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Premio Exodus, il sito cambia stile e si solleva la polemica: "Così si cancella la memoria" In evidenza

In restyling del sito dedicato al Premio Exodus non convince. Sommovigo: "Foto cancellate, altre spostate. Molti documenti non si trovano più".

La denuncia parte da Francesca Valeria Sommovigo, che tramite facebook lancia un messaggio chiaro: "Questo restyling del sito non va bene": da quel che risulta, infatti, a seguito di una rimessa a nuovo del sito del Premio Exodus, si è scelta una formula diversa per l'archiviazione dei documenti e delle testimonianze. Questo nuovo look, secondo Sommovigo, che nel 2010 ha creato il sito con Nicola Pasa, rende la fruizione dei documenti molto difficile ed esprime i suoi dubbi: "Forse molte foto sono risultate scomparse perchè ritraevano sindaci non graditi a questa amministrazione?". 

"Non troverete più in forma intuitiva, tutto lo splendido lavoro che in esso era contenuto di messa online della storia di archiviazione fatto da e con il carissimo e compianto Maurizio Cavalli, comprensivo dei documenti dell'epoca. I video e le foto sono attualmente messi in una sezione poco immediata e mescolati fra edizioni, per esempio il 2007 assieme al 2010.
Alcune foto sono state cancellate, altre spostate. I contenuti stravolti o resi meno fruibili. Mescolate le foto o i materiali di edizioni diverse. Insomma, un restilyng dalla gran confusione".

"Forse- prosegue Sommovigo- viene da pensare, perché a premiarli o raffigurati con loro, erano sindaci e amministratori che si sono succeduti negli anni e non quelli attuali o forse solo una scelta di "gusto"?
Il sito era stato creato e voluto da me nel 2010 per valorizzare memoria e storia, del premio e della vicenda che ha caratterizzato in valore e solidarietà la nostra città, su florida intuizione del giornalista e amico Marco Ferrari, SENZA cancellare ma valorizzando, tutto ciò che era stato il Premio dalla sua nascita fino ad allora.
Il sito infatti, comprendeva tutte le foto, gli archivi, le testimonianze, i premiati, i documenti reperibili dalla sua ideazione.
Indipendentemente dai colori delle amministrazioni, dai direttori artistici che si sono succeduti, dai Sindaci in carica. Il sito così come lo avevo creato, impostato e riempito di contenuti, valorizzava la storia, la memoria e la città. Non quella dei Sindaci o dei politici che fanno passerelle.
Il patrocinio UCEI (Unione Comunità ebraiche Italiane), ancora oggi in essere, era stato frutto di una mia volontà specifica di collaborazione con il mondo ebraico, e di una commissione di esame molto rigida con rabbini e personalità di spicco dell'UCEI a Roma, sostenuta da me e dalla allora Responsabile dei Servizi Culturali Cinzia Aloisini, che mi volle al Premio nel 2010 e 2011.
Il bellissimo logo, tutt'oggi in essere dal 2010, è stato creato da me e dal bravissimo artista Werner Laslo Frioni, che ha lavorato per e con Fabrica, di Oliviero Toscani.
Sull'attuale sito, non troverete più (oppure non riesco io, dato come sia stato concepito) tutto il lavoro di raccolta minuziosa di articoli e conferenze stampa che con Maurizio Cavalli e grazie a Marco Ferrari, si era riusciti a reperire e frutto di una mostra che loro fecero alla Spezia durante la direzione di quest'ultimo.
Non amo fare polemica, e non rivendico una visibilità personale, altrimenti mi sarei opposta o mostrata contrariata all'utilizzo del sito e del logo da me creati e ideati con collaboratori e artisti da me individuati e scelti, subito dopo la fine della mia direzione artistica del Premio, durata solo due anni.
Rivendico però la possibilità di dissentire dalla distruzione sciocca di un lavoro di archivio, ideazione, memoria e di documentazione minuziosi della vicenda di Exodus, messo a disposizione in forma gratuita di tutta la cittadinanza e creato indipendentemente dalla valutazione del colore politico, dalle ideologie, dalle appartenenze religiose dei contenuti in esso conservati e scelti.

Un vero peccato, un'occasione di memoria persa per tutta la città.
Ma, chi ha a cuore la storia, saprebbe che la verità si muova oggi più che mai, in un'epoca di post- memoria in cui l'assenza di testimonianze dirette corre sulle gambe e le parole/idee del dopo di noi.
Questo vale anche per la piccola grande vicenda del sito del Premio Exodus".

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