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Il ciclo-ambasciatore dei diritti umani ospite di Rifondazione Comunista In evidenza

È il 67enne Vittorio Barbanotti: "Attraverso l'Italia contro bullismo e violenza sulle donne".

Da Milano a Palermo in bicicletta in poco più di un mese per sensibilizzare la popolazione italiana contro bullismo e violenza sulle donne.

È l'incredibile storia di Vittorio Barbanotti, 67 anni portati splendidamente, idraulico in pensione con la sfrenata passione per il ciclismo che lo ha portato a Spezia nel tardo pomeriggio di venerdì sera, dopo aver percorso già quasi quattrocento chilometri in pochi giorni.

Milanese doc (abita a 200 metri dallo stadio di San Siro) è stato promotore in passato della campagna per ritorno di Silvia Baraldini in Italia e ora si accinge al suo personalissimo giro d'Italia, contando di raggiungere la Sicilia tra circa un mese.

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Dopo Tortona ha scavalcato il passo dei Giovi per raggiungere in men che non si dica Genova e la riviera ligure. Da Rapallo eccolo a Spezia, ospite della federazione spezzina di Rifondazione Comunista che lo ha accolto a braccia aperte, con la segretaria provinciale Veruschka Fedi e Jacopo Ricciardi a fagli da benvenuto.

Un'impresa affascinante, che ha molto di donchisciottesco. Vittorio, infatti, è un piccolo-grande uomo "armato" solo di uno zainetto con pochi ricambi di biancheria per cavalcare la sua bici da corsa come un moderno Ronzinante, sfidando i mulini a vento della violenza che si cela dietro ogni essere umano.

Una violenza che si sfoga quasi sempre contro i più deboli, che siano di bambini verso altri bambini (il fenomeno del bullismo, in fase crescente nel Paese) o di uomini verso le proprie mogli, compagne, sorelle etc.

Secondo Vittorio tale sensibilizzazione deve essere recepita anzitutto dal mondo scolastico ("Spesso vado nelle scuole a raccontare ai ragazzi di questi problemi, perché solo cercando di cambiare la testa dei più giovani si potranno vedere i buoni frutti in futuro") per poi coinvolgere ogni settore della nostra società.

Da qui l'idea di unire l'amore per il pedale a quello per i diritti civili con le sue traversate, già compiute nel 2015 (quando arrivò fino alla "capitale" europea Bruxelles) e nel 2017, fermato però dopo poche tappe da una brutta caduta che gli causò diverse ferite. "Cose che capitano" - ha commentato con il suo ineffabile sorriso - "l'importante è rialzarsi e riprendere a correre".

E dire che da giovanissimo non era affatto uno sportivo provetto. "Se mi chiedevano di fare dieci passi di corsa mi rifiutavo - confida - poi negli anni '70 conobbi una ragazza che mi convinse a partecipare ad una gara podistica. Iniziai ad appassionarmi allo sport e fare maratona e fondo, per poi passare alla bici. Ho quasi 70 anni ma mi sento ancora in forma, anche se devo stare attento al cuore e alle mie gambe, alternando giorni di riposo a quelle di fatica. Se ho paura? No, sono solo stanco alla fine di ogni tappa!"

Barbanotti racconta quotidianamente le sue gesta con un mini reportage su Facebook, dove pubblica le foto dei paesaggi e delle persone incontrate.

"A tutti chiedo di autografare la bandiera dei diritti civili che porto sempre con me" - ha spiegato l'attivista - "L'unico mio interesse è far sì che la gente parli dei problemi che io voglio denunciare. Solo focalizzando l'attenzione se ne potrà uscire fuori".

Vittorio ripartirà domani mattina alla volta di Viareggio, per poi raggiungere nelle prossime settimane le città di Livorno, Follonica, Cerveteri, Roma, Napoli e infine Palermo, dove intende incontrare il sindaco Leoluca Orlando e le famiglie di Peppino Impastato e dei giudici Falcone e Borsellino, prima del suo ritorno a casa, questa volta per nave.

"Arriverò nel capoluogo siciliano intorno al 19 di maggio, dopodiché sbarcherò a Genova e poi tornerò in treno Milano - ha concluso - "A Spezia ho trovato un grandissimo calore umano, già ci ero stato con Silvia qualche anno fa al fianco di Silvia Baraldini. Contro di tornare l'anno prossimo per un nuovo tour!".

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