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Messa in orario scolastico, la risposta di UAAR In evidenza

Una isposta a illazioni contro Uaar

Sembrerebbe persino che vogliano deliberatamente costringere ad un logorroico quanto inutile scontro pubblico le accuse e Le fantasiose teorie “anticristiane”, appioppate ad atei e agnostici da alcuni personaggi della scena politica sarzanese, nell’intento di difendere l’indifendibile iniziativa della messa celebrata all’interno di una scuola pubblica in orario scolastico.

A quanto pare, non hanno digerito una semplice richiesta di rispetto delle istituzioni pubbliche, in particolare della scuola, nel rispetto della costituzione e della vigente giurisprudenza. Richiesta si contenuta nella denuncia segnalazione dei così tanto cattivi senza dio dell’Uaar, ma anche ribadita, approfondita e ben spiegata da più voci, come Cobas, insegnanti e studenti. Ma si può davvero continuare a ribadire l’ovvio ad oltranza?

A questo punto sembrerebbe persino plausibile ritenere che di base ci sia una profonda ignoranza dell’argomento trattato e quindi una vera difficoltà di comprensione. Eppure, i concetti espressi per denunciare l’irregolarità della messa celebrata in orario ed in ambito scolastico all’istituto “Parentucelli Arzelà”, sono veramente pochi, semplici, logici e addirittura elementari nella loro chiarezza. A meno che non si voglia pensare, addirittura, ad una volontà di fingere di non capire, di non ascoltare, di non accettare. Ma, a questo punto, sarebbe davvero più intellettualmente onesta ed accettabile una posizione antilaica, ma schietta e dichiarata.

Data la sorprendente veemenza del dibattito che ne è scaturito si impone un minimo di chiarezza, se non altro per rispondere alle insultanti illazioni e accuse mosse soprattutto nei confronti dell’intervento dell’Uaar, e quindi degli atei e agnostici, individuati come la causa scatenante di un problema che, per alcuni, non c’era.

Ebbene, senza approfondire ulteriormente i concetti ormai già espressi in modo chiaro, rispondendo sinteticamente alle convulse e sconclusionate dichiarazioni del vice sindaco Eretta, dell’esponente PD Paolo Bufano e degli esponenti della Lega giovani, si ritiene opportuna qualche precisazione:

non esiste un “mito di una laicità totale dello Stato”, esiste, invece, molto più semplicemente, uno Stato laico, che non è tale solo a gusto e piacere e a momenti alterni, ma lo è sempre. Almeno, lo dovrebbe essere.

Trent’anni fa, la Corte costituzionale ha introdotto e definito Il principio di laicità come un principio supremo dello stato. Da quel momento si è reso necessario orientare tutti i pronunciamenti giudiziali e l’interpretazione delle leggi al fine di dare piena attuazione a questo principio “supremo”.

Esiste, quindi, una giurisprudenza che vieta l’effettuazione di messe, di preghiere e di benedizioni in orario scolastico e che non prevede certo la possibilità di invasioni di campo da parte di una visione politica di tipo confessionale, che si muove su una imposizione di principi. Questo, i dirigenti scolastici lo sanno eccome.

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Come si può, quindi, riempirsi la bocca con parole tipo: “laicismo sano, plurale e positivo di cui abbiamo bisogno” e, nel contempo, non rispettare proprio il principio supremo di laicità?

Gli atei e gli agnostici, poi, sia ben chiaro, sono per la libertà di religione, che comprende, per quanto ad alcuni possa dar fastidio, anche il sacrosanto diritto di libertà dalle religioni. Gli atei e gli agnostici non vogliono minare proprio nulla, non sono affatto “ossessionati dall’inesistenza di Dio al punto da voler imporre il proprio credo agli altri”(paradosso, questo, non da poco), non subiscono nessun “effetto pernicioso” o “frustrazione” causata da festività natalizie che, giusto per precisazione, nel mondo ognuno festeggia un po’ come vuole e nei modi più svariati, non essendo questo periodo di festività un’esclusiva cattolica.

Gli atei e gli agnostici non fanno nemmeno“sforzi diuturni per sottrarre persone all'illusione retrograda della fede” e, assolutamente, non “sono andati in bestia perché al Parentucelli di Sarzana si è consentito [ ...]”, così come non hanno fatto partire nessuna “Crociata di inaudita virulenza, che non ha risparmiato neppure quegli altri 'privilegiati' che professano religioni diverse da quella cattolica”.

A parte l’aver delineato un ingeneroso e falsato quadretto di una realtà, quella di atei e agnostici, evidentemente sconosciuta per ignoranza, queste sono solo ridicole e banali illazioni di chi, invece, con la solita litania del perseguitato, davvero sta dimostrando, gridando ed esternando ostilità, rancore, rabbia e disprezzo verso chi, semplicemente e legittimamente, ha evidenziato e denunciato, argomentandola, l’inopportunità e l’irregolarità di una iniziativa non consentita.

Questo si che potrebbe essere assimilato al condurre una crociata, tra l’altro anche perfettamente in linea proprio con lo stesso scopo che ha caratterizzato le crociate: l’imposizione di una visione confessionale con l’invasione di un campo che non è il proprio. Ma si vuole creare il paradosso, rigirando la frittata.

Insomma, egregi signori Eretta, Bufano e giovani militanti della Lega, fatevene una ragione una volta per tutte, non c’è nessun attacco alle tradizioni, nessuna guerra in atto o crociata da sostenere o combattere. Semplicemente c’è da rispettare quel principio supremo che è la laicità, c’è da rispettare lo spazio laico e neutrale della scuola, nell’interesse collettivo di tutti, quindi anche delle stesse comunità religiose e dei singoli individui. Nessuno escluso.

Non tirate fuori il piagnisteo di un diritto negato, perché in questo caso non ci sta proprio, nessuno vuole negare il diritto ad una messa come volete far intendere, si chiede soltanto, semplicemente e legittimamente, che tale diritto venga esercitato nell’ambito preposto, che non è, e non può essere, la scuola pubblica.

Dirigenti scolastici e insegnanti lo sanno bene e l’assurdo è proprio il fatto che grazie a personaggi come voi, in casi in cui abbiano dovuto difendere faticosamente questo legittimo principio, alcuni insegnanti e dirigenti scolastici si siano pure dovuti difendere da un linciaggio mediatico forsennato e provocato per marcare spudoratamente un territorio neutrale quale è la scuola pubblica.

Il circolo Uaar della Spezia è sempre disponibile ad un dibattito pubblico e ad un incontro con la dirigenza, gli insegnanti e gli studenti, affinché questo tema così importante possa essere affrontato serenamente nei suoi molteplici aspetti.

Cesare Bisleri (coordinatore circolo Uaar La Spezia)

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