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Luciana Castellina a Sarzana: "Non rinunciamo all'idea che un altro mondo è possibile"

Luciana Castellina, giornalista e scrittrice, dirigente del Pci e poi del Manifesto ha presentato, in un incontro svoltosi a Sarzana per iniziativa dell'Associazione Culturale Mediterraneo, i suoi due ultimi libri "La scoperta del mondo" e "Siberiana". Ad introdurre l'autrice sono stati Giorgio Pagano, presidente dell'Associazione, e Andrea Ranieri, altra personalità "storica" della sinistra italiana.

Il primo libro è il diario della iniziazione politica della Castellina, dal 1943 al 1948. Anni cruciali per l'Italia, e per la sua crescita personale: l'educazione fascista ricevuta a scuola, l'antifascismo moderato della famiglia, la scoperta dei partigiani e della Resistenza, e poi, finita la guerra, l'adesione al Pci, così motivata: "Se oggi mi si chiede qual è stata la ragione essenziale della mia scelta comunista, rispondo banalmente che vi ho visto il modo di non guardare più al mio ombelico, e nel Pci lo strumento per guardare al mondo, per non sentirmi inutile di fronte alle ingiustizie. A me, innanzitutto, il Pci ha evitato di restare stupida, come sarei stata se non fossi uscita dal mio ghetto di provenienza, se non avessi avuto la possibilità di condividere con i miei compagni "diversi" la passione più bella: quella di cercare di cambiare il mondo". Togliatti, ha detto la Castellina, "ebbe la straordinaria idea di dare consapevolezza alle masse popolari italiane, tradizionalmente anti-Stato": ma per far questo "bisognava non adeguarsi al sistema", "essere gradualisti ma legati all'Urss, cioè all'idea della rivoluzione". Il Pci, però, "sbagliò a rompere troppo tardi con l'Urss", una volta appurata l'incapacità del socialismo reale di coniugare eguaglianza e libertà. Berlinguer ruppe così tardi che sembrò voler dire: "il socialismo non si può più fare". In Italia, ha continuato la Castellina, "le cose più belle le ha fatte il Pci, d'intesa con il Psi": il suo scioglimento "fu un errore, perché improvvisato e fatto senza riflessione". E ora? Che fare di fronte alla crisi drammatica della sinistra? Il Pci "fa certamente parte di un passato irripetibile", ma vanno evitati lo scialo del passato, il nuovismo subalterno, l'abbandono di ogni vecchia parola e la scelta di parlare con le parole degli altri. Insomma, è sbagliato dire "liberiamoci delle culture del Novecento". E rinunciare all'idea che "un altro mondo è possibile".
"Siberiana" è un altro diario, di un viaggio sulla Transiberiana compiuto nel 2011: una descrizione vivace e curiosa della Russia odierna, con la memoria dell'Unione Sovietica. La nuova Russia, ha detto la Castellina, "cominciò con il bombardamento del Parlamento da parte di Eltsin" e "consentì il più grande furto della storia: il passaggio del patrimonio pubblico nelle mani private della nomenklatura". Il liberismo ha provocato "aumento delle diseguaglianze sociali e corruzione dilagante". La "nostalgia del passato" è forte, ha concluso la Castellina, perché deriva dalla "mancanza di identità del Paese".

 

Foto di Enrico Amici

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Ass. Culturale Mediterraneo

Corso Cavour, 221
19122 La Spezia

Tel. 345 6124287
Fax. 0187 732765

associazioneculturalemediterraneo.com/sp/

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