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Amianto a Marola, lo smog inquina le analisi: tutto da rifare In evidenza

di Gabriele Cocchi – I residenti non ci stanno. L’assessore Casati, assente per impegni, lascia un documento. Cenerini: “L’assenza di Asl è una vergogna”.

Ancora tutto da rifare. Dovranno aspettare la convocazione di un’altra commissione i residenti di Marola riuniti nel comitato Murati Vivi, che oggi in commissione ambiente in Comune hanno incontrato la direttrice di Arpal Fabrizia Colonna, ma non l’assessore all’ambiente Kristopher Casati, assente per “improrogabili impegni personali”.

Animi tesi fra i membri del comitato, che hanno definito “una presa in giro dei cittadini” il documento inviato da Casati al presidente della commissione Marco Tarabugi.

Nel mirino dei marolini la possibilità che a fine ottobre, durante la burrasca che ha violentemente colpito la città, il danneggiamento delle coperture in amianto di alcuni capannoni dell’arsenale, proprio davanti al borgo, abbia rilasciato nell’aria fibre cancerogene.

Per questo a fine gennaio il consiglio comunale aveva approvato all’unanimità una mozione che impegnava l’amministrazione su diversi punti, tra cui il monitoraggio dell’aria a Marola. “Dopo tutti questi mesi l’unica cosa che abbiamo è questa paginetta”, hanno accusato William Domenichini e Lorenzo Pavoni, rappresentanti del comitato.

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“Partendo dall’analisi della mappatura consegnata da Asl5 relativa ai capannoni con tetti di amianto presenti all’interno dell’area dell’arsenale militare – si legge nel documento del Comune – ai fini del monitoraggio delle fibre aerodisperse di amianto si è scelto come sito maggiormente rappresentativo quale recettore sensibile, il complesso scolastico della frazione di Marola”.

6 giorni consecutivi di monitoraggio, per una spesa di 7900 euro a carico del Comune, iniziati a metà aprile. Ma le cose non sono andate come previsto: il traffico intenso della Napoleonica, infatti, ha reso impossibile l’analisi, inquinando i campioni raccolti e impedendo, in questo modo, la rilevazione delle eventuali fibre di amianto.

Il monitoraggio, quindi, avverrà non più per stralci di 6 ore ma di 4, durante l’intera giornata, per evitare che i filtri vengano contaminati da troppe polveri. Bisognerà verificare però “se tale riduzione è sufficiente”, precisa il documento.

Uno smacco per i residenti, che non l’hanno presa affatto bene. “Le nostre perplessità – ha spiegato Domenichini – riguardano il motivo per cui si è scelto un punto di monitoraggio che tutti sanno essere molto trafficato e soggetto a dispersione di polveri. Il documento che avevamo proposto, approvato dal consiglio comunale, non parlava solo di monitoraggio, ma anche di una mappatura completa di ciò che è presente davanti a Marola e soprattutto dell’avvio di un percorso per arrivare a rimuovere tutto questo amianto in arsenale. Il documento di tutto questo non parla”.

A stretto giro la precisazione di Colonna sulle modalità del monitoraggio: “Abbiamo scelto un solo punto per lo screening perché abbiamo dei venti prevalenti molto vantaggiosi, c’è un regime di brezza particolare. Almeno tre fattori ci sono d’aiuto: la brezza praticamente costante che di giorno soffia verso la città, un modello diffusionale multisito che ci dà indicazioni sulla diffusione probabilistica degli inquinanti, e un passato monitoraggio sulla presenza di fibre di amianto in città. Il sito individuato, con la direzione della brezza, forzatamente è quello più esposto all’eventuale dispersione delle fibre di amianto”.

Questo il modus operandi, concordato in più incontri tra Comune, Asl e Arpal: in base ai risultati ottenuti da questo primo screening (smog permettendo), l’Asl deciderà se effettuarne altri più approfonditi.

Un modo di procedere che non ha convinto per nulla i residenti, scettici sia sul punto di rilevazione che sulla presenza di una sola stazione di monitoraggio.

“Non siamo certo una struttura che si tira indietro a fornire i risultati delle analisi, qualunque esse siano e in qualsiasi situazione”, ha ribattuto la direttrice di Arpal.

Prossimo passo? Oltre alla prosecuzione delle analisi, una nuova commissione con Asl e Comune. “Non ci tireremo indietro, questa commissione porterà avanti la mozione approvata dal consiglio comunale”, ha promesso il presidente Tarabugi.

Ma sul finale è arrivata la stilettata di Fabio Cenerini di Forza Italia, che ha criticato l’assenza dell’assessore Casati e dell’Asl: “Prendiamo atto dei problemi personali dell’assessore Casati, ma per rispondere ai punti posti dai cittadini penso sia fondamentale la presenza dell’amministrazione. Mi sembra ci siano soggetti un po’ meno disponibili rispetto a Colonna, come ad esempio l'Asl: bisognerebbe capire perché non vuole venire a rispondere in commissione. È una vergogna che deve finire”.

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