a Gaggiola, testimonianze di solidità strutturale e di attitudine alla riflessione interiore, avrà osservato, lasciandosi avvolgere dalla forte carica di umana pietà, il “Cristo deposto”, eseguito nel 1913 dal suo maestro, già nella tomba Fantini al cimitero dei Boschetti ed oggi nella cattedrale di Cristo Re.

Non diversamente, nell’opera in San Pietro emerge la pregevole maestria compositiva e l’accentuata tensione drammatica nella silenziosa invocazione o, meglio, nella preghiera rivolta da Gesù, obbediente a Dio. Ed ecco che la materia palpita e la morte è sconfitta per sempre.

Giovannoni, ottimo pittore ed eccellente scultore, è una figura di alto prestigio, giustamente richiamata in varie pubblicazioni e, in particolare, con accorti commenti dal compianto storico dell’arte Franco Sborgi (1944-2013) nel documentato volume sulla scultura ligure del secolo scorso".

Valerio Cremolini

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