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Insulti sui social: questa volta tocca a Portovenere In evidenza

Ormai è quotidiana la diatriba che coinvolge i social network.


Oggi tocca a Portovenere salire alla ribalta delle cronache in seguito alla denuncia (che potete leggere qui) riportata da Daniele Brunetti sul sito www.partigianocivico.it, che accusa l’amministrazione di non essere intervenuta riguardo agli insulti apparsi sulla pagina FB “Il comune siamo noi”.

Le accuse riguardano, a detta di Brunetti, il silenzio dell’amministrazione di Portovenere riguardo agli insulti apparsi nella pagina secondo lui riferibile all’attuale amministrazione.
Lo scontro politico sembra inevitabile anche sul terreno dei social, dove contrariamente a ciò che accade nel mondo reale, sembra che qualcuno (troppi) pensi che le responsabilità su ciò che si afferma e si scrive pubblicamente non esistano. Pensare di moderare tutti i commenti è fuorviante, servirebbe troppo tempo, bisognerebbe scoraggiare a priori tali comportamenti.

Vero è d’altronde, che se un commento sui social risulta offensivo e lesivo della altrui dignità è sempre possibile segnalarlo a Facebook ed attendere che sia il social network a prendere provvedimenti nel caso ne esistano gli estremi.
Oggi i social sembrano sempre di più un luogo reale nelle conseguenze e virtuale nelle responsabilità.

La maleducazione e l’estrema ignoranza dilagano e le lamentele si susseguono ogni giorno.

Restano le regole etiche, del buon gusto, dell’educazione, del piacere di discutere nel merito delle questioni a far da baluardo alla barbarie che avanza, specchio, a parere di chi scrive, di una società smaterializzata dove le responsabilità personali vengono diluite nella massa, dove si crede lecito intervenire a sproposito su qualunque argomento, dove anche l’opinione più assurda trova sponda. Tutto ciò legittima secondo alcuni l’ignoranza e la maleducazione, in nome di una libertà fraintesa, pena la salvaguardia stessa dell’esistenza della rete.

Sicuramente il tempo servirà ad autoregolamentare anche la rete, intesa come comunità, dove lo spazio per l’idiozia e l’arroganza sarà ristretto sempre di più, a favore di uno scambio equo e diligente, che sia foriero di conoscenza e barriera alla stupidità, che tuttavia resta e resterà, caratteristica ineliminabile dell’umana gente.

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