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Caporalato nei cantieri navali: prosegue la battaglia della Cgil In evidenza

Una vertenza e un "protocollo della legalità" in difesa di lavoratori, ma anche del tessuto economico sano e onesto che deve essere tutelato.

Un sostegno concreto verso chi è stato vittima, ma anche un capillare lavoro di prevenzione: sono questi i due aspetti sui quali sta lavorando Cgil per contrastare il capolarato e rendere giustizia ai lavoratori coinvolti.

A fare il punto sulla vertenza presentata in seguito ai fatti di cronaca dello scorso novembre, che hanno fatto emergere una situazione allarmante, questa mattina in conferenza stampa hanno parlato Lara Ghiglione, Segretaria generale della Cgil della Spezia; Fabio Quaretti, Segreteria Cgil della Spezia; Stefano Bettalli, Segretario provinciale Filctem Cgil; Mattia Tivegna, Segretario provinciale Fiom Cgil.

"Questa vertenza ha per noi un'importanza storica- ha spiegato Ghiglione- Pensando al caporalato spesso siamo portati ad immaginare sia solo nei vasti campi del sud Italia, ma questo non è vero. Il caporalato esiste ovunque. Queste forme di sfruttamento, con lavoratori sottopagati, spesso vede la connivenza di professionisti, come commercialisti e consulenti del lavoro, e in questa provincia ha riguardato la filiera del lusso. Siamo orgogliosi di avere questo settore così incisivo sul territorio, a noi spetta il compito di controllare e prevenire. Questi fenomeni purtroppo sono sottovalutati e spesso non si capisce come questo meccanismo svantaggia tutti i lavoratori e tutte le aziende anche quelle oneste".

Oltre alla vertenza, sindacati, associazioni ed istituzioni sono al lavoro per stipulare un 'protocollo provinciale di legalità', come ha detto Ghiglione: "Dobbiamo lavorare tutti insieme, anche con Confindustria e le associazioni datoriali, al nostro fianco nella firma del protocollo che stiamo studiando tutti insieme. Al momento il Protocollo è alla seconda bozza".

Questa mattina è stato quindi spiegato come la Cgil stia portando avanti le due strade: quella dell'assistenza legale, con un avvocato penalista e uno civilista al fianco dei lavoratori per avere giustizia, ma anche un lavoro di prevenzione ed educazione alla legalità: "Per quel che riguarda l'aspetto processuale, ci stiamo avviando al patteggiamento. In contemporanea però dobbiamo garantire la sicurezza lavorativa, quindi, attraverso percorsi formativi e un controllo puntuale, aiuteremo le aziende a comprendere e rispettare i limiti della legalità, potendo così continuare a garantire posti di lavoro".

Dunque una battaglia in difesa di lavoratori, ma anche del tessuto economico sano e onesto che deve essere tutelato.

Fabio Quaretti ha aggiunto: "Questa vertenza è stimolante e rappresenta un laboratorio anche a livello nazionale che mette alla prova il codice degli appalti, quindi una materia nuova, che vale la pena studiare e approfondire. Abbiamo già sviluppi inediti, come subordinare lo sconto di pena al risarcimento ai lavoratori. La nostra battaglie non finisce con il risarcimento già avvenuto perché chiederemo il sequestro di 3 milioni a fronte dei 900mila euro già sequestrati. Ci rivolgiamo ai 200 lavoratori che potrebbero essere coinvolti perché al momento la vicenda riguarda solo 9 lavoratori. I risarciti hanno preso un totale di 50 mila euro, cifra che secondo noi non esaurisce la parte civile, che resta aperta. Questo è un anticipo perché intanto è quello che prendiamo, poi si vedrà".

"Tutto questo è possibile grazie a chi ha denunciato- ha aggiunto Quaretti- È difficile intervenire e chiedere intervento delle istituzioni perché il rapporto di lavoro sulla carta è ben strutturato, le buste paga sono fatte bene; per questo dobbiamo elogiare il coraggio e la tenacia dei lavoratori che hanno denunciato e si sono fatti avanti, portando alla luce una situazione sommersa".

Ha commentato invece Bettalli: "Si tratta di fenomeni antichi che con il tempo si ripresentano. Ciclicamente ci sono aziende che eludono la legge e noi non possiamo pensare di continuare a chiudere gli occhi sui fenomeni del genere".

"Serve un salto di qualità nel settore degli appalti costruendo un percorso politico sindacale. Le grandi aziende devono costruire protocolli sempre più stringenti", ha concluso Tivegna.

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