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Le proposte del PD per salvare il Festival della Mente dopo il Coronavirus In evidenza

Ricci: "Biglietti sono online, più repliche e spettacoli anche decentrati"

 

Anche quest'anno dobbiamo far sì che le buone idee e la creatività nascano di nuovo a Sarzana con il Festival della Mente, in programma dal 2004 sempre a fine estate. Ma come fare in tempo di coronavirus? Tre sono le parole chiave: distanza fisica, diffusione spazio-temporale e rallentamento.

Eravamo abituati a concentrare in pochi giorni e in poco spazio, numerose iniziative (seminari, attività ludiche, spettacoli), oltre a lunghe code al botteghino e flussi significativi, nelle vie del centro, di persone. Tutto questo non possiamo più farlo. Le code al botteghino sono facili da superare: basta prenotare tutti i biglietti e i posti a sedere online. Per quanto riguarda i volontari, già numerosi, basta incrementarne il numero.

Resta il problema della distanza fisica, la conseguenza è la riduzione del numero delle persone che assistono agli eventi. Come ovviare? Potrebbe essere utile distribuire le iniziative su un maggior numero di piazze, utilizzando anche quelle nei quartieri periferici, oppure gli spazi dei "centri sociali". Si otterrebbe la possibilità di diffondere le iniziative, di poterle replicare su più orari e rendere più facile la fruizione.

Ancora meglio se si potesse incrementare le date dedicate al Festival. Le persone si potrebbero spostare, con calma – rallentamento – da un luogo all'altro senza assembramento. Il tutto avrebbe come risultato l'applicazione delle tre parole chiave e la non drammatica riduzione dei biglietti, fatto che potrebbe incidere in modo significato sugli aspetti economici.

Si avanza anche l'ipotesi che il Festival si possa organizzare su più Comuni della Vallata, prenderebbe così l'aspetto di un Festival - in tempi nuovi e speciali - con al centro Sarzana, secondo la tradizione, in ogni caso, in una ottica di sinergia di contesto geografico omogeneo, come è la Val di Magra. Quali i benefici: nuovi spazi per le iniziative, ogni Comune della Valle ha un luogo simbolo, basti pensare all'area archeologica di Luni e di Ameglia, ai centri storici Castelnuovo Magra, di Arcola e Santo Stefano Magra e così via.

Certo lo sforzo organizzativo è superiore, maggiori i dettagli da mettere a punto, qualche necessità in più per i trasporti delle persone, ma, le forze in campo sarebbero anche di più.

Ci sono anche altre considerazioni da introdurre. In primo luogo, gli aspetti culturali e, soprattutto, la conoscenza delle azioni creative e innovative legate alla attività della mente, da diffondere e da acquisire in modo più rallentato, è la mission del Festival e allora si propone, più tempo a disposizione, per un minor numero di persone, magari con possibilità di interazione, con più repliche.

In secondo luogo, l'economia - legata qui da noi nella Val di Magra al turismo – ha avuto, ed avrà, un pesante rallentamento legato alla pandemia; allora fare iniziative diffuse e "lente" danno garanzia di sicurezza e, di conseguenza, una maggiore attrattiva per le persone. Garantire un buon afflusso di turisti passa anche attraverso la riorganizzazione delle iniziative e la loro diffusione su un territorio più ampio rispetto a quello del singolo Comune.

Si garantiscono così spazi di accoglienza con la giusta distanza fisica, con la giusta diffusione e con la giusta calma - rallentamento -, sia nell'ambito della ristorazione sia in quello della ricezione. Certo occorre la volontà di sinergie e di dialogo con i Comuni limitrofi liguri e forse anche Toscani.

Rosolino Vico Ricci, segretario Pd Sarzana

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