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Il coordinamento "Un altro waterfront è possibile" risponde a Forcieri: "Compito istituzionale non è mission aziendale"

Il primo effetto derivante dal leggere le dichiarazioni diramate dall'A.P. presieduta da L.G. Forcieri del 19 settembre u.s. ("Il Secolo XIX") è quello di un sorriso, per la sapiente miscela di dati veri e di fantasia: chi è al corrente dei fatti non può prendere per veritiera tale ricostruzione, talmente sistematica è l'alterazione e la manipolazione di dati reali e di fantasia (che sia questa una virtù del suo ufficio stampa?).

Ma al sorriso si sostituisce presto lo sconcerto nel momento in cui ci si capacita che chi parla non è un privato cittadino, magari un imprenditore, ma un rappresentante dell'ordinamento istituzionale della Repubblica italiana.

Intendere il piano regolatore come piano esecutivo anziché un piano di indirizzo (dunque suscettibile di prefigurare ulteriori e non previsti assetti urbanistici) non è "correttezza" ma stravolgimento ignorante il dettato del piano stesso. Parlare dell'AP che "non ha mai ostacolato la convocazione del Tavolo permanente" può essere vero, a condizione di non voler nemmeno escludere una precisa volontà ostruzionistica, come dimostra la vicenda del Regolamento: voluto nuovamente modificare una seconda volta dall'A.P. (segretaria Santini) e, sembra di capire, chissà quante altre volte (pur di non legittimare i lavori del Tavolo medesimo...). Ricordare come ultima, 'recente' convocazione del Tavolo il 23 marzo suona oggi, 21 settembre, come prova provata di una sollecitudine... in senso contrario! Che poi, l' "l'opera di confronto e di informazione" messa in atto dall'A.P. sulla fascia di rispetto (di sicuro finalizzata a "raccogliere suggerimenti...") non sia stata avvertita per quello che è stata realmente (uno spot pubblicitario: autoreferenziale, e come tale non giudicabile) indurrebbe anch'essa alla più irrefrenabile ilarità se ciò di cui si parla non interessasse la salute pubblica, oltre che il lavoro di quanti operano nel Levante. È per questa manifesta irresponsabilità nei confronti di temi che interessano la cittadinanza tutta che scaturisce la nostra protesta per una presidenza che scambia il compito istituzionale per mission aziendale, le ragioni degli altri come pretesti per attacchi ad personam, la rappresentazione della realtà come occasione per sofisticati quanto artefatti ideologismi. Ma la città di Spezia non merita di più?

Le associazioni e i comitati ambientalisti del coordinamento "un altro Waterfront è possibile"

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