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Abbattimento liste d'attesa, UIL: "Sul progetto non c'è stato alcun confronto sindacale" In evidenza

In relazione al progetto sperimentale messo in atto dall'Asl 5, che si prefigge di abbattere le lista d'attesa in ambito diagnostico, utilizzando fra l'altro la prenotazione diretta dei medici di famiglia, vogliamo da subito essere netti nel dissentire sul modo con cui si è dato corpo al progetto stesso, progetto che non ha visto nessun tipo di confronto sindacale né prima né tanto meno dopo, sebbene ci fosse un accordo con il Direttore Sanitario ad interim, che peraltro pareva avere un mandato per predisporre l'avvio di una nuova trattativa sindacale così come socializzato ai lavoratori attraverso un comunicato unitario da parte delle Organizzazioni Sindacali.

Detto questo comunque vorremo entrare nel merito del progetto stesso. Bene abbattere le lista d'attesa, bene coinvolgere i medici di famiglia, da valutare se esternalizzare parte dei servizi.
Esternalizzare dovrebbe essere l'estrema ratio di un processo che una volta messosi nelle condizioni di utilizzare al meglio il 100% del servizio pubblico valuti oggettivamente l'impossibilita reale di andare oltre tale offerta e allora si in quella sola eventualità metterla in atto; in caso contrario il suo utilizzo lo consideriamo una scorciatoia penalizzante per l'intero Sistema Sanitario Nazionale.
Tuttavia rimanendo nello specifico spezzino e credendo nei buoni propositi di chi ha spinto per questo progetto pensiamo sia opportuna un'ulteriore riflessione.

La mobilità passiva ovvero l'utilizzo di prestazioni sanitarie diagnostiche fuori Regione in virtù di attese lunghissime sul proprio territorio depaupera le casse della nostra ASL costretta a rimborsi extra regionali per i suoi assistiti (nel 2014 la mobilità diagnostica ha avuto un costo di 2,7 milioni).
Se l'esito di questo progetto sperimentale sarà positivo potrà essere un modello applicabile per aggredire il fenomeno della mobilità passiva risparmiando più della metà della spesa attuale, che potrà essere reinvestito per potenziare eventualmente e in maniera ulteriore i nostri Servizi sanitari in modo da offrire una risposta qualificata ed efficiente alla Sanità spezzina.
In virtù di ciò tutti coloro che a vario livello sono impegnati in prima persona con il proprio operato professionale devono avere chiaro cosa fare, quando e come.
Debbono essere liberi di poter aderire come no al progetto stesso e coloro i quali, che comunque partecipano anche con un supporto indiretto a tale attività, devono godere di una giusta perequazione.

Con questa chiarezza e con queste basi siamo disposti a trattare auspicando che al più presto si apra un confronto serio, su questo e altri temi della nostra sanità spezzina, in
discontinuità con la governance sanitaria passata che ha terminato il proprio mandato.

 

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