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"Adesione condizionata" dell'OPI al Manifesto della Sanità spezzina In evidenza

Condivisione dal punto di vista tecnico e professionale.


In relazione alla proposta di adesione al Manifesto della Sanità spezzina avanzata dall’Avv. Tortorelli all’OPI provinciale (Ordine professionale degli Infermieri), vorremmo illustrare i motivi di quella che, nel Consiglio Direttivo del 21 scorso, abbiamo deliberato come una ‘’adesione condizionata’’.

 

Siamo perfettamente in linea con le richieste di una maggior attenzione alle questioni urgenti della Sanità locale; in particolare con la questione della contrazione dei posti letto a disposizione (l’apertura del reparto di Medicina multi specialistica fa sperare in una inversione di tendenza) e sulla questione degli organici, che ha risvolti resi ancor più severi da una situazione che nel Manifesto non è citata, ma che è presente: la ‘’capacità residua’’ delle persone che lavorano in ASL.
Anni di troppo rigida politica sulle pensioni e sul turn-over hanno prodotto dati aberranti: ad esempio, una età media che supera i 50 anni per i dipendenti della nostra Sanità nazionale, non solo locale.
E quindi, limitazioni e prescrizioni alle attività (sul turno di servizio, sui carichi di lavoro, sulle possibilità di spostamento, perfino sul contatto col pubblico!) stabilite dai Medici competenti che riguardano circa un quarto del totale dei sanitari in servizio in ASL 5, con pesanti ricadute sulle attività erogate e con difficoltà organizzative concrete.

Quindi, sulle assunzioni siamo più che d’accordo e naturalmente lo siamo anche sulla introduzione dell’Infermiere di Famiglia dove, come ripetiamo da anni come un mantra, non serve inventare: basta copiare dalle realtà che lo hanno già sperimentato. In Friuli la introduzione della figura dell’Infermiere di Famiglia in due ASL ha prodotto, e i dati risalgono già al 2009, la contrazione del 19% degli accessi impropri al pronto soccorso, dove ti rechi- e obbligatoriamente- se non hai valide alternative.
Forse questa cosa può essere utile anche da noi, o forse no; ma almeno proviamola: ricordando che questa figura non sostituisce i medici di medicina generale, né sottrae loro alcunché.

Per il resto, nell’assoluto rispetto del punto di vista di tutti, non desideriamo partecipare a contese di natura politica ‘’pura’’, e soprattutto alla annosa questione dei campanili. Ed è qui che entra in campo la nostra adesione ‘’condizionata’’.
Crediamo veramente, da professionisti consapevoli della nostra realtà, che tutti i cittadini del nostro territorio abbiano diritto ad una Sanità giusta, con i servizi necessari; nel tempo l’offerta sanitaria nella Provincia è cambiata; sicuramente alcune riorganizzazioni erano molto necessarie, mentre altre non le abbiamo ancora avute: noi in questi decenni siamo stati anche testimoni di cose che hanno abbondantemente superato il grottesco, dove di certo il pensiero non era rivolto al cittadino.
Chi si ricorda di quando i pazienti da sottoporre a intervento chirurgico a Levanto venivano ricoverati alla Spezia, portati in ambulanza al San Nicolò, operati e quindi riportati in ambulanza a Spezia, per la degenza post operatoria? Non riesumiamo vecchie polemiche e soprattutto vecchie politiche, ma: quanto ci è costata quella manfrina, come cittadini? Quanta sicurezza esisteva in queste procedure, atteso che erano comunque – e funzionanti, oggi come allora- altre sale operatorie fra Spezia e Sarzana? Ma soprattutto: a chi giovava?
Il punto non è quello, a nostro avviso, se sui servizi di Radiologia aziendale devono esistere uno, due, o tre i direttori, ma le attività che da queste strutture vengono erogate; quelle che sono le fasce orarie di utilizzo in regime ordinario, e quante quelle in regime libero professionale ed in intramoenia; e la più forte questione delle liste di attesa per particolari prestazioni.
Ai cittadini della valle del Magra crediamo interessi di più sapere se possono fare una indagine diagnostica a Sarzana in piena operatività, ed in quanto tempo: se la cosa è assicurata da un direttore unico con Spezia, o distinto, lo immaginiamo più come un dato interno (alle politiche aziendali, ed alla copertura di posti da dirigente di struttura) che esterno (alle esigenze del pubblico); e per questo non esprimiamo valutazione sul punto, ma solo attenzione alla qualità e quantità delle prestazioni possibili.

C’è poi la questione pregnante e urgente del nuovo ospedale, dove ormai la sola citazione fornisce benzina al fuoco delle polemiche, inevitabilmente causate da un evidente stallo operativo, più che preoccupante.

Ecco, noi vorremmo aderire al Manifesto esclusivamente dal punto di vista tecnico e professionale, perché ci pare di capire che su questo versante qualcosa è mancato; non tutti i contributi alla Sanità locale negli anni sono stati sempre liberi da secondi fini (non ci riferiamo ora ai contenuti del Manifesto, sia chiaro...) e non tutti i pareri sono sempre stati liberi da interessi, anche di parte: anche il nostro non lo è, ma non lo è dichiaratamente: vogliamo infatti valorizzare il ruolo professionale dell’Infermiere del XXI secolo nel contesto della migliore Sanità possibile; il cittadino può solo ricavarne vantaggi.

Tra le situazioni che possiamo rimarcare, a nostro avviso, più urgenti: la logistica del Pronto soccorso spezzino; lo sviluppo dell’attenzione diffusa al fine vita; l’implemento delle cure e dei servizi sul territorio; l’inserimento nelle equipe delle degenze attive sulle 24 ore di operatori socio sanitari sempre presenti.

Nel nostro Direttivo (che firma il documento alla unanimità) sono presenti diverse opinioni politiche, e soprattutto tante differenti esperienze professionali che, come viene spesso ricordato per altri contesti, possono costituire un plusvalore, se ci troviamo in quello che ci unisce e non in ciò che può dividerci: ad esempio, nel nostro territorio molti stimoli e iniziative di qualità arrivano anche da chi opera nella Sanità privata e forse qualcosa potrebbe essere ‘’condiviso’’, almeno come spunto tecnico utile.

Quando l’Avvocato Tortorelli avrà bisogno del nostro parere su questioni che ci coinvolgono direttamente, ci troverà sempre a disposizione: ed intanto lo ringraziamo sia per il suo impegno, sia per averci cercato e compreso in quello che per noi è un percorso importante, utile e soprattutto necessario.
Aderiamo pertanto, in ‘’modalità condizionata’’, ai dettati attuali del Manifesto della Sanità spezzina, nella speranza che le nostre parole non siano strumentalizzate: l’intento è quello di un contributo al miglioramento delle attività complessive, senza polemiche né altro scopo schermato.


Il Consiglio Direttivo di OPI La Spezia

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