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"Vogliamo continuare a dare un futuro a tanti ragazzi disabili, ma abbiamo bisogno di aiuto" (foto) In evidenza

di Elena Voltolini - L'appello della Cooperativa IBIS la cui piattaforma-ristorante, già fermata dalla pandemia, è stata parzialmente distrutta dal maltempo per ben tre volte in un anno.

Una cooperativa sociale, nata per creare posti di lavoro per ragazzi con disabilità e consentire loro di avere una occupazione, una certa autonomia e indipendenza e, cosa ancora più importante, una gratificazione ed una responsabilizzazione che permetta loro di crescere e di sentirsi davvero “come gli altri”.

Una nobile finalità, un traguardo ambizioso e tanta voglia di raggiungerlo. È nata su queste basi, nel 2019, la Cooperativa sociale IBIS A. R. L.

Che sarebbe stato un percorso non facile, pieno sì di soddisfazioni, ma anche di difficoltà, il Presidente Francesco Longardo e gli altri soci lo sapevano sin dall'inizio e lo hanno accettato di buon grado, pronti a mettersi in gioco per aiutare tanti ragazzi.

Quello che nessuno, però, poteva prevedere è quello che è successo dopo la costituzione di questa Cooperativa sociale e subito dopo che i tanti sforzi per dare un lavoro ad alcuni ragazzi disabili potevano finalmente diventare realtà.

“La cooperativa – racconta il Presidente Francesco Longardo – è nata nel 2019, poi abbiamo acquistato la piattaforma galleggiante in Molo Italia, investendo ingenti somme per la sua ristrutturazione e per il ricollocamento in un ormeggio che ne garantisse la piena sicurezza. Dove si trovava, infatti, la piattaforma non poteva stare: l'Autorità di Sistema Portuale, ente competente, ci ha supportato per lo spostamento, le cui spese, non indifferenti, sono state comunque a carico nostro.

Dopo tanto lavoro, però, siamo riusciti a trasformare la piattaforma, inutilizzata da molti anni, in ristorante e poi abbiamo sistemato anche la terrazza superiore per farne una pizzeria. Tutto, finalmente, era pronto per l'apertura ed i nostri ragazzi non vedevano l'ora di iniziare a lavorare”.

Un ristorante, tra l'altro, che è un unicum, non solo alla Spezia, ma in tutta la Liguria, e forse anche in tutta Italia.
In pochissimi, però, finora hanno avuto il piacere di metterci piede. La pandemia e il lockdown, a marzo, hanno fermato tutto, prima ancora che l'attività potesse cominciare.

sala

“Non ci siamo comunque arresi – afferma orgoglioso Francesco Longardo – siamo andati avanti pronti a partire. Appena è stato possibile abbiamo aperto per l'asporto, ma è inutile negare che per noi è molto difficile avere clienti che vengano a prendere cibo da portare a casa. Non siamo in centro città, in zone di passaggio, qui bisogna venirci apposta e siamo consapevoli che, per le sue caratteristiche, questo è un luogo dove fermarsi a mangiare, non è un posto adatto per il take away. Comunque, anche per non lasciare a casa i nostri ragazzi, siamo andati avanti anche così”.

A lavorare nel ristorante sono al momento 2 persone, che la Cooperativa sociale fa di tutto per continuare a stipendiare e non lasciare senza lavoro. In prospettiva ed a pieno regime il numero potrebbe salire ad almeno 6.

Come se tutto questo non bastasse, però. la Cooperativa si è trovata a dover fronteggiare un altro problema e le sue conseguenze, che la hanno portata a lanciare un grido di allarme ed un appello di sostegno: “Già in ginocchio per la pandemia – spiega il Presidente - abbiamo subito ancora una volta i danni causati dal mare e dal forte vento di scirocco. Da quando è stata tolta la diga esterna e si è dragato per fare passare le navi da crociera non ci sono più protezioni. Tra il 27 ed il 28 dicembre onde e vento hanno provocato la rottura di parte degli ormeggi e anche danni interni alla struttura”.

“Ora siamo allo stremo”, afferma Longardo.

danni

Anche perchè non è la prima volta che questo accade: lo stesso è già successo ad ottobre ed il 5 dicembre. Ogni volta i soci si sono rimboccati le maniche ed hanno rimesso a posto tutto, mettendo anche mano al portafoglio, perché sistemare una struttura del genere comporta, ogni volta, costi notevoli.

“Non abbiamo mai chiesto nulla, ma adesso è necessario che le autorità ntervengano con urgenza per studiare una soluzione che prevenga il problema. Non possiamo, ad ogni ondata di maltempo, sostenere tutte queste spese. Non può gravare tutto, totalmente, sulla nostra cooperativa.

Ci appelliamo all'Autorità di Sistema Portuale, ma anche al Comune della Spezia e a tutti coloro che tengono a questa realtà che è una opportunità per tanti giovani con disabilità. Chiediamo un concreto aiuto”.

Servirebbe uno studio per trovare una soluzione che sia il più possibile definitiva affinchè ad ogni ondata di maltempo non si debba intervenire pesantemente per rimettere tutto in sicurezza e risistemare la struttura. Servirebbe il sostegno degli enti preposti e delle realtà cittadine che possono dare una mano concreta, in termini di progettualità ma anche sul fronte economico.

Il sociale non può essere abbandonato a se stesso. Qesto progetto è partito del 2019, ma alla base ha una associazione, la Life on the sea, che da anni ed anni si occupa di persone con disabilità ed è molto apprezzata sul territorio. Il ristorante I GABBIANI è motivo di speranza per i nostri ragazzi che qui possono lavorare e sentirsi utili alla comunità. Ora ci lavorano 4 persone, ma a regime sarebbero almeno 6. Inoltre questo può essere anche un nuovo punto di partenza per altre attività e conseguentemente altri posti di lavoro, visto che la nostra è una cooperativa multiservizi. Noi ce la mettiamo tutta e continueremo a farlo. Noi non ci arrenderemo facilmente, vogliamo continuare a dare un futuro a questi ragazzi, ma abbiamo bisogno di aiuto”.


Nella galleria fotografica, le immagini del ristorante ristrutturato e dei danni causati dal mare e dal vento.

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