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IPASVI: nuova sede, crescenti preoccupazioni

Martedì 30 ottobre alle ore 17 verrà inaugurata in Via Vailunga, complesso Sub Otto, la nuova sede del Collegio IPASVI provinciale, l'Ordine professionale degli Infermieri.

Sede nuova e preoccupazioni crescenti per i 1998 iscritti ai tre Albi professionali gestiti, come Ente ausiliario di Stato, dal Collegio IPASVI spezzino, Albi che riguardano le professioni sanitarie di Infermiere, Infermiere pediatrico, Assistente sanitario.

Ordini e Collegi professionali sono portatori di attenzione verso le professionalità dei propri iscritti e verso i servizi ai cittadini: in Italia, in Liguria viviamo cambiamenti profondi in materia di Sanità; alla Spezia le motivate preoccupazioni sulla annunciata chiusura della Oncologia sono recepite dagli Infermieri spezzini, così come le novità in materia di centrale 118...entrambe le situazioni vedono anche tanta professionalità infermieristica a rischio ''dispersione'', oltre alle ricadute sull'offerta di salute.

Da questo partiamo per offrire alcuni dati che ci sembrano degni di nota.

I numeri: nello Spezzino il rapporto abitanti/Infermieri in servizio è il peggiore della Liguria; dal 2007 ad oggi l'Azienda Sanitaria competente per territorio ha una stabile dotazione organica dei Medici e del personale amministrativo, mentre sono ben 52 gli Infermieri in meno oggi in servizio, rispetto a 5 anni fa.

Anche immaginando che non tutti erano strategici alle attività assistenziali, la differenza è notevole.

Soprattutto, ricordando che a fronte di una qualche riorganizzazione sono state aperte nuove attività, dalla chirurgia vascolare alla emodinamica attiva H24, e altre sono imminenti, come la 'shock room' (locale attrezzatissimo creato ex novo in pronto soccorso alla Spezia, pensato per assicurare il massimo sostegno ai malati in pericolo di vita).

Sappiamo bene che le normative, nazionali e regionali, sono andate tutte nella direzione del risparmio, imponendo scelte difficili ai dirigenti delle nostre ASL: ma chiediamo ancora di riflettere su quale risparmio può produrre un taglio su professionisti che possono far la differenza, in termini quantitativi e qualitativi.

Sicuramente, come Infermieri noi abbiamo uno sguardo di parte; citiamo allora Needleman, che lavora presso il Dipartimento dei servizi sanitari , Facoltà di Salute pubblica dell'Università della California a Los Angeles: questo ricercatore si interessa da tempo di organici degli Infermieri e delle ricadute sulle cure.

In estrema sintesi, i risultati dello studio di Needleman e dei suoi collaboratori indicano che il tasso di mortalità, e la probabilità di andare incontro ad eventi avversi legati alla degenza in ospedale (soccorsi mancati, infezioni, cadute, lesioni da pressione, ecc.) aumentano quando gli organici ospedalieri hanno una presenza di Infermieri al di sotto di determinati standard.

Se questi risultati hanno valore in America, sospettiamo che potrebbero produrre analoghi risultati anche da noi.

Si tratta di una professione di aiuto a forte rischio di stress, che ha -a sua volta- bisogno di sostegni: il Collegio IPASVI spezzino ha avviato una collaborazione con la struttura Professioni Sanitarie della ASL 5 per produrre incontri di aiuto per lo stress lavoro-correlato, incontri accreditati nel sistema nazionale ECM ed aperti anche ai colleghi del settore privato e libero professionale.

Per un miglior rapporto costo/benefici, oggi servono Infermieri impegnati con intelligenza, non più vincolati alla assistenza per compiti (compiti oggi in parte trasferibili agli operatori di supporto, come l'igiene o attività semplici) ma assegnati a progetti in grado di favorire l'impatto dell'utenza con le strutture e i servizi.

In Italia , là dove lo si è fatto, ha funzionato davvero: sono esempi concreti l'Infermiere di famiglia (o di comunità) in Friuli, che permette di abbattere i ricoveri impropri ed i costi relativi; l'Infermiere che smista i casi meno complessi in pronto soccorso in Toscana ed Emilia (progetto ''see and treat'', abbattuti i tempi di attesa dei casi più lievi, spesso prossimi alle 6- 8 ore nei luoghi dove questo Infermiere non è previsto); l'Infermiere che lavora come gestore dell'intensità di cure (un esempio è a Porretta Terme, con grande rivalutazione di un piccolo ospedale).

Se i cittadini, i politici, i colleghi, chiunque ritenga di essere ''portatore sano'' (o malato, anche meglio!) di un interesse al riguardo vogliono saperne di più possono visitare il sito (www.ipasvi.laspezia.net) ; mentre chi vorrà discuterne il 30 ottobre alle 17, nella nuova sede, ci troverà.

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