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Sarzana, nuovi residenti nella casa dalle Poggi Carducci (Fotogallery) In evidenza

Di Luca Manfredini – Le scuole da tempo oggetto di approfondimenti sismici e infuocate sfide politiche relative rimarcano la loro stretta vicinanza con un altrettanto famoso edificio, da anni soggetto a segnalazioni ed interventi delle Forze dell'Ordine, risolutivi nell'immediato ma non nel lungo periodo.

Abitata da tempo immemore da disperati che vi cercano riparo continua a riproporsi come valida all'utilizzo e viene regolarmente abitata, nonostante la sua pericolosità. Parliamo della vecchia casa testimoniale sita in centro storico, minacciosamente incombente sulla pista ciclopedonale e sul sottopasso che unisce il centro della città con il quartiere di Crociata, e sul confine delle scuole Poggi Carducci in via S.Bartolomeo. La definizione "Minacciosamente" risulta adeguata per la situazione di degrado evidente in cui versa la vecchia casa rurale, sofferente e chiaramente pericolante.

L'ultimo tentativo di chiusura in muratura dei suoi accessi rimanda all'Amministrazione Caleo, chiusura che ha retto ben poco e, da anni, altrettanto a poco sono servite le segnalazioni dei residenti del quartiere e dell'Associazione di cittadini "Oltre!" che, costantemente, testimonia la problematica ed è intervenuta in una pulizia totale della campagna della casa, ridotta allora ad una "Giungla/discarica".

L'edificio ha il tetto aperto in più punti e le piogge impregnano la struttura da tempo, un intervento dei Vigili del Fuoco ha dovuto abbattere un comignolo pericolante e le lastre in ardesia che cadevano dalla copertura, un incendio causato dagli "Inquilini" l'ha ulteriormente indebolita e ristretta come capacità, e la vetustà dello stesso immobile ne completano il quadro negativo. Le foto che vi proponiamo sono state scattate ieri venerdì 16 marzo, a testimonianza "Non necessaria" della costante occupazione. Nell'unica stanza ormai abitabile tra il degrado generale sono tre i nuovi ospiti che ne hanno preso possesso, alla sera chiudono la finestra che da sulla pista ciclabile e al giorno la riaprono, magari esponendo delle calzature al sole per farle asciugare.

Anche la finestra in questione era stata murata a suo tempo, ma sono anni che è stata in parte riaperta. I residenti del quartiere considerano ormai il tutto come normale, sia le presenze degli ospiti che il via vai notturno per il conseguente spaccio di droga, un po' abituati a ciò e un po' demotivati dall'inutilità delle segnalazioni. La casa testimoniale prima di proprietà di un privato era stata poi assorbita dalla società che ha costruito il complesso del Borgo del Frantoio ed il parcheggio interrato dello Skate Park, ora pare avere formalizzato una tardiva cessione del rudere al Comune, ritardata da fallimenti e problematiche burocratiche. Chiunque sia il proprietario reale sale agli occhi una necessità impellente di "Messa in sicurezza", sia per le frequentazioni di irregolari, sia per l'instabilità del rudere.

Nonostante l'impegno profuso dall'Amministrazione sulla problematica "Sicurezza e degrado" non ci si può sottrarre dal notare l'immagine di una realtà territoriale deteriorata, che è poi la stessa leggibile in tutto il nostro paese e che presta il fianco ad altrettanta disperazione; quella di chi ha paura e quella di chi cavalca questo senso di disorientamento: "L'immagine di uno Stato in cui il Governo e tutti gli Enti pubblici sembrano essere sul punto di perdere il controllo del territorio". Sarzana fa del suo meglio sulla problematica, orgogliosa del suo essere solidale ed ospitale, ha tre centri di accoglienza sul proprio territorio ed ha da tempo avviato progetti di impiego di parte dei migranti (ex Zebra) in lavori di pubblica utilità. Ma questo riguarda solo l'accoglienza ufficiale dei richiedenti asilo, persone che fuggono da guerre, carestie o ristrettezze (migranti economici), persone che rischiano la vita per cercare un'alternativa, una miglioria impossibile da attuare nei loro paesi di appartenenza.

Sarzana non si sottrae alla fotografia nazionale e queste immagini ne sono a testimonianza, come pure i fatti spesso ricorrenti sulla cronaca locale, prova di una realtà su cui pare sia molto difficile intervenire. Rendono molto bene l'idea le vicissitudini della frazione di Marinella, da tempo salita ad onor di cronaca per i fatti legati alla ormai famosa "Ex Colonia Olivetti", ai suoi inquilini abusivi che, insieme a quelli di via Taruga, vivacizzano la zona con violenti risse tra extracomunitari, spaccio e prostituzione. Ma molte altre ancora sono le zone equiparabili, dai "Vecchi Macelli" alla scuole XXI Luglio, alla zona ferroviaria del Murello passando per Villa Ollandini e/o qualsiasi edificio atto ad accogliere disperati.


Sono foto purtroppo facilmente reperibili perché è risaputo dove localizzare e fotografare tali documenti di povertà e degrado, immagini di persone che vivono al limite, non aiutate né perseguite, semplicemente dimenticate da una società che pare non in grado di intervenire e che solo si "Volta da un'altra parte".

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