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S.Stefano, quando i "permessi in deroga" vanno oltre l'umanità (Video) In evidenza

di Luca Manfredini - S.Stefano, zona industriale Vincinella, un insieme di capannoni operativi (o meno) nel nulla del territorio, solo insediamenti industriali e null'altro, niente altro tranne un capannone tra i tanti ora adibito a centro di accoglienza, circa 50 esseri umani parcheggiati in un inospitale immobile.

Tutto intorno ditte attive e traffico di macchine, camion, persone e, fortunatamente, produttività. Al centro una cinquantina di persone scaricate in una costruzione industriale nata per altre attività.

Un'unica entrata/uscita; ampio e alto per esigenze produttive, ora sostituite da divisori fittizi; bagni e docce in "Box"; letti a castello e poveri esseri umani.
Al piano superiore una ditta attiva di elettronica che ora condividerà lo stabile con questa nuova realtà sottostante. Una telecamera nuova è spuntata sul muro del capannone ad inquadrare il portone, forse per controllare che nessuno possa infastidire la nuova attività.

"Non credo si possa parlare di accoglienza - ci racconta il Consigliere regionale Stefania Pucciarelli - bensì di un inumano deposito di esseri umani. È ora di finirla con questo mercato, non è tollerabile che in zona industriale ci sia un centro di accoglienza, sia per gli ospiti che per le aziende che qui lavorano. Mi auguro che anche il Sindaco di S.Stefano dica di no, insieme al Prefetto magari, a questa assurda imposizione dello Stato".

I nuovi migranti saranno ospitati in questo capannone e gestiti dalla Caritas, altri ospiti seguiti da Don Luca Palei, che si aggiungono ai circa 55 ospitati 300 metri più avanti nei locali delle Ferrovie dello Stato (nel centro della Croce Rossa e della Protezione Civile) sempre da Caritas, più una dozzina di donne migranti in via Cisavecchia e due coppie alloggiate a Ponzano Superiore.
Ben più di 100 ospitati accolti nel Conune, a smentire il rapporto previsto di legge in base al numero degli abitanti residenti.

"Già la zona è degradata a sufficienza - ribadisce il Consigliere - la via parallela a questa, via A.Casale, è già tristemente nota per spaccio, degrado e prostituzione, e ora accessoriata con prostituzione maschile omosessuale dove sarebbero usati giovani ragazzi di colore. Abbiamo percorso la via incriminata che accompagna al fiume (zona Parco) lungo i capannoni, il degrado è ben evidente e sotto il ponte sul fiume si aggirano strane presenze.

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