Dopo l'incendio dell'Impianto di trattamento rifiuti Costa Mauro del 31 luglio scorso e la conseguente sospensione dell'attività imprenditoriale per il sequestro penale applicato, i cittadini Albianesi non si limitano a gustare la momentanea pace ma si attivano ancor di più per mantenerla.
Si susseguono infatti i contatti quotidiani tra i cittadini del comitato e tutti gli Enti che seguono la problematica, ligi al concetto del diritto/dovere dei cittadini di seguire e spingere l'evolversi della situazione, in questo caso, verso la chiusura definitiva dell'impianto di smaltimento rifiuti tanto ambita dagli Albianesi.
I Cittadini di 'UnitiPerAlbiano' sono orgogliosi della loro storia ormai ben consolidata e della libertà dell'essere un 'non comitato' (in quanto non costituito) ma, seppur renitenti ad ufficializzarlo a norma di legge, ora ne valuteranno la possibilità. Un Comitato "a norma", infatti, consentirebbe di influire più incisivamente diventando parte lesa e aprendo un'interlocuzione con le indagini stesse della Procura.
La ditta Costa che dal 2010 procede le sue attività passando di 'proroga in proroga' in attesa di autorizzazione ambientale, (autorizzazione negata poi alla sua scadenza del 29 agosto dalla Provincia di Massa Carrara) ha aperto dopo il sequestro una procedura di mobilità per i dipendenti, poi sospesa in attesa di incontri ulteriori con la Regione.
Questo dopo il comunicato della Regione Toscana e lo spiraglio aperto teso a verificare tutte le possibilità di proseguo, in rispetto alle normative, dell'impianto incriminato.
I due portavoce del Comitato, Roberto Cipriani e Valter Moretti, alla presenza del Giurista Ambientale Marco Grondacci e dell'Avvocato Valentina Antonini, hanno ripercorso la storia di Costa Mauro, le loro iniziative di questi lunghi anni di lotta e tutti i cavilli contestati sinora e contestabili in futuro.
Di fronte a loro cittadini ben attivi e partecipi con cui hanno approfondito le problematiche dell'impianto contestato, gli interventi degli enti coinvolti nei controlli e nei permessi, le responsabilità politiche e le lungaggini burocratiche.
Hanno chiesto e ottenuto risposte alle loro domande, pianificato riunioni e valutato, insieme ai due tecnici presenti, quali possibili iniziative intraprendere, ben consci di non poter ancora "abbassare la guardia".
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