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La cooperativa Mondo Aperto contro la dispersione scolastica con il progetto “Fuoriclasse”

Un progetto realizzato grazie al contributo del Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo.

La cooperativa Mondo Aperto in prima linea contro la dispersione scolastica con il progetto educativo “FUORICLASSE” realizzato grazie al contributo del Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo.

Un anno scolastico davvero difficile quello concluso a giugno 2020 e che, complice la sospensione della didattica in presenza, ha visto tanti giovani studenti perdere completamente la motivazione allo studio e la voglia di proseguire o concludere il loro percorso scolastico.

I dati delle scuole superiori della Spezia parlano chiaro: il problema della dispersione scolastica è in crescita e la sospensione della didattica causata dalle misure di contenimento per l’emergenza Covid_19 hanno peggiorato una situazione già molto complessa.

La Cooperativa Mondo Aperto a febbraio 2020 aveva già ideato il progetto “Fuoriclasse” che prevedeva azioni di prevenzione primaria contro il drop out scolastico in contesti informali extra-scolastici ma che a febbraio era stato sospeso come tutte le altre attività che gravitavano attorno al mondo della scuola.

«Sicuramente la situazione è peggiorata da febbraio a oggi» spiega la legale rappresentante di Mondo Aperto, Florentina Stefanidhi, «e ci sembrava doveroso intervenire dove e quando ce ne fosse bisogno così, insieme al preside dell’Einaudi-Chiodo, abbiamo deciso di riadattare il nostro progetto alle nuove esigenze del momento e abbiamo iniziato questo percorso di incontri motivazionali con gli studenti per lavorare sui loro punti di forza individuali».

I docenti dei due istituti hanno segnalato gli studenti che, secondo loro, necessitavano di un supporto per rimotivarli rispetto al percorso scolastico ed è stato creato un calendario di incontri nelle settimane precedenti all’avvio della didattica.

I professionisti di Mondo Aperto, il dott. Luca Vergassola, la dott.ssa Silvia Rossi e la dott.ssa Beatrice Mencarini, hanno iniziato queste mattine a incontrare i ragazzi, a parlare, a discutere, a provocare, a ridere, a giocare e mettersi in gioco con loro per cercare di ridefinire la loro identità non solo alla luce del rendimento scolastico ma raccontandosi in un’ottica globale, come persone con progetti, sogni, paure e passioni.
Gli studenti coinvolti nel progetto sono 60. Nelle prime giornate, la maggior parte dei ragazzi presenti erano stupiti: «Ah, ma quindi non facciamo recupero debiti? Non studiamo?» ma erano assolutamente felici di trovare, al posto dei libri e delle interrogazioni, un momento di dialogo.

Gli operatori di Mondo Aperto lavorano sull’inclusione sociale e culturale, sul progetto educativo, sul miglioramento dell’autostima e della consapevolezza nei giovani adolescenti; mascherine e distanziamento spaziale, dunque, ma non sociale: perché il dialogo diventi momento di confronto con gli altri e presa di coscienza del proprio percorso di vita e della propria identità.

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