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Presentato alla comunità il restauro della Chiesa di San Vincenzo Martire ad Ameglia In evidenza

Venerdì 13 luglio si è tenuta ad Ameglia l’inaugurazione dei lavori appena conclusi di restauro della facciata principale della Chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire.

Venerdì 13 luglio si è tenuta ad Ameglia l’inaugurazione dei lavori appena conclusi di restauro della facciata principale della Chiesa parrocchiale di San Vincenzo Martire e delle facciate del campanile, alla presenza del Vescovo della Spezia Mons. Luigi Ernesto Palletti, del parroco, don Cesare Giani, del Sindaco di Ameglia, Andrea De Ranieri, del Presidente della Fondazione Carispezia, Matteo Melley, del Consigliere della Fondazione Carispezia, Umberto Galazzo, della Soprintendenza della Liguria rappresentata nell’occasione dal funzionario Enrico Vatteroni.

Sono inoltre intervenuti l’architetto Tatiana Costa, progettista delle opere di restauro, l’architetto Davide De Ranieri, direttore dei lavori e l’impresa esecutrice dei lavori.

L’evento ha preso avvio con la Santa Messa celebrata da Mons. Vescovo, che ha ricordato il cinquantesimo anniversario di sacerdozio del parroco.

La comunità si è riunita intorno al suo pastore e alla sua chiesa, partecipando numerosa.

I risultati dei lavori di restauro sono stati resi possibili dal sostegno dell'8 per mille, dal contributo della Fondazione Carispezia attraverso il bando “Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio”, dalla donazione che la maestra Carla Luciani ha lasciato per testamento alla “sua Parrocchia” e dalle offerte dei fedeli.

Il Vescovo Mons. Luigi Ernesto Palletti ha ringraziato la comunità tutta “per lo sforzo e il sostegno profusi durante la durata dei lavori” e il parroco don Cesare Giani - visibilmente soddisfatto per il completamento dei lavori e del risultato ottenuto - ha sottolineato anche le difficoltà tecnico-burocratiche affrontate in questi anni, ringraziando “tutti coloro che con il loro impegno e professionalità hanno permesso il successo dell’iniziativa”.

Il Sindaco di Ameglia, Andrea De Ranieri, ha sottolineato nel corso del suo intervento “l’importanza della chiesa come ‘casa e cuore della comunità’ e pertanto il valore che esercita per la città e il territorio”.

Il Presidente della Fondazione Carispezia, Matteo Melley, ha evidenziato che “questo intervento non è solo un’opera di restauro o un abbellimento di un bene ma la ‘restituzione’ di un bene alla comunità”. Ha poi sottolineato l’importanza delle Fondazioni italiane, “patrimonio per le nostre comunità, che attraverso procedure rigorose contribuiscono alla realizzazione di interventi selezionati attraverso appositi bandi”. “Questo progetto - ha proseguito il Presidente Melley - è stato selezionato tra altri progetti pervenuti alla Fondazione attraverso il bando ‘Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale del territorio’ ed è stato valutato secondo criteri trasparenti che hanno tenuto conto, tra gli altri, della rilevanza del progetto architettonico e di restauro, della storia del bene, dei tempi di realizzazione, dell’urgenza dell’intervento”.

L’arch. Davide De Ranieri ha illustrato le fasi, le attività e lo svolgimento dei lavori, che hanno preso avvio nel novembre del 2017 evidenziando i momenti più interessanti dell’esecuzione dei lavori, dal ritrovamento degli originali orologi sulla torre campanaria all’esecuzione della maestosa croce collocata sul campanile.

L’evento si è concluso col saluto del Vescovo che ha ringraziato il Parroco e l’intera comunità, sottolineando che “la chiesa è la casa della comunità ed è un bene fruibile perché custodisce il senso per cui è nato e che si rinnova ogni volta che viene vissuto”.

Tutti i partecipanti si sono infine ritrovati sul sagrato per un momento di condivisione dei risultati, durante il rinfresco offerto.

Cenni storico-artistici sulla Chiesa e sull’intervento di restauro

Come ha riferito il progettista architetto Tatiana Costa in merito alla chiesa di San Vincenzo Martire, ubicata nel centro storico di Ameglia, non si hanno notizie certe relativamente alla data di costruzione, tuttavia si data la sua edificazione nel XV secolo sulle fondamenta di una Pieve preesistente.

La chiesa ha subito nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti architettonici e ampliamenti, rilevabili dagli atti delle visite pastorali e da altri documenti visionati durante le ricerche storiche.

Negli anni a cavallo della fine del 1800 e l'inizio del 1900 la chiesa fu interessata da lavori di ampliamento per renderla più confortevole ai fedeli.

La facciata principale presenta sul portale di ingresso principale una pregevole Maestà in marmo di Carrara raffigurante la "Madonna col Bambino, San Vincenzo e San Giovanni Battista" datata 1546 dello scultore carrarese Francesco del Mastro; nella trabeazione sottostante è incisa la scritta "Notam fac mihi viam in qua ambulem" - "fammi conoscere a via su cui camminare".

La parte superiore della facciata presenta un elaborato rosone in marmo bianco di Carrara, archetti pensili con sottostanti decorazioni di simboli religiosi coronano il tetto, sulle porte laterali sono poste due snelle bifore con esili colonne, sotto ai davanzali sono collocate rispettivamente due formelle marmoree scolpite.

L'interno della chiesa con una navata maggiore e due navate laterali minori e un vasto presbiterio presenta su pareti e volte decorazioni pittoriche e custodisce molte opere di pregevole valore artistico.

L'esterno dell'edificio si presentava in condizioni di accentuato e generale degrado che si manifestava con una serie di forme di patologie le cui principali cause sono da attribuirsi all'invecchiamento naturale, ad una carente manutenzione e alla particolare esposizione dell'edificio agli agenti atmosferici e all'azione corrosiva dei venti saturi di sali marini.

L'intervento di restauro ha quindi previsto la rimozione di tutto l'intonaco ammalorato decoeso e in fase di distacco e successiva realizzazione di nuovo intonaco macroporoso a base di calce per il risanamento delle murature umide - in fase esecutiva, potendosi rilevare il grave stato di degrado del sottostante paramento murario, è stato eseguito su proposta della Direzione Lavori un intonaco sempre a base di calce ma ad alte prestazioni strutturali-, successiva coloritura della facciata con tecnica della velatura; la rimozione della zoccolatura cementizia e posa di nuova zoccolatura in marmo simile ai portali esistenti; il ripristino e consolidamento degli archetti pensili e del coronamento superiore della facciata e posa di lastre in ardesia; l’idrolavaggio delle facciate del campanile e ricostituzione delle lacune dei giunti in malta, la pulizia ed il consolidamento del materiale lapideo, la sostituzione dei portoni laterali in legno fortemente degradati e non recuperabili; la posa di dissuasori di piccioni e volatili; la pulitura delle superfici lignee del portone principale; il recupero degli originali orologi in intonaco decorato ritrovati durante i lavori sotto gli esistenti quadranti in materiale plastico; la realizzazione della grande croce in metallo collocata sul campanile.

Tutti gli interventi sono stati concordati con la competente Soprintendenza anche durante i sopralluoghi congiunti eseguiti nel corso dei lavori.

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