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Una camminata lunga due anni da Santiago a Gerusalemme (videointervista e foto) In evidenza

di Luca Manfredini - “Manifesto di Marcha por la Paz” è il nome del progetto intrapreso da un gruppo di ragazzi insieme a due inconsapevoli (forse) asine, “Santiago/Roma/Jerusalem” a piedi è l’obiettivo.

 

Tempo previsto? Una teorica possibilità per dicembre 2018. In quanti? Una variabile non importante. Partiti 8 mesi fa (il 15 marzo) da Santiago De Compostela, il variegato e vistoso gruppo multietnico cresce o diminuisce di tappa in tappa a seconda delle possibilità dei partecipanti, e si è fatto notare nella tre giorni di passaggio/sosta sarzanese. “Sit in” pubblicitari nei giardini di Porta Romana e alloggio nel parco di Villa Ollandini, una volta suntuosa sede dell’omonima famiglia e in seguito preventorio per i bambini malati di tubercolosi, sino ad arrivare al suo abbandono e al degrado nel 2000 dopo la chiusura della sede ASL.

“Abbiamo lasciato le nostre case e la nostra normalità per un più normale e sentito percorso di cammino, una marcia aperta a chiunque voglia condividere con noi un solo giorno o l’intero viaggio – spiega David – affrontiamo i problemi giorno per giorno senza ansie di nessun genere, senza tempi predefiniti e nessuna necessità particolare, se non il benessere delle asine ed il minimo indispensabile per il nostro sostentamento”.
David è di Torino e condivide sin dall’inizio la partecipazione a questo pellegrinaggio, con l’intento dichiarato di promuovere la necessità di pace nel mondo. Insieme a lui ragazzi e ragazze di più nazionalità; francesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi e cileni.

Nel passaggio a Sarzana il gruppo si era ridotto ad una decina di partecipanti, ma la loro impresa è seguita sul web e durante le tappe del viaggio vengono attesi da chi vuole aggregarsi o solo conoscerli e aiutare il loro impegno. Nell’accampamento attrezzato in Villa Ollandini profumo di legna bruciata e caffè (polverizzato manualmente con un mezzo guscio di noce di cocco dalle mani esperte di una ragazza tedesca), qualche tenda, l’indispensabile da viaggio, le fronde di un albero come copertura e le asine che brucano l’incolto parco. Chi cuce e rattoppa, chi raccoglie la legna e chi ti offre il caffè mentre racconta: “Ci accampiamo sempre nella natura anche se a volte sfruttiamo inviti per una notte al coperto, ma per le asinelle l’ideale sono i posti come questo. Per il sostentamento nostro e degli animali chiediamo aiuto ai forni e supermercati, prendendo avanzi e/o prodotti non più vendibili, magari perché solo leggermente toccati. E’ incredibile la quantità di cibo gettato via quotidianamente e nel nostro piccolo riduciamo questo spreco, una modo di riciclare e anche una denuncia contro questa questa società”.

Partiti da Santiago in 13 con una macchina in appoggio hanno presto capito che il mezzo era una complicazione divisiva per il gruppo stesso, oltre che una spesa, e se ne solo liberati a Pamplona barattandola con dei gitani in cambio delle due asinelle, ora simbolo perfetto del loro pellegrinaggio. Uno dei due animali è in “dolce attesa” e il gruppo rallenta in base al crescere della pancia di “Maitane”, mentre si cerca un luogo adeguato lungo la Via Francigena dove farla visitare, partorire e attendere che il neonato si irrobustisca: “Per i circa tre mesi di recupero di cui “Maitane” e il suo piccolo necessiteranno prima di riprendere il viaggio cerchiamo aiuto, un luogo adatto per proteggerla e sfamarla. Vogliamo creare lì una piccola comunità aperta a tutti e saremo a disposizione del posto che ci ospiterà per qualsiasi cosa che le nostre mani possano fare, qualsiasi aiuto che possiamo offrire”.

L’arrivo a Gerusalemme probabilmente slitterà ma questo non è un problema per i ragazzi, anzi, rafforza l’unione e il messaggio cercato: “Un cammino di crescita in unione con la natura, una vita lenta e semplice che ci fa apprezzare al massimo quel poco che possediamo, piuttosto dell’eterna e infelice ricerca di ciò che non hai – spiega Jake - non pensiamo al percorso che ci aspetta ma solo a vivere i luoghi e le persone che incontriamo”.

La via Francigena li accompagna nell’avventura, dopo Sarzana li aspetta la toscana, poi avanti sino a Roma, Brindisi e l’imbarco per l’Albania, Grecia,Turchia, Siria e Gerusalemme, la meta ambita. “Invitiamo tutti a questa vibrazione positiva per ispirare e contribuire al cambiamento, siamo in molti a lavorare per la stessa missione, quindi è il momento di unirci. Sii azione, sii creazione cosciente, creiamo assieme il mondo che sognamo! – recita il loro volantino.

Per chi desidera seguire il loro viaggio, ecco gli indirizzi utili per conoscerli e/o offrire sostegno:
Sito web
pagina Facebook
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