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Atc, presentato il piano industriale: blocco delle assunzioni e aumento del subappalto a Seal In evidenza

di Gabriele Cocchi – 189 nuovi bus nei prossimi 10 anni. Addio alla biglietteria di piazza Chiodo. Premio di produzione per i dipendenti.

Una riunione fiume di tre ore, un momento cruciale per il futuro dell’azienda, con sindacati e vertici faccia a faccia dopo mesi di rapporti gelidi.

È stato presentato questa mattina nella sede di via Leopardi il piano industriale di Atc, dopo il rinvio della settimana scorsa a causa di un impegno dell’amministratore delegato Francesco Masinelli, a Bologna per firmare l’acquisto di 13 nuovi autobus.

Almeno due i punti fondamentali del piano, che mette nero su bianco, grafici e numeri alla mano, i prossimi dieci anni dell’azienda del trasporto pubblico locale: da una parte un boccone amaro, quello del blocco del turn-over per i prossimi 3-4 anni, con il contestuale aumento del subappalto a Seal dall’attuale 22 per cento al 30 per cento; dall’altra il rinnovo del parco mezzi dell’azienda, che oggi vanta la poco invidiabile età media di 12,8 anni, con l’acquisto di nuovi lotti di bus che, al termine dell’orizzonte temporale abbracciato dal piano, dovrebbe abbassare l’età media dei mezzi a 7,5 anni.

Questa la previsione degli acquisti: 23 nuovi bus entro fine 2019 e 32 nel 2020, per un totale di 189 nuovi autobus nei prossimi dieci anni. Il parco mezzi, così, verrebbe quasi totalmente rinnovato, scendendo dalle attuali 270 a 252 unità.

“Ci hanno presentato quello che mi aspettavo – commenta a caldo Luca Simoni dei Cobas – Il blocco delle assunzioni con un incremento del subappalto a Seal, che nell’arco di 4-5 anni arriverà al 30 per cento. È un punto che non ci trova d’accordo: come sindacato non siamo mai stati favorevoli alle esternalizzazioni, giustificate dall’azienda con un presunto risparmio economico. Mi aspettavo anche un investimento per il deposito di Mazzetta, che invece nel piano non è previsto. Pensare che quella struttura, nelle attuali condizioni, regga per i prossimi 10 anni mi sembra inverosimile”.

Positivo il giudizio di Giuseppe Ponzanelli di Uiltrasporti: “È un piano ambizioso e interessante da sviluppare. Ma prima di entrare nel merito penso che con le altre organizzazioni sindacali dovremo scrivere a Comune e Provincia, che prima di tutto devono dare il loro assenso”.

La partita del blocco del turn-over si giocherà anche sul fronte dei pensionamenti: nei prossimi anni, infatti, una quarantina di lavoratori di Atc dovrebbe cessare il rapporto con l’azienda per raggiunti limiti di età e prepensionamenti.

I nuovi pensionati Atc, in soldoni, non verranno sostituiti da nuovi lavoratori: le assunzioni per 3-4 anni resteranno bloccate, a causa delle ristrettezze economiche in cui si trova l’azienda.

Il personale di Atc, così, scenderebbe sotto le 400 unità (negli anni ’80 l’azienda contava più di 600 dipendenti). Nel contempo, però, per continuare a erogare i servizi, Atc farà ricorso in maniera più massiccia al subappalto a Seal.

Un punto che invece non dispiacerà ai lavoratori è quello dell’introduzione di un premio di produzione: cifre e modalità dovranno essere definite con una trattativa sindacale.

Sul fronte del parco mezzi, invece, l’azienda è sempre più decisa a investire sulla mobilità verde, in accordo col piano della mobilità del Comune. Va in questa direzione la volontà di collaborare con il rigassificatore di Panigaglia: un impianto di rifornimento per bus a Gnl (gas naturale liquefatto) potrebbe essere costruito al deposito di Mazzetta.

“Valuteremo il piano con calma nei prossimi giorni, per capirne con più precisione il contenuto – aggiunge Alessandro Negro della Filt-Cgil – La prima impressione è che ci sono elementi positivi come l’investimento sui nuovi mezzi e l’utilizzo del Gnl, a patto che abbatta i costi e sia realizzabile. La parte più negativa è la questione del blocco del turn-over e il ricorso al subappalto: questo creerà di fatto dei lavoratori di serie b. A prima vista è un piano più rivolto verso l’abbattimento dei costi che l’aumento dei ricavi: mi aspettavo qualche ambizione in più, invece l’impegno è soltanto sulla riduzione dei costi”.

Paolo Carrodano dell’Ugl sottolinea la buona notizia dell’arrivo dei nuovi mezzi: “Ne abbiamo un bisogno assoluto, sarà una boccata d’ossigeno. Il premo di produzione che verrà reinserito, invece, deve ancora essere definito nelle modalità: ci siamo riservati di discuterne in una riunione ad hoc. Abbiamo anche ribadito l’importanza di intercettare il flusso dei crocieristi, per i quali arrivano ditte di trasporto addirittura da fuori Spezia”.

Da notare che sul piano industriale presentato stamattina ai sindacati, che dovrà comunque essere approvato dalla Provincia, pende una spada di Damocle non propriamente trascurabile: quella dell’affidamento in house del servizio di trasporto pubblico ad Atc, garantito nei mesi scorsi dall’ente di via Veneto, competente in materia. Se l’affidamento ci sarà, il piano industriale potrà essere attuato.

Diversamente, si aprirebbero scenari radicalmente differenti, che contemplano l’entrata in scena dei privati.

Sempre al capitolo tagli e risparmi, infine, gli spezzini dovranno dire addio alla biglietteria di piazza Chiodo, per cui l’azienda paga un affitto di circa 5 mila euro al mese. Dal 1 luglio si trasferirà in via Leopardi, nella sede di Atc, ma con tutta probabilità è destinata alla chiusura, con un potenziamento, in parallelo, dei servizi offerti dai normali rivenditori in città.

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