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Spezzini Fuori Porto n.10: Claudio Jaccarino, pittore giramondo ma con i paesaggi spezzini nel cuore e nel pennello In evidenza

DI Laura Orsenigo - Ha fatto l'attore, lo scrittore, il giornalista. Ha partecipato attivamente alla vita politica italiana, ha vissuto 10 anni nella pampa argentina. Oggi, a 65 anni, vive a Milano con la moglie, anche lei artista e i 3 figli. Dipinge. Spesso poetici scorci delle nostre terre.


Dove viveva a Spezia?
Sono nato e cresciuto Mazzetta fino a 20 anni. Là dove adesso sorge il centro Kennedy una volta era uno spiazzo abbandonato ed è stato quello il teatro di tutte le mie "avventure" di bambino...

Qualche ricordo da raccontarci?
Erano gli anni del dopoguerra, i cartelli che invitavano a stare attenti per la presenza di residui bellici, il che rendeva ancora più emozionanti le nostre perlustrazioni. E poi ricordo le giornate spese a guardare il mare e aspettare mio padre, immaginare dove fosse, visto che era sempre in viaggio come macchinista sui mercantili.

Non lo vedeva per lunghi periodi?
Mesi, molti mesi. Seguivo i suoi spostamenti sulle cartine geografiche e sognavo un giorno anch'io di viaggiare guardando le cartoline che ci inviava e collezionando i francobolli da tutto il mondo...

Cosa ricorda della città di quegli anni?
Era un altro mondo. Ricordo ad esempio lungo il muraglione dell'ospedale una schiera di baracche dove vivevano povere famiglie, forse avevano perso la casa durante la guerra. Andavo a trovare alcune di loro con mio nonno, portavo loro un po' di pane raffermo per le galline e ci davano le uova... Un mondo scomparso, per fortuna in questo caso.

Che scuole ha frequentato?
Il Pacinotti, come mio padre prima di me; pensi che abbiamo avuto lo stesso preside. Poi a 21 anni ho sentito il bisogno di partire e mi sono trasferito a Milano, volevo fare il giornalista, lo scrittore e ho iniziato ad appassionarmi alle lotte politiche, unendomi al gruppo dei radicali di Pannella. Ho fondato il centro culturale e politico di Spezia Ernesto Rossi con altri due radicali: eravamo pochissimi, ma abbiamo portato avanti campagne fondamentali come quella per il divorzio o l'obiezione di coscienza.

Lei ha fatto obiezione di coscienza al servizio militare?
Sono stato tra i primi a dichiararmi obiettore senza motivazioni religiose, una cosa per cui si finiva in prigione allora. Pensare poi essere anti-militarista in una città come Spezia, dove aveva sede il tribunale militare che giudicava proprio gli obiettori, il porto militare, uno dei più importanti d'Italia e la Oto Melara che produceva armamenti...

Da Spezia alla pampa, perché?
A Milano ho conosciuto il gruppo di teatro Comuna Baires e con loro, con moglie e due figli piccoli, sono partito per l'Argentina per dar vita a un progetto di villaggio degli artisti in una fattoria nella pampa. Lì ho fatto in realtà mille lavori, ma ho capito che il disegno era la mia strada. È stata un'esperienza di vita molto faticosa, intensa, formativa.

Dopo 10 anni torna in Italia e...?
Torniamo con un altro bimbo in arrivo e con - come dicono gli argentini – 'una mano dietro e una davanti', cioè senza un soldo. E io annuncio a mia moglie: 'voglio fare solo l'artista'. Meno male che mi ha sostenuto e capito... E sì, ho vissuto della mia arte.

Tra i tanti suoi lavori mi hanno colpito i Taccuini di Viaggio. Acquarell'andando: cosa significa?
Significa disegnare mentre si percorre un cammino. Ogni anno ne pubblico uno. Il progetto ha preso il via nel 2008 quando con il camminatore spezzino Riccardo Carnovalini ho percorso tutta la costa ligure in 20 giorni tracciando schizzi dei luoghi che vedevo. Ho capito che il camminare, l'osservare e il dipingere sono tra loro molto vicini. Sono gesti spontanei, essenziali ed ecologici.

Cosa ha visto in questo cammino sulla costa ligure che non le è piaciuto?
Ho visto la trasformazione dei porticcioli in parking. Oggi le persone vogliono arrivare con la macchina fin davanti alla propria barca, rigorosamente a motore e sfrecciare via con quella. Non mi pare il modo migliore per vivere il mare... Ad esempio, tengo stage di pittura open air a Spezia, spesso sulla Palmaria, guardando Punta San Pietro. Un luogo meraviglioso, ma dove ho deciso di non andare più perché è troppo il rumore, la puzza di carburante per il traffico di motoscafi. Come deturpare la bellezza...

E in tema di bellezza o deturpamento, cosa ne pensa della nuova piazza Verdi?
Non mi piace. Non capisco questo tipo di arte contemporanea.

Detto da lei che è un artista!
Io disegno. Il disegno non ha età, è lo stesso dall'epoca degli uomini primitivi, sono cambiati solo gli strumenti. La maggior parte dell'arte contemporanea invece è commercio, è costruzione di una moda, di un personaggio. Non mi interessa e non la capisco.

Cliccate sui link qui sotto per leggere le altre interviste di Spezzini Fuori Porto:

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