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Difficile poter dire ancora qualcosa su uno degli argomenti più trattati degli ultimi anni. Ognuno ha espresso le proprie opinioni e sembra che all’interno di ogni scheiramento le idee siano chiare.


Per aiutare a fare chiarezza, abbiamo deciso di inviare cinque semplici domande a coloro che hanno espresso diverse opinioni in merito: il sindaco Leonardo Paoletti, che si fa portavoce di tutti coloro che vedono nella Lerici Mare un esempio negativo di gestione di un bene pubblico; Andrea Ornati ed Emanuele Fresco, che si sono schierati in difesa della società e Maria Chiara De Luca, che, insieme al suo gruppo consigliare aveva scelto di astenersi nel famoso consiglio comunale che aveva messo fine all’esperienza Lerici Mare decretandone lo scioglimento.

Lerici Mare: legittima o illegittima?

  • Sindaco Paoletti: “Sulla illegittimità del sistema Lerici Mare è stato posto un punto fermo dalle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato, che hanno confermato ciò che fin dai banchi dell'opposizione ho sempre sostenuto. L'illegittimità deriva dalle modifiche operate nel tempo allo statuto sociale e alle modalità di gestione delle spiagge: modifiche che hanno cambiato le regole del bando di gara originariamente vinto dai sette privati. Privati che in forza del bando pubblico avrebbero dovuto gestire le spiagge per conto della Lerici Mare S.r.l. e non in proprio. Se si cambiano le regole del gioco una volta concluso il bando il sistema è illecito senza dubbio alcuno”.
  • Andrea Ornati e Emanuele Fresco: “Nessuno, a parte Paoletti, ha mai parlato di irregolarità ed illegittimità. Né il TAR e tantomeno il Consiglio di Stato .
    Ricordiamo che i funzionari che a vario titolo erano stati coinvolti nelle vicende della Lerici Mare sono stati pienamente prosciolti dalla Magistratura e che la Corte dei Conti ,chiamata in causa da un esposto presentato dall’attuale Sindaco ,ha archiviato il tutto . E nel corso degli anni dalla sua costituzione mai nessun Ente ha sollevato la pur che minima contestazione su atti ritenuti illegali .
    Paoletti parla continuamente di illegittimità unicamente per coprire la propria disastrosa gestione di questa vicenda , condotta con livore e con approccio ideologico che hanno finito per pagare soprattutto le decine di dipendenti messi al palo e per i quali Paoletti non ha voluto neppure inserire la clausola sociale.
    Ci sarà, invece, da vigilare e molto sulle assegnazioni . E’ indubbio che rialzi del 130/140% sono decisamente anomali .
    Aspetteremo le assegnazioni formali per attivarci in tal senso operando tutte le verifiche del caso proprio al fine di non nutrire alcun dubbio in ordine alla legalità e legittimità della gestione dell’intera partita legata alle spiagge. Comunque già da subito abbiamo fatto un accesso agli atti per avere tutta la documentazione riguardante le offerte e i verbali della commissione di gara.
    Fermo restando che siamo fermamente convinti che il bando fatto dal Comune è in palese contrasto con tutta la normativa riguardante il Demanio Marittimo , sia per quanto riguarda il valore del corrispettivo e sia per quanto riguarda le modalità della gara. La normativa è estremamente chiara .Poi se qualcuno la vuole manipolare altro siamo su un altro piano di valutazione. Come è chiaro che un make-up sul canone demaniale attraverso un offerta al rialzo della base d’asta è illegittimo.
    A questo punto se vale tutto e il contrario di tutto anche per gli Stabilimenti balneari privati si dovrà prevedere un percorso di assegnazione analogo. Non si vede perchè la Regione o lo Stato da oggi in avanti dovrebbe unicamente incamerare il canone demaniale”.

Come si sono posti gli organi giudiziari interpellati sulla reale situazione di illegittimità?

  • Sindaco Paoletti: “Contrariamente a quanto afferma l’opposizione, già il TAR di Genova aveva affermato testualmente che: “.. il mutamento apportato alle modalità di trasferimento delle quote ha alterato i precetti dell'originario bando”. Prosegue sempre il TAR affermando di condividere con l'Amministrazione che l'affidamento diretto delle spiagge alle ditte dei soci privati non era conforme al bando che gli stessi privati avevano vinto a condizioni ben diverse”.
  • Andrea Ornati e Emanuele Fresco: “Secondo il TAR, come peraltro abbiamo sempre sostenuto, questo si può tranquillamente leggere anche nei nostri programmi elettorali, l’Amministrazione comunale non avrebbe dovuto sciogliere la partecipata ,ma correggere i patti parasociali . Questo era stato evidenziato qualche anno fa anche da numerosi consiglieri comunali di maggioranza durante l’Amministrazione Caluri.
    Valutazioni quelle del TAR ,del tutto condivisibili che avrebbero dovuto condurre l’Amm.ne comunale ,forte del suo 51% , a riformare la Società ,evitando contenziosi, tensioni, scontri, disagi per cittadini residenti e turisti visto l’attuale stato delle spiagge libere attrezzate del nostro territorio ,con un enorme danno di immagine .
    Poi è veramente originale che Paoletti insista a sostenere che al TAR ha vinto lui. Ci deve allora spiegare come mai ha dovuto ricorrere al Consiglio di Stato e ha dovuto pagare le spese legali”.

Perché il TAR di Genova aveva annullato la delibera di scioglimento della Lerici Mare?

  • Sindaco Paoletti: “Si è vero, l’aveva annullata, ma con il testuale presupposto: “… la maggioranza assoluta delle quote in capo al Comune avrebbe dovuto indurre l'ente locale … a ricondurre a legittimità la struttura ed il funzionamento dell'organismo”. Il TAR di Genova ha pertanto affermato l'illegittimità del sistema di gestione delle spiagge perché contrario alle regole del bando pubblico originario, divenuto un sistema chiuso, cito testualmente: “con l'abbandono della modalità concorsuale”. Ha, quindi, ritenuto il TAR che, in alternativa allo scioglimento della Lerici Mare S.r.l., il comune dovesse convocare l'assemblea dei soci e, essendo titolare del 51% delle quote, imporre ai soci privati il rispetto del bando pubblico. Bando che prevedeva, tra le tante regole cambiate, anche quella che gli stessi soci avrebbero dovuto partecipare agli utili della società e non gestire in proprio le singole spiagge. In altre parole al comune in forza del bando spettava il 51% degli utili, ai privati il 7% per ciascuno”.
  • Andrea Ornati e Emanuele Fresco: “3) Il Consiglio di Stato ha invece ribaltato la pronuncia del TAR sostenendo , “in materia di concessioni, che non è la durata ( giuridica ) di un bene di una Società che impone la durata di questa ; ma è al contrario la volontà sociale ,anche circa la persistenza della Società ,che nelle more determina la durata di quel rapporto: diversamente sarebbe come confondere ,anzi invertire, la relazione tra soggetto e oggetto “. Il che, secondo i giudici amministrativi romani, ha reso legittima la delibera di scioglimento della Società , ma certamente non ha dichiarato illegittima la Società stessa .
    Inoltre , il Collegio romano ha posto l’attenzione sulla scarsa economicità della gestione ,come testualmente riportato nella delibera comunale ,poiché , a suo dire , dalle spiagge si sarebbe potuto ricavare un canone annuo di almeno 35 mila euro a spiaggia ( secondo quale stima di calcolo non è dato sapere ,dimenticando comunque che la spiaggia non rientra nel patrimonio disponibile di un Comune ).
    Valutazione ,questa, che cozza con le linee guida della Regione Liguria del 2004 e in generale con la normativa demaniale regionale , laddove si dice che l’Ente può porre a carico del gestore un surplus rispetto al canone demaniale ( che è esattamente il canone stabilito per la concessione di una spiaggia, senza che esso possa venire maggiorato) UNICAMENTE laddove l’Ente stesso metta a disposizione del concessionario infrastrutture e manufatti , di proprietà pubblica , da cui poter ricavare una rendita .
    Il che, nel caso di specie ,non è , non essendovi strutture e/o attrezzature pubbliche che generino ricavi e che il Comune mette a disposizione dei privati selezionati con bando pubblico.
    Tanto è vero che il Comune frettolosamente e a posteriori , rispetto soprattutto all’Atto di Indirizzo votato in Consiglio Comunale , atto illegittimo rispetto anche agli stessi contenuti del bando , ha dovuto costruire un escamotage sulle modalità di utilizzo degli introiti che percepirà dalle spiagge , inserendo , peraltro , molti dei servizi ( pulizia delle spiagge invernale, smaltimento legname, pulizia passeggiata, bagnino Molo Noceti , pulizia scogliere ecc. ) che Lerici Mare svolgeva regolarmente senza alcun onere né economico e né burocratico a carico del Comune.
    In più Lerici Mare versava circa 70 mila euro come contributo all’Ente ,che andavano a formare le entrate disponibili del bilancio comunale ed erano poste liberamente utilizzabili . Adesso ciò non avviene più ,perché gli introiti sono vincolati ad un utilizzo unicamente demaniale marittimo ( interventi di mantenimento ,pulizia e tenuta in sicurezza delle spiagge libere , pulizia del tratto dei canali sfocianti sugli arenili, interventi di risistemazione e manutenzione della costa di proprietà demaniale, ripascimenti , manutenzione passeggiate in concessione al Comune ,pulizia delle scogliere ). Soldi che dovranno essere spesi fino all’ultimo centesimo sul demanio e che comporteranno Anche oneri gestionali in più per l’Ente , che dovrà affidare i servizi attraverso gare e bandi.
    Occorre puntualizzare due cose : la prima a bilancio non risultano finanziati investimenti riguardanti il demanio marittimo di conseguenza verificheremo come saranno utilizzate queste risorse ; la seconda qualora queste risorse non venissero utilizzate come dovranno essere considerate.
    Quindi il “cavallo di battaglia" dell’Amministrazione per cui il bilancio sarebbe stato arricchito dagli introiti derivanti dai proventi delle spiagge è stata totalmente disconosciuta ,anzi non abbiamo neppure più a disposizione i 70.000 euro. Anche la durata di 9 anni per quanto riguarda la concessione è altamente opinabile ,soprattutto perché non avvallata da alcun piano economico finanziario.
    Nei fatti ,oggi le spiagge non sono più gestite da una partecipata a maggioranza pubblica, (Lerici Mare) che poteva anche essere riformata , ma da privati . Vengono privatizzate . un paradosso. Come UN PARADOSSO dichiarare che, avendo liberato metà di Venere Azzurra 3 , quella verso San Terenzo, oggi abbiamo finalmente una grande quota di spiaggia libera”.

Il consiglio di Stato invece aveva riabilitato lo scioglimento, perché?

  • Sindaco Paoletti: “In estrema sintesi si può citare un passo della sentenza del Consiglio di Stato quando afferma che le modifiche apportate all'assetto societario avevano trasferito in capo ai soci l'intero provento derivante dalle spiagge tanto che, superando la decisione del TAR di Genova, dichiara corretta la chiusura della Lerici Mare S.r.l.”
  • Andrea Ornati e Emanuele Fresco: “Non abbiamo mai detto che le cose dovessero continuare così , come non abbiamo mai nemmeno dichiarato che bastasse che “ le spiagge fossero pulite “ ( invenzione e provocazione di una nota giornalista ).
    Quindi se vogliamo analizzare il reale beneficio economico ( al netto degli importanti investimenti di ricaduta pubblica che la parte privata ha fatto interamente a suo carico nel corso degli anni ) ,lo stesso è riassumibile in: oltre al contributo di 70.000 euro annuali , un risparmio COMPLESSIVO da parte del Comune ( compreso il pagamento del canone demaniale ) quantificabile in circa 280.000 euro all’anno .
    Oltre naturalmente la responsabilità civile e penale che ricadeva interamente in capo ai privati , e gli ulteriori servizi forniti al Comune in termini di ospitalità ad Associazioni onlus ,anziani, disabili e Associazioni sportive. Il tutto per cercare di mantenere uno standard elevato di servizi in termini di valorizzazione dell’intero comparto turistico, e quindi in con una ricaduta positiva in termini sociali ed economici per l’intera collettività. Cercando soprattutto con servizi e pulizia adeguata di allungare il più possibile la stagione balneare-turistica nel nostro territorio , mantenendo spiagge pulite ,confortevoli e con servizi per tutto l’anno. Quello che è lo scopo principale di un bene demaniale.
    Negli anni abbiamo chiesto tutto questo, come abbiamo chiesto il servizio di salvamento al Molo di Lerici ( invece in questi ultimi due anni pagato con il bilancio comunale) , come abbiamo richiesto la rimozione del legname dalle scogliere dopo le mareggiate (oggi pagato dal Comune), come abbiamo imposto un contributo alle spese tecniche per l’elaborazione dello studio di fattibilità per la messa in sicurezza del canale Lizzarella a San Terenzo.".

Secondo voi sarebbe bastato un compromesso tra soci privati e amministrazione?

  • Sindaco Paoletti: “Di fronte ad un sistema costruito in violazione delle regole di un bando pubblico non ci sono compromessi. O si torna alle regole dettate dalla gara pubblica o si è fuori legge. Chiudendo l'esperienza Lerici Mare bandendo pubbliche gare siamo tornati alla legittimità del sistema di gestione degli arenili pubblici”.
  • Andrea Ornati e Emanuele Fresco: “La nostra idea è sempre stata che i privati, che non vanno demonizzati, che hanno svolto un servizio che nel corso degli anni con sacrificio e passione ha cambiato il volto delle spiagge lericine con piena soddisfazione dei clienti e della maggioranza della cittadinanza, dovessero dare ancora di più . Da un punto di vista economico, attraverso la rivisitazione dei patti para sociali ,ma soprattutto dal punto di vista di ulteriori servizi per la nostra comunità tutta.Avevamo (e abbiamo ancora di più oggi) idee ben diverse . Purtroppo quando si sostituiscono furore ideologico e furia iconoclasta alla logica del buon senso e delle regole in atto (normativa regionale) non c’è proposta o confronto aperto che tenga.Paoletti e Sammartano volevano lo scalpo della Lerici Mare, ad ogni costo. Anche alla faccia delle norme. Così è stato”.

Ha deciso invece di inviare un commento generale sull’intera questione Maria Chiara De Luca:

“Giudicare l'operato di chi è deputato dalla costituzione a giudicare non è compito della politica. Di certo però la sentenza del TAR ha confermato quello che il mio gruppo sosteneva in consiglio in occasione dello scioglimento della Lerici mare. Credevamo e crediamo ancora oggi che andassero operati dei correttivi, e che l'attuale maggioranza così come aveva tentato Caluri potesse far valere il suo 51 per cento andando a scadenza naturale 2020, ed ottenendo maggiori vantaggi per il nostro territorio, senza esporre il comune a cause di sicuro onerose. Stante la legge attuale in materia, (si vedano le linee guida della regione Liguria) la formula scelta di una società a doppio oggetto che gestisse le spiagge si è dimostrata un'ottima intuizione, visto che diversamente nessun guadagno sarebbe potuto auspicarsi per il nostro comune. Cosa di cui l'attuale amministrazione aveva forse un po' di contezza visto che ha scientemente deciso di non approvare l'ultimo bilancio della Lerici mare, dal quale si evinceva quanto fosse il contributo in termini di servizi indiretti, pulizia ecc. Il problema sono stati i patti parasociali che andavano riformati ed adeguati. Ma si è scelto di proseguire per altra strada. Alla fine valuteremo quanto realmente sia costata questa scelta alla nostra comunità”.

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