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Mezzi pesanti in coda nell'area del retro porto

Mezzi pesanti di nuovo in coda: il problema del porto spezzino si è solo stato traslato nel Retro Porto.

 

Ore di code interminabili sono di nuovo all’ordine del giorno per gli autotrasportatori: il traffico pesante che lo scorso anno congestionava l’entrata portuale davanti agli Stagnoni si è spostato ormai da mesi a Santo Stefano Magra all’uscita ed entrata dei terminal dei ‘vuoti’. Cna Fita La Spezia e Confartigianato Trasporti La Spezia lamentano nuovamente una situazione di criticità legata alla logistica portuale e, in questo caso, dell’area retroportuale. Le code dei mezzi pesanti arrivano sino sul raccordo autostradale creando un evidente pericolo anche per gli automobilisti, esattamente come prima accadeva in va Carducci.

“In questi mesi abbiamo richiesto e svolto diversi incontri con i dirigenti apicali di Contrepair – spiegano il Presidente Cna Fita La Spezia Stefano Crovara e il Presidente di Confartigianato Trasporti Stefano Ciliento – ai quali hanno partecipato anche i referenti del comune di Santo Stefano Magra e i sindacati dei lavoratori. Ai tavoli di confronto è stata evidenziata la presenza di problema di sicurezza stradale: gli autisti passano ore in coda senza potersi muovere in situazione di disagio, le strade di accesso sono strettissime e non consentono né soste né manovre, le ore di attesa diventano un costo dato che non è possibile fare più di determinate ore di guida consecutive. L’impegno preso era di dare la dovuta attenzione alla questione con la proposta da parte di Contrepair di apportare modifiche ai gates e da parte del Comune di Santo Stefano di promuovere degli incontri con gli altri terminalisti del territorio. Nell’ultima settimana è chiaro che la situazione è di nuovo al limite – proseguono Crovara e Ciliento -, credevamo che il problema del porto spezzino fosse risolto invece si è solo stato traslato in un’altra area. Non sappiamo più come mettere in evidenza la problematica; ci pare si attenda una mobilitazione eclatante o ancor peggio il verificarsi di un nuovo incidente stradale, come è già successo due estati fa. Non è possibile lavorare in questo modo con un porto che si candida a fare da riferimento per le movimentazioni del Mediterraneo. Inoltre, se i terminalisti sanno di avere maggior lavoro devono attrezzarsi adeguatamente per essere efficienti con opere sui gates o più personale.  Non si può pensare che l’aumento della mole dei traffici pesi solo sull’autotrasporto – concludono il Presidente di Cna Fita La Spezia e il Presidente di Confartigianato La Spezia -, diventando al posto di un beneficio un costo a causa delle ore di lavoro perse trascorse in fila”.

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